martedì 2 settembre 2025

Italietta 2.0

Riprendo interamente, il titolo dell'ennesimo anatema contro la Meloni, firmato da Mario Lavia per Linkiesta. Senza possedere esperienza e titoli di un Meluzzi, serenamente, consiglio una visita collegiale da proporre al Nazareno. Il galleggiamento della Meloni che qualcuno ha il coraggio di chiamare centrismo, questo è l'urlo di Mario che insiste e chiarisce: la presidente del Consiglio non è una moderata, occupa lo spazio lasciato vuoto da un’opposizione divisa e incapace di proporre un’agenda credibile. Sempre riarmiamoci e partite. Verrebbe voglia di dire: giù le mani dalla Democrazia Cristiana nostra. Le stand ovations ripetute del Meeting hanno "sbroccato" la sinistra che per anni ha flirtato con Comunione e Liberazione. Corretto il riferimento alla robusta corrente democristiana che alberga nell'ancora maggiore partito della sinistra, in attesa del sorpasso di Conte. Mario Lavia, correttamente, scrive che la vecchia Dc doveva fare i conti con Togliatti non con la nonna della Schlein, con Bettino Craxi, non con Conte, con La Malfa e non Bonelli e per finire (?) Lama e Carniti e non Landini e Fumarola. Terminata l'esplosione del livore accumulato dopo la brusca ma annunciata cacciata all'opposizione, arriva ad affermare che quella DC, non camuffata come l'odierna, faceva magari lentamente le cose, questa ha sposato woke e l'arcobaleno dei generi. La bugia sapendo di mentire che circola sulle poche cose fatte da questo governo non si concilia con le accuse lanciate ogni giorno di avere occupato ormai quasi tutto. E' politica anche quella, il Pd l'ha "spalmata" nel ventennio di governo con tutti. La distruzione di un partito di (vera) sinistra e la sostituzione con una accozzaglia di generi politici, lo sta trascinando nel ghetto dell'impotenza. Vi salvate con qualche rimasuglio geografico, dove le fondamenta sindacali ed associative contano numericamente. Attenzione Rimini era città sicura, avete perso ufficialmente la spiaggia..liberata. Contava più di Bonelli& Fratoianni. 
massimo lugaresi