E' il titolo terrificante usato per il Pd, da Mario Lavia su Linkiesta. Ricordo (spesso) che l'appartenenza politica dei rearmatori del giornalismo italiano è quella che si riunisce (ogni anno) con Draghi a Davos. Nel Pd la corrente draghiana è forte e si cela dietro il cosidetto riformismo, però armato. La Guerra per Bande, secondo Mario Lavia, sarebbe scoppiata con minacce e ricatti tra Schlein e Conte. Il candidato stellato imposto, uno dei pochi usabili, è Fico che ora rischia. Il centrosinistra, per comodità espressiva, è in allarme per gli ex presidenti-regnanti che complicano le alleanze e paralizzano le scelte per le elezioni. I Cinquestelle tengono in ostaggio Ricci nelle Marche e il loro uomo per la Campania rischia il naufragio prima ancora di salpare. Alla fine un accordo si trova con i dazi della politica. Chi rischia maggiormente è la traballante segretaria ed il ditino puntato. Ricordo che per far nascere l'assistito partito democratico, sono stati usati diversi spermatozoi, qualche accondiscendente ovulo ed è uscito uno strano zigote. La Elly dovrà trattare con il cacicco De Luca e convincerlo che il grillino è la scelta migliore per non perdere. Stessa lotta a Bari con Decaro alle prese con l'imponente fantasma di Emiliano e lo spauracchio di inviare Boccia (bocciato due volte). La manifesta debolezza dei partiti ed il costante aumento dell'astensionismo creano incertezze per il futuro. L'ingresso inaspettato della magistratura nelle pieghe democratiche è la novità ancora difficile da quantificare tradotta in voti. A meno che le cose non si chiariscano prima del voto. A questo punto sarebbe davvero strana la velocità della giustizia.
massimo lugaresi