giovedì 16 settembre 2010

Condividiamo

ONOREVOLE PINI condividiamo in pieno le sue affermazioni, finalmente qualcuno ha messo il dito nella piaga causata dallo sterminato consociativismo, che va oltre la politica, vedi e leggi la difesa d’ufficio della Rinaldis sul Palas, le pensate del fungaiolo democrat e le risposte piccate di Piacenti. La Lega seppur forte, conoscendo il nemico, ha solo un modo per vincere, continuare in questo suo marcamento stretto, per andare al sodo, giovedì prossimo in Consiglio Comunale si decideranno le sorti della Murri. Un assurdo sul piano formale e politico, con la solita scusa del buco nero, si giustifica il regalo di un bene per farne un centro commerciale, che sanno essere una cretinata, allora aggiungono duecento appartamenti che sono una cosa seria.
Sul piano formale è storia nota che il fabbricato originale non doveva essere toccato, mentre tutti sanno che è comparso una specie di solaio fantasma e quindi anche un sottotetto praticabile per tutta l’estensione dell’immobile, con l’aggiunta di decine di lucernai. Sarebbe anche il caso di verificare se le cantine, alte storicamente meno di due metri, possono essere destinate a scopi commerciali. Altra questione che ci ha lasciato perplessi è come si sia potuto intervenire con lavori importanti per due anni (2009/2010) in un bene del quale la società non aveva disponibilità, al massimo la custodia cautelare, in quanto con l’annullamento della concessione a seguito della definitiva sentenza del Consiglio di Stato, diventava nulla anche la relativa convenzione. Più in generale ci piacerebbe conoscere come sia stato possibile cambiare le regole del gioco senza passare attraverso un nuovo bando, avendo inserito anche l’area del lavaggio, tanto è vero, che i parcheggi del sistema commerciale sono previsti in questo sito. Per mettere a posto la questione Murri era sufficiente una onesta gara di vendita, realizzare un albergo e con il ricavato si comperava l’area del lavaggio, allargando il parco attuale fino alla ferrovia, è quello che viene scritto nel libro dei sogni del Piano Strategico.