Un elegante salume
che non merita di essere impastato con la politica, tantomeno con il cemento.
Di questo si discuteva come al solito l’altra sera nel Consiglio Comunale
riccionese, riguardo alla pratica relativa all’edificazione del Parco di Via
Ticino. Pratica scottante e dannosa che
la città non vuole. Comitati, dimostrazioni, eventi non sono riusciti a fermare
il cemento. In aula consiliare, solito teatrino dell’attuale maggioranza che,
lacerata al suo interno, è costretta a mendicare presenze nell’altra sponda. Nemmeno
la febbre a 40° è motivo valido per non presenziare al Consiglio, un paio di
robuste tachipirine e via, imperterriti sulla sedia in nome del partito, usi ad
obbedir tacendo. Invece le assenze tra le file della maggioranza parlano
chiaro, c’è chi non voleva e non vuole perdere la faccia ed i consensi. Troppo
tardi. Tutto questo non bastava, occorreva quel quid che garantisse il numero
legale, venuto a mancare proprio al momento della votazione della pratica. Niente
paura, c’è sempre qualcuno pronto a puntellare il Sindaco, la pratica è stata
votata per il rotto della cuffia. Altro cemento è stato concesso, in generosa
aggiunta. I costruttori ringraziano. I cittadini no, il verde urbano nemmeno.
Ma ai nostri amministratori, una volta eletti, poco importa della volontà
popolare, Trc docet. “Non c’è bisogno di quel parco, tanto i bambini della zona
vanno a giocare da Don Giorgio” è stato l’illuminato commento di qualcuno della
maggioranza. Al cospetto del
banco salumi, non acquistiamo mortadella da basso prezzo, la qualità
dell’impasto non sarebbe garantita. Come nelle urne, cerchiamo di scegliere consiglieri
di qualità. Del maiale non si butta via niente, di alcuni politici invece?
Massimo Angelini