venerdì 3 settembre 2010
La Murri di Rimini
Raccontate ad un normale cittadino, che a Rimini, tre ettari in riva al mare di proprietà pubblica, vengono donati per realizzare un Centro Commerciale + Uffici e per paura che Il Privato possa rimetterci, si permette la costruzione di duecento appartamenti variando la destinazione di un'area attigua che il deprecato Prg prevedeva correttamente a parcheggi per gli alberghi, mentre i soloni dell'urbanistica provinciale raccontano che riscontrata una saturazione del territorio intendono limitare al massimo nuovi insediamenti e strutture avulse dal contesto turistico, sono quelli che cominciano le diete lunedi. Inventano un buco nero per riempirlo di case, con la scusa di un casino ereditato dal passato, per risolverlo aumentano il tasso di confusione e..mattoni. Abbiamo un teste attendibile in casa, l'Arch. Felicia Bottino, se non erriamo viene pagata per consulenze delle quali non si sentiva bisogno, è stata l'artefice dell'annullamento della primitiva concessione, oggi silente rispetto al nuovo mostro? Il Consiglio di Stato aveva confermato la giustezza del provvedimento, diventava scontata la risoluzione del contratto di concessione dell'area, eventuali danni potevano riguardare progettazione e cantierizzazione, poca roba rispetto a quanto viene concesso o donato. Duecento appartamenti in quella zona si vendono anche con questi chiari di luna, a quanto ammonta l'incentivo immobiliare? Non ci rivolgiamo alla maggioranza che conosciamo troppo bene, neanche all'opposizione che conosciamo meglio, ma a... chi di dovere, a Forli distante 43 chilometri una situazione simile avrebbe visto bindelle recintanti Murri, Parco e Lavaggio. Un bene come la Bolognese di valore molto inferiore, in quegli anni è stata venduta per 12 milioni, ammettendo d'incassare la stessa cifra, avremmo pagato eventuali danni, comperato il terreno del lavaggio, fatto costruire un hotel a 6 stelle, con grande gaudio di Ermeti, lasciando spazi di verde pubblico, una soluzione semplice, logica corretta se non fossimo la Città della Fondazione Fellini. Se proprio volete essere pignoli provate a chiede al Sindaco in scadenza perchè i mezzanini richiesti dai nuovi proprietari della Bolognese, che volevano trasformarla in hotel, non sono stati concessi, un fotografo bravo a Bellariva esiste, dalle finestre lato riccione dell'ultimo piano, è in mostra un solaio di cemento armato, provate a raccontare che c'era già ai primi del 900.