sabato 17 agosto 2019

D-Day

Sono arrivato a grandi falcate a sfiorare la mezza età. È passata in mezzo a mille chiacchiere di presunte rivoluzioni, tutte liberali, finite in un fuoco di paglia. Dopo circa 20 anni di berlusconismo, diversi strampalati tentativi di riforme costituzionali, sempre a colpi di maggioranze posticce, canguri et similia, siamo alle restaurazione dei riti della prima Repubblica, ahinoi però con uno scenario internazionale completamente mutato, una EU immatura e preda dei nervosismi puberti, una globalizzazione gestita in maniera verticista e con dominio ancora da assegnare. E l'Italia, quel piccolo punto parafrasando un Vate, quando non corre Libero e Bello, portaerei naturale in Adriatico e ponte virtuale verso il Continente Nero, costretto a combattere con i suoi spettri del passato. Ci sono tutti gli ingredienti per vedere mettere in scena la crisi di governo più pazza e divertente del mondo. L'incanto di un maggioritario con sistema bipolare a bipartitismo muscolare è uscito con le osse rotte. D'altronde non ho mai capito come potesse avvenire la scissione dell'atomo senza i componenti necessari. È come sfregare la pelle sull'asfalto prendendo la rincorsa in motorino per tentare di accendere il fuoco. Al massimo ottieni scintille, ma ti spacchi tutte le osse. Occorreva come occorre una discussione che porti ad una Costituente ove le migliori menti pensino, in una magia simile a quella del 46/48, ad arrivare a forgiare un alto compromesso per rendere performante l'azione politica di questo Paese nei prossimi secoli. E poi un'azione prepotente per portare l'Europa ad essere il fulcro, giocando di sponda con tutti, di un rinnovato umanesimo. Invece rimaniamo invischiati in barattoli di sistemi inefficienti e impacciati ove pochi abili, nelle loro rispettive posizioni di garanzia, giocano le loro carte ormai tutte di un colore solo. La diagnosi di una esistenza, arrivata a contare 46 anni, merita dunque la decisione del completo e austero disimpegno. Del resto chi come me ha servito in coorti di terziarii non ha più voglia né di scontri né di confronti, vieppiu' con chi sa ormai solo impugnare lo scudo della propria omertosa permalosita'. Questo lo pubblico. 
R.Urbinati