lunedì 20 gennaio 2025

La Ricetta

Rispacchettiamoci. Ritorna Prodi e non è mai stato un festoso annuncio. Si trascina dietro anche la vecchia
 democristianeria, mai sazia di poltrone e visibilità perduta. Matteo Renzi li aveva portati al culmine dell'orgasmo elettorale ed il partito, definito di sinistra, lo ha seguito silenziosamente anche in bicicletta. Perso il leader fiorentino, sulla strada del referendum, sono arrivati ad una promessa di matrimonio con i grillini pur di mantenere il potere quasi assoluto, accumulato nel ventennio. Hanno il pregio di resettarsi ad ogni cambio di interessi, dimenticando il passato. La separazione delle carriere giudiziarie era uno dei cavalli di battaglia di Matteo che ha provato sulla pelle il timer del giustizialismo. L'insignificante segretaria ha come maestro Travaglio, il giornalista che indovina, prima di tutti, cosa accade nelle procure. Linkiesta persegue questa linea, vista l'impossibilità di raggiungere in volo la Ducetta. Spacchettare il Pd, dividerlo in due partiti, completamente diversi. Uno si chiamerebbe Riformista ed ha già il giornale pronto. Il tentativo, a destra delle Botteghe Oscure, per riacquistare i voti centristi che intanto si sono accomodati nel proficuo berlusconismo, sembra puro masoschismo. A sinistra vengono dissanguati da verdi, imbrattatori, professionisti da corteo ed inevitabile corpo a corpo, con le forze dell'ordine, senza avvocato. Ci sono poi i grillini che aspettano sulle sponde del fiume. La Meloni non la batti con vecchie operazioni di lifting. Il Pd alla nascita non aveva contro un centrodestra di queste dimensioni e condottiera. Renzi ha le caratteristiche del professionista della politica, vantando una superba scuola Dc. Ha iniettato dentro il nascente partito democratico quintali di cristiana democrazia. Li tieni assieme, solo se governi. Sono nati con e per il potere. La Ducetta li ha sterminati, usando modalità e lessico della sinistra popolare. Si è arrivati al punto che la politica estera, una volta dividente i due maggiori partiti, oggi vede la sinistra accucciata a destra. Chi sbaglia però, ancora, lo decidiamo noi.
massimo lugaresi