martedì 15 settembre 2020

Il Giornalista del No

Ho letto questa mattina, con stupore malcelato, che il giornalista (di punta) del Carlino in edizione Barnabè, l'unico riccionese innamorato di Gnassi, ha rifiutato l'incarico di "writer" del Sindaco Parma, nota aderente al club gnassiano. Temevano che le ripercussioni referendarie sulla mini casta riminese fossero pesanti? Qualche cosa è successo dietro le finestre prospicienti la sala del Principe. Hanno la fortuna di salutarlo tutti i giorni in attesa del piccione con i pizzini di Fabrizio. E' lui il migliore degli scrittori a cottimo. Il "nipporiccionese" dedicato ad un corridore del Gran Premio Gnassi, svolto per caso a Misano, è originale. A Radio Capital l'hanno segnata come fosse di Vauro. Il mio punto di riferimento giornalistico sembra in preda a convulsioni iettatorie. Il panorama che hanno scelto, con il cambio editoriale, avrebbe provocato, se fossi credente, dei tumulti nella tomba del grande Cardellini, ma non sembra portare dei benefici. Lo stesso accade alla loro sorella toscana: La Nazione. La vittoria di Bonaccini, spinta più delle sardine, li preserva da una estinzione giornalistica, ma il numero delle copie invendute allarma. Mi chiedo: perchè li devi votare, se son sei iscritto ad una parrocchia piddina o militi in una delle giunte rimaste o non sei nel ricco recinto di Hera o godi dei benefit, come la prestigiosa famiglia di fatto e stipendio, Petitti&Bernabè, oppure salendo il grado culturale non presti servizio nell'università balneare o fingi di farlo in altre sedi, come i maestri e professori che non rischiano il contagio? Le partite iva, molte di più, possono anche morire. Lo fanno silenziosamente, prima vogliono andare a votare.