lunedì 17 luglio 2023

Domenica con Melucci

Aspetto la domenica, di solito per pescare nel mare talmente bello che è quasi vuoto, ma il ritorno (bollito) è sempre dedicato alla lettura del sermone settimanale di Maurizio Melucci, su Chiamami Città, ospizio radical chic della sinistra. L'ultimo lo ha dedicato all'Alta Velocità, sulla linea adriatica da Bologna a Bari. Nei giorni scorsi il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti avrebbe chiesto al gestore della rete di elaborare uno studio di fattibilità per una nuova linea dell’alta velocità. L’alternativa è la velocizzazione della linea esistente. La differenza di costi tra le due soluzioni è di 50-60 miliardi contro 5 miliardi di euro. Dice subito che Rimini si dovrebbe schierare contro senza se e senza ma, tenendo conto (non lo dice) che è una iniziativa di Salvini. Le ragioni della sua ostilità, non risiedono solo nel cambio del proponente, ma sentita la Schlein, sarà uno dei fondatori della Lista Alta Velocità, ma con iudicio. Sono scelte che, io, non vedrò sicuramente. Mi sono sempre fidato di Melucci, una delle poche teste che pensano, dicono, ma alle volte (una) sbagliano la corrente. Le ragioni
 sono semplici e riguardano l’impatto ambientale, le stesse che portano a "bruciare" qualche ettaro verde o quasi, attorno alla stazione od un parco a Viserba per una piscina che doveva nascondere un Conad come fosse Esselunga. L’alta velocità sarebbe una nuova linea che nel nostro territorio passerebbe molto a monte dell’autostrada. Sarebbe necessario una stazione dell’alta velocità lontana qualche chilometro da Rimini e dalle altre località costiere. Inevitabile nuovi collegamenti ferroviari con l’attuale linea. Una vera e propria devastazione del territorio. La stesso destino della "famosa" Complanare terminata nelle casalinghe rotonde sulla circonvallazione più vecchia d'Italia. Solo i mattoni ci fanno ancora sognare.
massimo lugaresi