domenica 12 settembre 2010

Due Notizie

Il Palas non apre, il Seminario lo paghiamo 17 milioni senza comprarlo, se uno cercasse validi motivi per non votare nessuno dei due partiti che fintamente s'oppongono, è servito. L'Opera della Città come viene definita dal Presidente che ci meritiamo, è partita con una previsione di spesa nostra di 64 milioni è atterrata con un costo non definitivo di quasi 120, al quale si dovranno aggiungere le riparazioni dei Piloni, delle Staffe e le perdite congressuali + interessi. Le reazioni sono da copione bipartisan, penose quelle che sperano si possa risolvere in tempi rapidi, è irregolare però sicuro, come se i problemi di quella costosa ed inutile struttura fossero solo le fasce che tengono radanati i plinti e non i debiti che lo appesantiscono. Prof. Migliacci la prova decisiva era quella di mettere sul tetto tedesco del Palas il peso dei mutui, se reggeva poteva aprire. L'ingegnere denunciante, ha visto dalla finestra come si svolgevano i lavori e si è rivolto all'unica forza non (ancora) presente nelle Stanze di Compensazione, solo la Lega poteva adempiere un servizio pubblico, Grillini, Dipietristi, Vendoliani per incapacità o connivenza si sono ben guardati dal mettersi contro il Magnifico più debole che ricordiamo. La forte amicizia con Errani lo protegge, il solo Renzi per problemi interni al partito chiede dimissioni che rafforzano, gli altri rappresentanti delle categorie tacciono o si limitano a lamenti di speranza, complici dell'esecuzione e gestione. In un Seminario deserto di fede e d'abbattere, abbiamo acquistato un diritto di superficie per 60 anni, poi ritorna di proprietà della Curia, con spese enormi di manutenzione, per la modica spesa di 17 milioni, l'unica grande impresa della Marchioni. Chi c'era della maggioranza ha votato dopo avere fatto scongiuri per il futuro, i fillini si sono divisi compiti e figure, i più coraggiosi sono rimasti a casa od astenuti, i più seri (due) hanno votato contro, per una volta la minoranza ha compiuto un atto inconsueto, votato contro.