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Quello gestito dalla Ursula. Senza i riformisti piddini, tugnini e macroni, Francia e Italia restano ostaggio dei bipopulisti. Così, funestamente, esordiva Mario Lavia per Linkiesta, blog devoto a Draghi ed obbediente al Concilio di Davos. A Parigi come a Roma, il quadro politico mostra un duello tra destra compatta e sinistra radicale. In mezzo, un centro fragile e diviso. Risultato? Sistemi politici instabili ed esposti alle derive nazionaliste ed estremiste. Non viene usato il termine fascista per una dimenticanza. Il drammatico quadro francese, al tempo stesso causa e effetto della crisi strutturale del sistema politico di quel Paese, forse sta anticipando il nostro. In Italia sono molti i segni. Altra profezia da tocco e da opposizione senza speranza, per i riflessi socio economici che comporta, al cospetto di un quadro notevolemente diverso. Francia e Germania sono messe peggio di fronte ad un cambio di regime imminente. Se succede, la Ursula torna nel suo meraviglioso mondo, dopo anni di lavoro domestico per il suo Occidente. Il macronismo finto macho, si è spento dopo uno schiaffone familiare ed una votazione chiarissima. La Francia ribolle, passando attraverso fasi a noi note e già vissute. Mario Lavia nel suo articolo propone un paragone tra Macron e Matteo Renzi. Sta in piedi solo su alcuni punti comuni della loro disfatta. Sono partiti entrambi da un dominio indiscusso. Renzi è crollato ed ancora non ci crede, il maschione francese ha la nazione contro. Destra e sinistra scendono in piazza. Ha voluto il Rearm ed è stato impallinato. massimo lugaresi