domenica 2 giugno 2024

Le Fatiche di Molinari

La Repubblica di Elkann, consegnata a Molinari, sta perdendo lettori. Male comune, ma li sostituisce con la forte opposizione al governo che ci riporta nel dopoguerra. L'opposizione è però un guazzabuglio diviso e litigioso. L'inarrestabile Meloni è un bersaglio difficile da colpire, si muove continuamente ed i droni della stampa sono inutili. Ha provato lo sceriffo napoletanto, dipinto come uno dei pochi "duri" presenti nel partito ormai dedito a Sanremo. Ha incassato un diretto ironico che lo ha messo fuori gara per una intera giornata. La risposta è stata un buffetto. Troppo facile per la Ducetta. Il cosiddetto premierato è un azzardo per i dem, può diventare l'esclusione dal potere per un ventennio, misura temporale conosciuta dalla destra. Quelle sovietiche sono state dimenticate, basta una giornata di ricordo per le foibe. L'ultima impresa della premier è stata la "scomunica" all'arcivescovo Zuppi presidente Cei che, su procura, ha criticato il Premierato. La lunga permanenza bolognese, lo ha inserito tra gli antagonisti. Anche per l'invasione cattolica la Meloni ha usato la pesante ironia, ricordando che lo stato vaticano non sembra una repubblica parlamentare. Rimane la separazione delle carriere giudiziarie. La lentezza ed il tempismo dell'arresto di Toti, hanno accelerato i lavori per il centrodestra, prima che le inchieste dilaghino. Gli americani, come sempre, fanno le cose in grande. Una escort, con memoria incredibile ed il solito giuda come gola profonda, cercano di distruggere Donaldone o lo portano alla Casa Bianca. Male che vada finisce una guerra. Naturalmente sconfitti.
massimo lugaresi