giovedì 25 dicembre 2025

Congelati

Usare gli asset russi, congelati nel 2022 in Belgio, per ulteriori sanzioni alla Russia, era la (grande) strategia della Unione Ursula. E' saltata per la contrarietà del Belgio, nazione ospitante i miliardi e della Meloni, con a fianco Macron. Il Consiglio europeo ha approvato un prestito da 90 miliardi per Kyjiv, senza usare i beni russi. Dopo una lunga trattativa notturna, l’Unione ha scelto il piano B, sostenuto da Italia, Francia e Belgio. I fondi per l’Ucraina arriveranno tramite debito comune, garantito dal bilancio europeo, mentre Cechia, Ungheria e Slovacchia, restano fuori dalle garanzie finanziarie. Il Consiglio europeo ha trovato un (faticosissimo) accordo per continuare a sostenere finanziariamente l’Ucraina, ma ha rinunciato al gesto politico più ambizioso. Dopo una notte di negoziati, durata oltre quindici ore a Bruxelles, i leader dei Ventisette hanno concordato un prestito da 90 miliardi di euro per il biennio 2026 2027, garantito dal bilancio comune e finanziato attraverso il debito europeo. Decine di miliardi in più non si notano nel mucchio, già donato. È una decisione che assicura a Kyjiv una boccata d’ossigeno vitale, evitando il rischio concreto di un collasso finanziario già dalla prossima primavera, ma che segna anche il fallimento (per ora) del piano più simbolico e controverso: usare direttamente i beni statali russi congelati in Europa per sostenere la difesa ucraina. L’Unione europea ha scelto la via più sicura dal punto di vista legale e politico? Domanda a cui i posteri (noi) daranno una risposta. L’accordo prevede che l’Unione raccolga 90 miliardi sui mercati dei capitali, con una cooperazione rafforzata che coinvolge 24 Stati membri, mentre Cechia, Ungheria e Slovacchia resteranno formalmente fuori dalle garanzie finanziarie. Il prestito servirà a coprire gran parte del fabbisogno stimato di Kyjiv per i prossimi due anni. Secondo le stime della Commissione, senza nuovi fondi l’Ucraina rischierebbe di esaurire la liquidità tra aprile e maggio 2026, con conseguenze dirette anche sulla produzione militare, inclusi i droni che sono diventati centrali nella difesa contro gli attacchi russi. Per rimanere sempre all'interno del candido mondo delle Ursule, i leader hanno ribadito che l’Ucraina rimborserà il prestito solo dopo aver ricevuto le riparazioni russe e che l’Unione «si riserva il diritto di utilizzare» i beni immobilizzati per coprire il debito, nel pieno rispetto del diritto europeo e internazionale. Siamo in preda alla satira finanziaria. Buon Natale?
massimo lugaresi