mercoledì 1 maggio 2024

La Ducia di Pescara

La propaganda piddina sta subendo l'attacco di Giorgia alla roccaforte europea. L'adunata di Fratelli d'Italia a Pescara, città di mia madre, ha permesso a Mario Lavia, penna radical, ovviamente chic, di Linkiesta, la scoperta del nuovo (ironico) nomignolo per la Premier, oltre all'ennesimo accostamento al remoto fascismo. Oggi viene chiamata, in attesa di fantasia migliore: La Ducia. Però Votate Georgia, così la scheda è nulla. Si sarebbe permessa, senza il green pass di Repubblica, di lanciare la sua candidatura alle europee, chiedendo di scrivere solo Giorgia. L'accostamento al famoso "vota Antonio" è stato quasi fatale, avendo la gestione della cultura. E' però comprensibile, quasi giustificabile, l'atteggiamento rancoroso nella nuova campagna di liberazione. Non hanno un leader da contrapporre. La Elly suscita, nell'acquisita cittadinanza italiana, tanta tenerezza per l'esibita incapacità di mettere in riga due concetti comprensibili. Una scelta imposta, come le basi nucleari. Il partito, quello che rimane: obbedisce. L'alternativa era Bonaccini che rappresenta uno degli ultimi allacci al comunismo. I grillini, guastatori della politica, addobbano le contestate poltrone, non occupate da loro. Nel discorso di Pescara, la presidente del Consiglio ha lanciato la sua candidatura in tutta Italia («scrivete Giorgia»), mettendo in ulteriore imbarazzo la Schlein, costretta a cambiare abito e farsi fotografare con evidenti trucchi, dal giornale dei lavoratori italiani. Il giornalista radical, ma incazzato, ha classificato l'uscita della Meloni come populismo destrorso. Il tentare, ripetutamente, di allearsi, controvoglia e logica, con i grillini, dopo un corteggiamento ridicolo, rappresenta forse un colpo di genio politico? Fascismo, populismo, sovranismo, la triade ripetitiva della minoranza. Basta la Salis, come risposta.
massimo lugaresi