mercoledì 22 maggio 2019

Scusate il Disturbo

Sono quello che ha redatto il Piano Spiaggia di Rimini. Chi lo riconosce valido nel suo impianto o in maniera, più o meno critica, attribuisce la stesura al progettista, ricordo che lui ha disposto tutta la parte "tecnica" ma su precise impostazioni del sottoscritto. Le prove di quanto affermo sono diverse: 1) l'architetto Volta aveva già redatto un piano chiamato Parco Spiaggia che regolava dal Porto all'Ausa. Talmente assurdo che non uscì mai dagli armadi degli scheletri. Sarebbe logico chiedersi, tra prima e dopo, alla distanza di un anno, quale elemento si è inserito. Tanti continuano a fare finta di niente. Sono quelli che hanno partecipato direttamente o indirettamente ad annullarlo per impedire la sua esecuzione. Anche l'architetto progettista Volta, che aveva fatto una serie di modifiche, immagino concordate, con l'assessore che mi aveva sostituito. Faccio questa dichirazione spontanea, non per farmi bello (impossibile) e neppure per amore di verità, un peccato mortale, ma semplicemente perchè sono convinto che a Rimini serva una autentica innovazione. Cosa leggermente diversa dalle feste senza bando. La rivoluzione deve partire dalla spiaggia. Unico "bene" intatto cara Franchini. Il "mio" Piano prevedeva ed imponeva gli accorpamenti che oggi possono apparire scontati ma 15 anni fa nessuno ne parlava, tantomeno i bagnini. 2) la scelta di non disegnare, come Ermeti, cabine, tendaline ed altre amenità, mi spinge a dire che il compito dell'imprenditore sia decidere l'impostazione dello stabilimento balneare in funzione del prodotto che vuole perseguire e vendere. Spiaggia diversificata: sport, svago, benessere. La mia impostazione aveva un limite fatale. Imponeva agli operatori l'obbligo degli accorpamenti e relativi progetti innovativi. In quel periodo i bagnini e le forze (tutte) che li sostenevano, si sentivano ancora i Signori della Sabbia. Bolkestein brindava in solitaria compagnia. Il mio Piano concedeva cinque anni di tempo. C'erano le elezioni subito. Se non vi fossero stati nuovi soggetti interessati alla realizzazione di quanto previsto, si continuava con le vecchie concessioni. Non avevo capito che un lavoro come quello dei bagnini avrebbe ingolosito perfino i cinesi di Huawei. E' tutto scritto nel Codice della Navigazione, invito la Franchini a leggerlo prima di sedersi sotto l'ombrellone di Bugani. Afferma che la concessione va data a chi persegue il maggiore interesse pubblico. Ovvio che al momento sono i cittadini che hanno votato Gnassi e la Lista Civica che compone la maggioranza con i bagnini. Oggi la discussione è: bandi si bandi no. La Direttiva Bolkestein è del 2005. Hanno già goduto di una proroga illegittima di 15 anni. Vi pare poco? Non credo neppure nella discriminante economica, dettata dal chi offre di più. E' più importante per la città l'organizzazione dell'unico bene rimasto intatto. La spiaggia la crea il mare, se la collocazione l'avessero decisa i piddini strategici, avremmo visto un'altra Fiera e Palas per non parlare della Questura. La spiaggia deve essere organizzata anche per fornire servizi agli alberghi, costruiti su lotti infami. Cucine troppo care per essere onorate a 23 euro. La maggioranza delle nostre strutture alberghiere è sotto la soglia delle 40 camere. Pranzo e cena diventano inconciliabili con il prezzo. Il compito degli operatori sarebbe prendere carta e penna e "disegnare" la spiaggia che vogliono. Se siamo d'accordo anche su questo, oltre a non votarli più, rimane l'affermare che le aree in fregio al lungomare devono servire per realizzare stabilimenti balneari più competititvi. Leggo che vogliono cambiare il vino a Bolkestein, senza specificare quale, allora indire i bandi al più presto sarà la rivoluzione.
Sandro Baschetti