sabato 26 settembre 2020
La Regola di Barnabè
Mi era sfuggito. Un amico, prezioso collaboratore, mi ha inviato l'ultimo cameo, in ordine di tempo ed ordini, ospitato dalla rubrica Noi Riminesi di Carlo Andrea Barnabè. Il direttore che ha mutato la pelle editoriale del Resto del Carlino in una biscia rossastra. Il lettore, fa parte di una ristretta cerchia di fedeli che scrivono per farsi rispondere da..Gnassi. Dicono che il Direttore pranzi tutti i giorni, eccetto i festivi, con il grande Bronzetti. Una coppia che permetterà anche alla Petitti di interpretare la parte della sindaca. E' vero che i blog riminesi, eccetto due, sono tutti più o meno (più) spudoratamente in orbita piddina e melucciana, qualche volta coincidenti, però così non è un gioco ad armi pari. Quando devono inaugurare arriva Bonaccini. La Regola di Barnabè è frutto del dessert. Il Direttore sostiene, con qualche ragione, che i candidati uscenti hanno vinto. E' valso per i governatori e per i sindaci. Il dramma riminese è che il "suo" Gnassi non è candidabile, altrimenti verrebbe eletto a suffragio popolare, mentre colloquia con il Castello. Gennari, con i tanti "non ricordo", invece lo può fare. Cosa hanno inventato a tavola? Una postilla che permette al Principe di indicare il successore, naturalmente tra la giunta balneare. Il mio Morollino non ha chance, eppure prenderebbe il triplo delle preferenze di Jamil, solo per il cognome..diffuso. Del genio del bilancio e bandi, non parlo. Il centrodestra è senza speranza, senza disperarsi. Governare è rischioso, meglio occuparsi delle lampadine o di qualche stronzata che ti permette la visibilità di un articolo regalato, sempre dalla tavola di comando. Eppure sarebbero in larga maggioranza. L'assenza di forti ideologie, permette transumanze da uno schieramento all'altro. Movimenti fluidi al punto di sciogliersi da soli, mancanza di strutture atte alla partecipazione dei cittadini, sindacati come civivo e l'isolamento da covid, hanno stroncato l'opposizione. Speriamo nell'eccezione alla Regola.