Il Ritorno di Walter

Dopo Occhetto, il liquidatore, senza lacrime, del Partito Comunista è stato Walter Veltroni, creatore del miscuglio democratico. Un campo largo capace di ospitare i sopravvissuti alla decimazione giudiziaria. Ricordo i quattro che si alternavano in televisione e decidevano, surrogando i partiti colpiti. Siamo lontani dagli anni bui, un segnale confortante per la nostra democrazia. I resti della politica hanno continuato a vivacchiare, pur avvertendo la minaccia incombente. Lo si intuisce dalla resistenza che si scatena per la separazione delle carriere. Ci sono alcuni aspetti, ampliati con il concorso mediatico, che rendono urgente la soluzione. Garlasco, da solo, basterebbe a convincere i renitenti. Salvini è d'accordo. Walter ritorna ed il fondatore del Pd, parla del Cile affinchè il nostro paese e la sinistra capiscano cosa sta succedendo. Senza ambizione nazionale, senza progetti concreti e senza coraggio, i progressisti restano inchiodati a un’identità difensiva. Il paradosso della destra, povera di cultura politica che aspira a rappresentare l’intera nazione. La sinistra non ha fatto i conti con il nuovo tempo della storia. Un'altra affermazione della moda "quattro stagioni", usata da tanti esponenti democratici, per alleviare la sconfitta. Ho ripreso da Linkiesta, le parole dell'ultimo personaggio che vuole mascherare la clamorosa sconfitta, non solo elettorale, quanto nelle scelte che il Campo Largo sostiene. Oggi le social discussioni avvengono con modalità misteriose che avviliscono, senza alcuna necessità, la storica funzione dei partiti. La posizione del nostro paese nei confronti del "congelamento" dei beni russi, depositati in Belgio, conferma che la furbizia è l'arma che ci contradistingue. La divisione all'interno dell'Unione Ursula è l'aspetto più inquietante. Ogni paese gioca per interessi diversi che frantumano il concetto dell'Europa. Paradossalmente l'America di Trump è più vicina alla Russia, sempre per conclamata convenienza. 

massimo lugaresi