mercoledì 26 gennaio 2011

No al Trc


L’abbiamo ormai letto e sentito in tutte le salse: il Trasporto Rapido costiero si farà.Non solo, sembra addirittura che tutti siano d’accordo e che i riminesi non aspettino altro.Secondo i politicanti il TRC è “la soluzione” (bi-partisan) ai problemi della mobilità di Rimini e, sempre secondo loro, tutti i cittadini e le organizzazioni economiche lo stanno trepidamente aspettando. Di sicuro invece sono molti, e di sicuro il Movimento 5 Stelle riminese fra questi, che pensano che opere di tale portata andrebbero discusse seriamente insieme alla cittadinanza aggiungendo, finalmente, tra i vincoli di progetto anche la ricerca dei benefici per la comunità. Il primo articolo della nostra Costituzione, amata da tutti tranne da chi ci rappresenta, recita al comma 2 che “La sovranità appartiene al popolo“, principio che attualmente viene interpretato attraverso la delega che periodicamente i cittadini trasferiscono ai politici in occasione delle elezioni. Attraverso le elezioni, gli amministratori hanno ricevuto una delega che corrisponde in tempo alla durata del loro mandato e con capacità di spesa non superiore alla somma dei bilanci dei relativi esercizi. È opportuno quindi, ma soprattutto rispettoso dei principi costituzionali, consultare i cittadini ogni qualvolta si presenta la necessità di fare scelte che superano i limiti della delega ricevuta. Nella realtà invece ci troviamo amministratori che realizzano opere come il TRC (ma anche come l’ampliamento della SS16, il Palacongressi) destinate a durare per numerosi decenni con impegni di spesa che per altrettanti anni ricadranno sull’intera comunità, e senza che la comunità stessa abbia avuto minimamente la possibilità di esprimesi su queste opera (sarebbe questo il senso della tanto decantata ma poco praticata, democrazia partecipata). Per queste ragioni sarebbe serio e di buon senso istituire per queste opere un referendum che avrebbe la possibilità di informare i cittadini del problema e delle possibili soluzioni da adottare, con quali costi e tempi di realizzazione e soprattutto la valutazione del miglior beneficio per la comunità. Tornando al TRC, noi consigliamo di verificare l’esperienza bolognese del Civis, soluzione gemella al nostro, fallimentare e mai andata realmente in porto. Le vetture sono ancora ferme nel deposito dopo 90 milioni di euro. Noi chiediamo un minimo di buon senso e di serena valutazione. Sappiamo che le corsie di Statale (sempre che si trovino i soldi per questa viste le recenti dichiarazioni di Vitali) e Autostrada passeranno da 6 a 14 (già una disgrazia di per sé) e che il TRC non lo prenderà nessuno proprio perché non porta in nessun posto utile per 9 mesi all’anno: non va alla fiera, non va all’aeroporto, all’ospedale, al centro studi, al Gros né ai centri commerciali. Forse anche i promotori di quest’ultima “necessaria opera” se ne sono resi conto, visto che si è lanciata l’idea di far arrivare il TRC fino a San Marino. Una ventata di aria fresca: è solo dal bombardamento del 1944 che in tanti chiedono venga ripristinata la linea ferroviaria Rimini San Marino. Aggiungiamo sull’A14: visto che oramai i lavori della terza corsia sono in progresso e quindi non ha più senso fermarli si potrebbero fornire i cittadini della provincia di telepass provinciali che funzionino sulla tratta Cattolica-Santarcangelo che verrebbero scontati dalla fattura (il resto sarebbe fatturato normalmente). I comuni (o provincia) pagherebbero le tratte provinciali utilizzate ad autostrade ed Autostrade Spa metterebbe quegli incassi in conto capitale per progettare e costruire un tracciato alternativo esterno. Tempo 20, 30 anni disporremmo di una complanare a 3 corsie e dell’inquinamento generato dall’autostrada in altro territorio meno stressato dal punto di vista dell’inquinamento ambientale.
Vantaggi: 
1) Investimenti dilazionati nel tempo e tarati sull’effettivo utilizzo (si pagano solo i pedaggi effettuati)
2) Decongestionamento immediato della vecchia statale
3) Utilizzo più efficiente delle attuali strutture (tracciato autostradale)
4) Risorse altrimenti destinate al TRC spese realmente per gli utenti in una logica di investimenti futuri
Concludendo, il TRC fatto con questo progetto è solo un danno, costa troppo a farlo, ancora di più a mantenerlo, va a consolidare una barriera che già fa “soffrire” Rimini (la linea della ferrovia), non elimina il traffico al mare.Sappiamo perché l’amministrazione lo voglia (15+41 milioni di euro di finanziamenti), ma i cittadini? Se i nostri amministratori sono così certi che i riminesi lo vogliano, perché non chiederglielo?  Esistono valide soluzioni alternative. Basta fare una linea preferenziale per la TRAM, Rimini-Riccione, razionalizzando e ottimizzando la trascurata e sofferente linea 11 e la 124 per le zone più interne e/o usare la ferrovia, aggiungendo altri treni locali nelle ore di punta. Tra l’altro, con la stazione alla fiera già pronta si possono portare migliaia di passeggeri da Cattolica, Riccione, Miramare, Rimini, o Santarcangelo fino alla fiera, a poco prezzo.
a cura del GDL A.E.U Lista Civica Rimini 5 Stelle.