giovedì 20 giugno 2019

Trojan

È tutta una questione di trojan... Le ordinanze sindacali evidentemente non fanno effetto se nelle maglie di quelle reti finiscono anche i parrucconi, i mastini dello status quo, dell'ancien regime. Ho perso il filo, perché solitamente scrivo seduto sulla tazza, come contrappasso alla deferenza a cui mi debbo educare giornalmente, quando tratto certi argomenti e mi è scappato... Non vorrei qualcuno all'ascolto interpretasse e intendesse la tazza del caffè. Su quella non ci si siede! Banditi possibili equivoci, mi soccorre la pazienza per non avere ancora letto stralci di intercettazioni... Pare abbiano scoperto violino la privacy. Le foto invece degli ammanettati di provincia, prima di sentenze, chiusi in mezzo alla meglio gioventù in stellette, poi nel gabbio invece non la violano. Come le foto sui giornali il "day after" o i nomi adesso, per grazia divina, sostituiti da iniziali o descrizioni dettagliate del lavoro o professione che svolge il fortunato salito agli onori delle cronache giudiziarie. Ho intrapreso da sempre uno scontro dialettico con un certo tipo di giornalismo a buon mercato. Del resto non ci sono troyan senza markettari e non c'e' occasione migliore per avere un po' di pubblicità che non valga la pena utilizzare in questa terra di predatori. La cosa che adoro di più è vederli godere mentre indorano la pillola che non va giù alla civiltà giuridica, spalmando vasellina sul lato oscuro dello schermo, o fra le righe di dissertazioni mediocri, che rappresentano esattamente il livello intellettuale dei tutori della privacy, quando la mano trema se il culo può diventare il loro. Ho visto quasi mai magistrati arrestati, giornalisti ancor meno. Dice che se succedesse ci si troverebbe in regimi autoritari... Sia doveroso allora dotarsi di un efficiente codice etico sia per gli uni che per gli altri. 
R.Urbinati