lunedì 10 luglio 2023

Da Sinistra

Hanno scelto come alleato, un partito "virtuale", scompare localmente e riappare miracolosamente nelle conte nazionali. Si dividono, comicamente, i resti della carcassa. I compagni, per non votare la Schlein riescono a "digerire" Conte. Il governo visto da sinistra, vuole dire ancora per il 90% dei giornali sul mercato e settimanali della stessa greppia, un insieme di beoti ed immancabili gaffeurs. Poi alla prima Umbria che capita prendono sonore mazzate. Troppo intrisi del fallito migliorismo. La presunzione che li anima sta diventando disperazione. La Meloni li batte su tutti i campi che hanno voluto occupare. Anche la guerra. I pifferai di Repubblica li hanno condotti per mano, verso un atlantismo che la Giorgia pratica molto meglio, con più robuste ragioni. Possono però contare sull'appoggio incondizionato di quelli che mangiano abbondantemente nei pascoli piddini rimasti. Rimini, ad esempio, è ancora uno dei più ricchi. Hanno dipinto di green anche le pale sul mare, vinto senza avversari ed inutili marchingegni, le ultime elezioni, eppure il fluido della Notte Rosa non ha funzionato. Invecchiato come gran parte della città. La vera battaglia, politica e sociale, al momento ancora dialettica, si sta combattendo sul fronte della giustizia. In questi venti anni a senso unico, l'accompagnamento del Pd è stato premuroso, affettuoso e garantista. Il risultato è Matteo Renzi e famiglia. Il ministro della Giustizia non sembra un timido esecutore, sarebbe però sbagliato farla diventare una corrida sulla pelle dei cittadini. Separazione netta delle carriere è il primo doveroso passo, la riforma sarebbe perfetta se ci fosse la responsabilità del giudice, non finta. I processi mediatici sono sintomi di inciviltà. Apache è l'ultima (?) dimostrazione. Lui fa notizia, quanti sono quelli che vengono giustiziati senza processo?
massimo lugaresi