venerdì 14 febbraio 2020

Asta Est Fabula

Queste si dice siano state le ultime parole scandite in vita da Ottaviano Augusto, figlio adottivo di Cesare e suo prescelto. Cagionevole di salute e di aspetto incerto, fu l'imperatore per antonomasia a cui si deve la Pax Romana o Augusti. Alla storia consegnate e da essa condotte a noi. "Lo spettacolo è finito". Le prendo a prestito come auspicio affinché quanto vedo e sento possa finalmente finire. Il governo più maldestro della storia, eppure ne abbiamo avuti, credendo fossimo arrivati al fondo... Eppure pare un gorgo infinito. Eppure... Mai visto nei miei 47 anni ormai un Presidente del Consiglio double face, buono tanto sia per la collezione autunno inverno che primavera estate. Le sue liutose parole nascondono il peggio che possa sfilare sulle passerelle della moda mondiale e scandiscono una rivoltante arsura di dispotismo privo di barlumi. Il PIL scende, il debito esplode, le sacche di privilegio si conservano e trovano new entry... Eppure il problema pare sia la prescrizione. Cosa avrà fatto di male il popolo italiano da meritarsi la sudditanza oltre a sopportare tutto? Ho ascoltato perfino chi si è accorto, oltre un lustro dopo, che la firma sulla giustificazione per l'assenza di minima vigilanza quando, zaino in spalla e dotato di auricolari alla Boncompagni in Ambra style, frequentava la scuola aeroportuale per bravi amministratori. C'è bisogno di credere davvero nei miracoli senza recarsi a Mejugori per non sbellicarsi dalle risate. Non s'ode più il grido funesto: indebitarsi, indebitarsi, indebitarsi!! Abbiamo già capito come finirà: ha firmato Mr. Paperino, insieme ai minorenni Qui, Quo e Qua. Verrebbe voglia di dar ragione a Bonafede! Del resto se è possibile offendere la Giustizia, non lo si faccia col buon senso. Ca nissuno è fesso! Per fortuna pur messo a dura prova resto è rimango un garantista. È diverso da coglione sia chiaro! Aliena vitia in oculis habemus, a tergo nostra sum... è vero cari politicanti! Li ho visti ergersi a padre nostro, i sancta sanctorum della capacità. Loro concedevano patenti di appartenenza e giudizi di capacità mentre, ora dicono, gli falsificavano le firme sopra la scrivania. Non ho più niente da aggiungere. Uno spettacolo sconcertante. Non mi sono mai divertito così tanto ad assistere una mise in scen. Non c'era bisogno di un teatro, anche se ho condiviso in giunta le ragioni della sua restituzione alla città. Su quelle scene si esibiscono professionisti veri che per fortuna sanno quello che dicono anche se non l'hanno firmato loro il copione davvero. Va bene così... Ci meritiamo quello che passa il convento.
 P. S. Ad impossibilia nemo tenetur. Dio ci salvi dallo spettacolo. Arrivi la prescrizione! 
R.Urbinati