venerdì 7 gennaio 2011

La Scuola a Rotoli

Che la scuola pubblica sia allo sfascio è un sentimento che da molto tempo ormai aleggia negli animi di genitori, insegnanti e studenti.

In un eccesso di protagonismo, il primo rimedio che le classi governanti, a suo tempo, sono riusciti a mettere in campo è stato l’impellente necessità, quasi come in un bisogno fisico, dell’ aziendalizzazione della scuola.

Uno degli esempi di questa cultura è stata la trasformazione dei Presidi e dei Direttori Didattici in Dirigenti. 
Un segnale forte che, sul piano pratico, ha sortito l’aumento dei costi, mentre sul piano culturale  ha sancito formalmente il passaggio dalla scuola democratica alla scuola odierna. La scomparsa formale di Presidi e Direttori e la conseguente apparizione del nome di Dirigente sulle targhette degli uffici, ha creato nuovi manager pubblici che naturalmente, per dimostrare la propria bravura e avendo compreso i veri bisogni della scuola, si sono lanciati in spericolate operazioni di risparmio.

E’ risaputo ormai da diversi anni come in molte delle scuole elementari Italiane la carta igienica sia insieme ad astuccio, colori, penne e matite il set di completamento del novello studente.

Ma se mancano dati quantitativi sui reali risparmi e soprattutto sull’utilizzo delle somme derivanti dalla mancata fornitura di carta nei bagni scolastici, il dubbio sulle reali garanzie culturali di una scuola che non garantisce nemmeno la carta igienica è certezza.

Quei  rotoloni di carta, accettati da molti, complice forse l’effetto traino pubblicitario,  allungano una pericolosa ombra culturale sulla considerazione dell’importanza di una scuola pubblica quale bisogno primario per una società avanzata.
nuvola rossa

--