giovedì 27 febbraio 2020

Secondo Tempo

Il virus ci ha infettato. Abbiamo cambiato abitudini, vie, programmi, pensieri ed opere. Tutto in pochi giorni. Non userò Conte come arbitro responsabile di quanto successo nel primo tempo di una partita destinata ai supplementari. Sono nato il 2 giugno del lontanissimo 1944. A rischio corona e non solo. Il mio ingresso nel mondo fu accompagnato da uno degli ultimi bombardamenti nelle saline di Cervia dove la mia famiglia si era rifugiata. Della guerra non ricordo niente, il dopo invece quasi tutto. Lunedi scorso al Conad viserbese, detto del buco, che frequento da sempre, sono stato colto dalla paura bellica. Ho allestito un carrello pieno di acqua, pasta, latte, pane per il centro di accoglienza dei nipoti. Non ho avuto dubbi, anzi l'avrei riempito di più se avesse avuto il rimorchio. Gli altri come me, alcune peggio. La direzione lavori del paese è stata pessima. L'informazione schifosa. Hanno provocato, voluto, cercato la folle reazione dei cittadini, Minacciato e costretto chiusure insensate. Le regioni si sono appropriate dell'autonomia scoordinata. I telegiornali del regime in minoranza sono passati dai messaggi papali dedicati ai falsi migranti agli allarmi più cretini. Si sono create le correnti virologhe. Burioni ha fondato subito la sua. Una diceva che era solo una influenza passeggera, l'altro invece annunciava che la morte per noi (vecchi) era vicina. Le tv pubbliche, con canone legato alla luce, hanno, come sempre, ospitato i preti nubili ma pronti per la benedizione necessaria. Una pandemia gestita all'italiana. Per fortuna siamo anche un Paese diverso. Lavora, protegge, opera. Il sistema sanitario del nord ha retto a dispetto dei suggeritori governativi. Mattarella è passato dagli abbracci scolastici cinesi ad un pregevole silenzio. Fine primo tempo. Il secondo è appena iniziato con la palla concessa a Coronavirus. Dopo l'allarme siamo nella fase dell'abbiamo "quasi" scherzato. I camaleontici operatori del regime si adattano ad ogni influenza, rapidamente. Si chiami Renzi o Conte. Andiamo avanti così. Mi piacerebbe assistere al terzo tempo. Ci arriverò? Dovrebbe essere quello del voto agli attori di una tragica farsa.