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Quello di Draghi è un tardivo addio alla politica italiana. Ha cominciato subito dall'Alto ed ha perfino tentato la scalata del Colle. Hanno ceduto i "chiodi" e Mattarella gli ha impartito una lezione "democristiana", quelle di una volta, adesso si chiama Pd. Come accade ai fanciulli presuntuosi, se la prende con i colpevoli della sua caduta fragorosa. E' nervoso, il ghigno si contrae, nelle televisioni (servili), come Gnassi finge di salutare un pubblico plaudente ma credo inesistente. Uno dei nemici in campagna (naturalmente) piddina, suo ultimo rifugio, è Salvini. Non è nemmeno originale. Il suo balbettante governo di quasi tutti, stava in piedi solo grazie alla (errata) presenza del leghista, principe dei selfie ma schiavo dei Giorgetti. Il governo, al segretario leghista, è costato dieci punti di onestà politica. Quelli e forse più che traghetterà alla Meloni. Manca una settimana, altrimenti il suo sbandierato occidentalismo l'avrebbe portata da Biden. Tanto non la riconosceva. Ci andrà dopo, è obbligatorio. Ribaltamenti della nostra storia. La sinistra che diventa "portavoce" dei guerrafondai? Tentano di stravolgere la trama con il sovranismo e populismo, poi la Svezia, terra democratica, si sveglia ed ha trovato l'invasor, votandolo. Ho letto che l'interpretazione che viene data dalla propaganda piddina sul "pupazzo prezzolato" che parla di nascosto con Mosca, sia proprio Salvini. Strano, dicono che i migliori affari con la Russia li abbia fatti Letta ed il suo governo. Allora la sua dacia era un covo aperto a tutti. La campagna elettorale impostata sulla guerra, nasconde le sanzioni che ci stanno "ammazzando". Il prezzo del gas non lo ha impennato Putin, ha chiuso i rubinetti come risposta. Nel mercato olandese fabbricano i future. Però noi abbiamo imparato come si accende una pentola senza ..gas. Diventeremo bravissimi. Addio Draghi. massimo lugaresi