martedì 22 luglio 2025

Valery Abisalovic Gergiev

Era considerato anche dai nemici di Putin, uno dei migliori direttori d'orchestra. Però secondo il vangelo imposto dai seguaci di Davos, splendida cittadina svizzera, covo riarmista, doveva essere un nostro nemico. Lo considero il peggiore dei tanti stratagemmi usati per coprire e tacitare lo scandalo della disumana espressione della potenza americana, regalata a Netan. La differenza tra i democratici da Nobel e i dazisti repubblicani è nelle modalità degli interventi effettuati in tutto il mondo raggiungibile. I democratici, esportatori di guerre, li eseguivano bombardando, alle volte sbarcando ed occupando territori stranieri. Poi, improvvisamente, organizzavano fughe scandalose. Sono servite però per meravigliosi films. Il caso Gergiev per i fedeli riarmatori a debito italiano, viene organizzato per difendere la società aperta, non per soddisfare i desideri dei "messi male" tugnini e di Macron, un altro arcobaleno che si sta spegnendo. Linkiesta e la sua corrente armaiola, mostrano quotidiane preoccupazioni per una guerra che non doveva nemmeno iniziare, foraggiata a colpi di miliardi di dollari che adesso ci vengono richiesti. Qualcuno cerca di smarcarsi, ma siamo prigionieri di una maggioranza europea che non credo rispetti il volere della mia nazione. I fortementi contrari esistono nei due schieramenti. La stessa Schlein, con capriole e l'incomprensibile lessico, sembra più vicina a Conte che ai troppi democristiani iniettati nel Pd. Putin aspetta che qualcuno abbia il coraggio di dichiarare persa e finita la guerra. Nessuno si prende la responsabiltà di pronunciare la ritirata. Le gemelle giornalistiche di Elkann sono in attesa di ordini. Non si capisce chi li invierà da sinistra. Il concerto nella Reggia di Caserta è stato annullato. Pericolo scampato.
massimo lugaresi