giovedì 18 dicembre 2025

Atreju

Nella inevitabile ascesa della Giorgia Meloni, dovuta (anche) alla desolante mancanza di avversari politici, Atreju è diventato il festival dell'unità (?) a destra ed il palcoscenico più ambito, dopo Sanremo. Nonostante l'impegno della propaganda piddina, dimezzata da Elkann, con la vendita delle due (ex) corazzate giornalistiche, Dagospia è costretto ad riusare le gradite tetted&culi, mescolate con i balletti della irrangiungibile Ducetta. Per compilare i commenti, estratti dai soliti suggeritori, evita i confronti con lo stato comatoso del Pd. Diventa obbligatorio inventare, giornalmente, epiteti e romanesche prese per il cu.. per tutta la compagine che li ha relegati nel più temuto girone infernale: l'opposizione. L'accoppiamento a 5 stelle, dopo una lunga storia di insulti, dona ancora qualche poltrona, di solito appannaggio degli ex grillini, oggi contini più che mai. Disparità talmente evidente ed avvilente che spinge molti cittadini a non usare più il voto. Alcune espressioni della società, più legate al potere locale, diventano decisive nelle tornate elettorali. Esempio: sindaci e governatori in carica, sono quasi sempre rieletti dalla metà (scarsa) dei votanti. La Ducetta in versione festivaliera, si esibisce in balletti e battute, mostrando l'evidente distacco dalla presunta rivale. Renzi, dialetticamente sarebbe il migliore, ma si è giocato tutto.
massimo lugaresi