venerdì 8 aprile 2011

Un Senso

Ho letto sul Corriere un confuso articolo firmato da fantomatici moderati del Pd, nel quale tentano d'affrontare il difficile rapporto con Sel a Rimini. E' impostato su singoli casi, come l'estromissione di assessori o la cacciata di consiglieri e non sembra percepire l'essenza del problema, il dilungarsi su alchimie rende perfino difficile la comprensione. La difficoltà del Pd non è rappresentata dal rapporto con Sel, caricaturizzato come fosse composto da  episodi e non da una totale diversità d'approccio su tanti temi che la componente postcomunista fino a poco tempo fa considerava dogmatici ed i vendoliani cercano furbescamente di recuperare. Lo scontro ha radici più profonde, che affondano nella ribellione contro un Partito Apparato che perpetuando se stesso, si adagia sul populismo di basso livello. Il vuoto amministrativo nasconde accordi con i poteri forti della città, un'analisi che diventerà perfino scontata all'indomani dell'eventuale sconfitta addebitata a Melucci, il candidato è un prestafaccia. Se volevano iniziare un percorso diverso e trovare un accordo con Pazzaglia, sarebbe stato necessario indicare una persona diversa da quella vittoriosa per pochi voti, conosciuto troppo bene da Fabio. Per intercettare i voti scontenti non poteva raccontare che tutto sarebbe cambiato con uno come Gnassi.


sandro baschetti