mercoledì 10 aprile 2024

Lo Sciopero di Repubblica

Ci sono avvenimenti nella vita quotidiana dei giornali che sono più indicativi delle veline che arrivano implacabilmente, per esaudire i processi nelle piazze. In Puglia e Torino, colpendo i democratici, arrivati dai viottoli del campo largo, diventano una comoda eccezione. Lo Sciopero, indetto a Repubblica, è un caso emblematico, molto più dirompente delle bizze amorose tra Conte e la Elly, con ditino accusatore. Quasi tutti i giornalisti, anche di perenne fede, hanno aderito alla protesta contro l'ineffabile Maurizio Molinari. Un feroce guardiano del faro democratico. Credo sia l'inevitabile conseguenza dell'atlantismo esasperato, più ridicolo di quello offerto dalla Meloni sdraiata. Almeno può accampare qualche scusa sul passato e Delmastro. E' ormai chiusa o rimandata in Moldavia, la "rivincita" bellica annunciata da Zelensky e perfino dall'Avvenire pacifista. Non hanno ancora deciso a cosa addebitare la sconfitta prevista. Le elezioni americane incombono e la raccolta fondi con il dollaro testimone attendibile, ha consegnato la vittoria a Trump, con largo distacco milionario nella raccolta. L'impossibilità di trovare una alternativa, segnala la fine della lunga occupazione democratica, sempre bombardante.  E sufficiente riprendere Sleepy Joe che scende barcollando dall'Air Force One, per capire la crisi che attanaglia i guardiani del mondo al contrario. L'accordo su Gaza è una delle tante telenovele di Netan. Deve usare le ore rimaste per completare una pulizia che "sogna" da anni. Nello stesso tempo scoppiano reazioni e tumulti, sedati nelle piazze ed ignorati dalla propaganda, definita La Stampa. La sinistra ha "appaltato" le proteste, agli antagonisti dei muri e monumenti. Non ci sono più i Piccari di una volta. 
massimo lugaresi