massimo lugaresi
venerdì 31 ottobre 2025
La Minoranza
Mostra l'ambiguità morale che alberga a sinistra. Così sentenzia Linkiesta, blog di Davos e rearmatori. La precaria segretaria, si sarebbe limitata a telefonare a Fiano, presidente della "Sinistra per Israele" a cui è stato violentemente impedito di parlare alla Ca'Foscari. Una delle tante risposte, non armate, alla tragica e menefreghista volontà di Netan. Non condivido l'atto, sono stato educato al rispetto reciproco, anche se le guerre e lo sterminio palestinese, rendono impossibile il silenzio. La Schlein si sarebbe schierata, ancora una volta, con l'ala più estremista del suo partito che non nasconde l'antisemitismo. Il Likud, partito di Netan è invece alleato con i colonialisti, quelli che vogliono la Pulizia di Gaza, dopo avere insediato 200 colonie in Cisgiordania. L'attentato del 7 ottobre sembra congegnato appositamente. Linkiesta segue la politica del non sento, non vedo, qualche volta parlo, cerchiobottismo che alberga da troppo tempo nel miscuglio, insostenibile, del Partito Democratico. E' il partito più diviso, eppure viene sostenuto da una caterva di giornali, pieni di osservanti o appartenenti al sionismo italiano. La scelta della Schlein aveva anche questo imprint, fallito clamorosamente.
giovedì 30 ottobre 2025
In Casa D'Altri
Per Dagospia è diventato un vizio giornaliero guardare solo in casa d'altri. Senza pensare o nominare il suo Nazareno piangente. Quando "inventa" cose ardite che le gemelle Elkann non possono pubblicare, usa Dagoreport, una casalinga intelligenza, mescolata con piacevoli foto dal collo in giù. L'invenzione odierna riguarda (per caso) ancora e sempre la Meloni, miscelata con l'onnipresente Salvini, considerato il punto debole della destra. Senza contare che è nel libro nero degli amici di Putin. La strategia della sinistra si è indebolita, non solo per i voti racimolati nel tosco emiliano, ma per l'attismo di Donaldone, il picadero dei demo nel mondo. Intanto anche l'Europa si sta sciogliendo e liquefacendo. In tre più la Ursula bramano una guerra come fosse un biscottino per bambini noiosi. Anche Zelensky è usurato al punto di essere usato solo dal trio bellico. La propaganda finora è stata più pericolosa delle migliaia di droni regalati da noi. Le scarse notizie che arrivano dall'altra parte, segnalano una progressiva occupazione di terreno da parte russa. Ed allora aumentano i bambini uccisi e bugie a go go. Brutta storia che non vede la fine, sarebbe la sconfitta dell'occidente. Uomini, donne, bambini e miliardi sacrificati per la storica avversione di qualche nazione per l'Unione Sovietica prima e Putin adesso. Essere occidentali ci costringe a diventare seguaci di Macron, non bastasse il maschione, anche di Merz? Nel suo andamento impetuoso, Trump ha incontrato due ostacoli non sormontabili per la Great America. Con Russia e Cina meglio trattare. Sostituire Salvini con Calenda è come comprare David e farlo giocare.
massimo lugaresi
mercoledì 29 ottobre 2025
Imbelli
Spunto tratto da La Stampa, gemella giornalistica di Elkann. Personaggio alla rovescio del famoso Re Mida, quello che trasformava in oro tutto quello che toccava. Fra i "tocchi" nefasti del rampollo agnelliano c'è (purtroppo) la mia Juve. Anche nel calcio non ne ha indovinata una, nemmeno casualmente. Si è attorniato di fedeli seguaci ed un presidente che con lo sport del pallone, sembra non avere alcuna intimità. Un disastro mai avvenuto prima. Campagna acquisti per il terzo anno fallimentare, le vendite invece sono state un affare per i compratori. Lo dico da tempo, dopo avere messo sul mercato i due giornali che hanno fatto fare al Pd la stessa fine in bianconero, accetti la richiesta di Tether, il nuovo socio pieno di stablecoin. Si faccia da parte, sarebbe la prima azione gradita dai tifosi. Torno alla Stampa ed all'articolo della Ghisleri. Inutile dire a quale corrente bellicista appartengono. L'imbarazzo che trasuda nella redazione è leggibile, hanno subito due sconfitte epocali: Meloni e Trump. I baci&abbracci tra la premier, in costante ascesa e Donaldone, guest star della pace, rendono gli articoli difficili da confezionare. Ai dem è rimasto Landini. Dimenticavo: anche le previsioni dettate in intimità, dicono che gli italiani vogliono, in maggioranza, la cessazione delle guerre. Solo la Meloni lo ha intuito. Vorrei solo che finissero di scrivere che quando bombarda Putin distrugge asili e muiono solo bambini. Zelensky invece ha mira fantastica. Non sbaglia un oleodotto.
massimo lugaresi
martedì 28 ottobre 2025
Riformisti Vs Populisti
I riformisti del Pd rompono il silenzio, e indicano la via per un centrosinistra più forte. Lo scrive Mario Lavia su Linkiesta. Picierno, Gori, Guerini e gli altri, riaprono a Milano il dibattito interno, non direttamente contro Schlein ma per dare all’Italia una voce progressista, europeista, in linea con i socialisti e democratici continentali, e soprattutto capace di governare. Abbiamo voluto rompere un silenzio colpevole, dice Graziano Delrio, chiudendo il convegno dei riformisti democratici che si è svolto a Milano. Stiamo dando una mano al Partito democratico, ha aggiunto. Il tono di questo primo appuntamento è stato volutamente mantenuto al di sopra delle beghe (?) interne. Però ora il silenzio è rotto. La componente è uscita dalla tana. I riformisti si sono ritrovati con bel po’ di gente. Il sindaco Beppe Sala ha avuto parole di apprezzamento. Il senso politico dell’iniziativa sta in quattro parole pronunciate da Giorgio Gori, un po’ il padrone di casa. Sono usciti dal guscio silenzioso ed hanno aperto almeno un timido dibattito. Piano, piano per non fare eccessivo rumore su Repubblica. Ci sono ancora troppe notizie che permettono di sviare un dibattito che l'accesso al potere aveva sviato. Non vogliono spaccare e forse non sanno nemmeno cosa volere. L'opposizione senza speranze credibili non apre una via d'uscita e rende la maggiooranza ancora più forte. Dedicarsi ad un antagonismo piazzaiolo, fomentando scontri con le forze dell'ordine, è un allenamento pericoloso.
massimo lugaresi
lunedì 27 ottobre 2025
All'Ingrosso
Si puo dire, all'ingrosso, che nel Pd esistono due correnti (totalmente) diverse da formare due partiti. Niente è più divisivo di una guerra che costringe ad assumere posizioni chiare e comprensibili. Ne sono arrivate due. La corrente che si definisce riformista, contiene (quasi) tutti i democristiani entrati inizialmente con Prodi e moltiplicati con i miracoli elettorali di Renzi. Esiste (mescolata) anche una pregevole presenza liberal-socialista, in sintonia europea. Picierno, Gori, Guerini sono le figure più rappresentative della corrente riformista che si è riunita a Milano, ospitata dal sindaco in sintonia. Sempre all'ingrosso, l'altra parte del partito, quelli che sono stati dolci comunisti, con l'arrivo della Schlein, si sono trovati in piazza con Landini diventato segretario di una Cigielle sempre più vecchia ed isolata. Occorre ricordare che il nascente grillismo era considerato, da tutto il Pd, come il più pericoloso avversario. Cambio radicale che non poteva lasciare indenne la sinistra. Invce, considerare nemica la Russia che ci ha rovesciato turisti ed aiuti per il Covid, è difficile da sostenere solo perchè lo vuole la Ursula e tre bolliti premier d'accompagno. Questo permette alla Meloni, in movimento, di giocare sui diversi tavoli, con furbizia e capacità che mancano alla presunta avversaria. Scendere in piazza come unica e ripetitiva azione del fine settimana è un format insostenibile, se viene anche usato per azioni di violenza. Il vangelo del mio partito, allora, li considerava peccati mortali.
lugaresi massimo
domenica 26 ottobre 2025
Un (altro) Calcione
E' il turno di Luigi Zanda, esponente dalle origini e successivi miscugli, del Partito Democratico. L'appartenenza alla corrente (fiumana) contraria agli abbracci senza baci con Landini, lo induce a mollare un "calcione" alla Schlein. Per molto, molto meno, una volta a sinistra si facevano almeno due congressi. L'ammucchiata voluta e realizzata con un partito pennellato per Renzi Matteo, non per antagonisti di professione, lo sta dissolvendo. Rimane numericamente in piedi, contando su alcune sporadiche isole favorevoli ed un sindacato che spacca i rapporti cuciti in questi anni, ma chiede alla Meloni di riferire alle camere. Hanno reso ferrea l'altra coalizione dove gli interessi personali e quelli ereditati sono vangelo osservante. Il divieto della tassazione bancaria e gli affitti brevi lo attestano. Hanno la fortuna di avere un ministro come Giorgetti che parla poco e lavora molto, tanto da riportarci a galla, nonostante il peso del debito. Elly..Schlein cambia mestiere lo dice Luigi Zanda. La frase sulla democrazia italiana a rischio è stata infelice. Non si deve abbassare il livello dell'attenzione politica sugli avversari ma scioperi e modalità hanno creato più avversione che voti. Non viene chiamata più sinistra ma "progressista", termine generico come certi farmaci. Lo vuole Conte, gli altri due segretari sono comparse di una politica sempre più familiare. Qualcuno nel Pd ricorda che solo 3 anni fa erano al governo da quasi 20 anni?
massimo lugaresi
sabato 25 ottobre 2025
Tutti Uguali
Il tentativo di scaricare sul governo i dissidi sulle stesure dei tardivi bandi per la concessione delle attività balneari, è francamente patetico. La dichiarazione del Gruppo Pd nella nostra Regione, mostra, platealmente, la situazione del partito. Chiamami Città è però il blog che ha sostenuto la correttezza della Direttiva ed il richiamo al disatteso libero mercato. Da decenni di libero nella nostra spiaggia c'è molto poco. Questa maggioranza di governo ha sempre osteggiato la soluzione Bolkestein ed agito di conseguenza. Il vizio è diventato (democratica) consuetudine, tenendo il piede su due staffe. Si è manifestato con le parole del governatore che sostengono l'esatto contrario della (forte) corrente piddina che vuole l'applicazione della Direttiva, già illegittimamente prorogata. Tralascio la discussione sulle richieste dei bagnini di venire risarciti degli investimenti, non ancora ristorati. Entriamo nell'ambito delle future vicende elettorali. La categoria a Rimini valeva almeno due consiglieri ed una forte entratura nei governi locali. Il collocamento all'opposizione del Pd, produce confusione e comicità. Mi piacerebbe sapere qual'è la posizione (ufficiale) del partito sulla compilazione dei bandi. E' vero che le nostre spiagge hanno esigenze e priorità diverse, chiedere una impostazione unica sarebbe sbagliato. Rimane il problema dell'abbattimento di tutte le strutture edificate. Il cemento negli anni è aumentato, una forte riduzione è salutare. Invece di polemizzare per celare divisioni e paure, sarebbe utile una diffusa consultazione. L'abbattimento popolare dei quartieri, lo paghi (anche) con la maggioranza dei non votanti.
massimo lugaresi
venerdì 24 ottobre 2025
Quattro a Uno
La politica estera della Meloni è sempre ambigua, ma l’opposizione non sta meglio. L'esordio di Mario Lavia su Linkiesta, è lapidario. Al Senato, la maggioranza presenta una risoluzione, definita (benevolmente) generica sulla guerra in Ucraina, mentre il campo largo ha (solo) quattro posizioni diverse. Aspettiamo, senza trepidazioni, l'esposizione e la recita del copione al Senato dove la Ducetta esporrà la posizione italiana sull'Ucraina in vista del Consiglio Europeo. Il blog pensa (giustamente) che verrà presentata ed approvata una risoluzione talmente generica che può andare bene anche in campionato. Il copione di sempre è stato recitato al Senato, dove Giorgia Meloni ha esposto la posizione italiana sull’Ucraina in vista del Consiglio europeo. Al solito, la maggioranza presenterà e farà approvare una risoluzione generica per coprire le storiche differenze tra Fratelli d’Italia e Forza Italia da una parte e la Lega filorussa dall’altra, che otterrà (?) non si parli di sanzioni al regime di Mosca.
Anche in un altro caso andrà in scena una replica di una pièce già vista mille volte, con le opposizioni che presenteranno documenti diversi. Il problema è sempre quello del no di Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni al sostegno armato a Kyjiv. Proprio in una fase crucialissima del conflitto. Non c’è dunque nessun passo avanti nel campo largo per cercare di arrivare a posizioni comuni sulla politica estera: lo si è visto da ultimo nel dibattito parlamentare sul piano di Donald Trump sulla Palestina, lo si rivedrà oggi sull’aggressione all’Ucraina.
Mentre si discetta amabilmente su terze e quarte gambe, si lancia l’allarme democratico, dopo la bomba sotto casa di Sigfrido Ranucci, si apre il processo a Chiara Appendino e altre amenità di questo tipo, il mondo intorno a noi (?) dà preoccupanti segni di crisi e di cedimento morale. E se il centrodestra è fin troppo abile a fare il gioco delle tre carte occultando le contraddizioni, le opposizioni le squadernano nelle aule del Parlamento. Conte farebbe cadere un governo di Elly Schlein sulla Palestina o sull’Ucraina o farebbe come fa Matteo Salvini, che vota qualunque cosa, pur pensandola diversamente dalla Meloni? Che fine ha fatto l'Unione Ursula?
massimo lugaresi
giovedì 23 ottobre 2025
Annuali Liti
Secondo l'esagerato Dagospia nel governo e non solo, ogni tanto c'è qualcuno che minaccia una crisi. Anche quest'anno il devoto a Netan e ministro degli esteri, avrebbe minacciato ritorsioni se avessero "tassato" la banca della larga famiglia Berlusconi. Il suo (?) apporto di voti è necessario per coltivare la sicura maggioranza ed allora fa quello che gli ordinano da Fininvest. A Salvini hanno permesso di giocare con un meraviglioso ponte dei desideri. La forza della Meloni sta trasformando in monocolorata la maggioranza. E' scandaloso convertire in armi il 5% del bilancio, come permettere l'ennesima abbuffata bancaria. Non ci sarà mai una ragione per fare cadere questo governo. E' invece probabile che qualche Azione finisca dove brama. Dagospia, dotato di una domestica intelligence, fornitrice (quasi) sempre di disgrazie per gli avversari, inserisce tra le possibili spaccature anche l'aumento della tassa sugli "affitti brevi". Taiani minaccia. Intanto Mediaset vola nell'audience e utili. Tanto il baraccone radiotelevisivo lo paghiamo noi.
massimo lugaresi
mercoledì 22 ottobre 2025
Divide non Impera
La lettura di Dagospia, con sguardi fugaci, mostra sempre lo stesso stufoso copione. Viene pubblicato un procace seno e meravigliosi culetti per allietare il lettore guardone. Ci sono, immancabilmente, le stesse ridicole, spesso offensive definizioni della Meloni, a cui viene aggiunto Donaldone, reo di volere la pace anche con Putin. La perfetta fotografia del Pd. Diviso in due correnti, tra rearmatori europei e pacifisti da piazza. Stanno sperimentando la collocazione (democratica) nel ghetto del potere. Linkiesta ribolle, è rimasto il maschione francese che però non se la passa bene. Secondo Mario Lavia, la sinistra fa sempre gli stessi errori e regala alla destra un’altra vittoria, con lo stesso copione: mobilitazioni prevedibili, sindaci a fare da salvagente e slogan fuori tempo massimo. Mentre Schlein e il campo largo rispolverano vecchi miti, Meloni consolida il suo vantaggio parlando a un Paese reale che la sinistra non vede più. Difficile dargli torto. Continua: La sinistra pare immersa in un continuo déjà vu, come se tutto fosse già stato visto. L’allarme democratico, un refrain già sentito mille volte. Bomba o non bomba, la democrazia italiana ha sempre retto e la previsione più sensata è che reggerà ancora a lungo.
Per chi ha vissuto i giorni di piazza Fontana, il grido olandese di Elly Schlein è come una cover cantata male, un’esecuzione sbiadita. Applausi per una volta.
massimo lugaresi
martedì 21 ottobre 2025
Mi pento e mi dolgo
Interessante (capita spesso), l'articolo di Luciano Natalini, su Chiamami Città. Blog di indubbia sinistra, che si trova spesso in contrapposizione con la maggioranza del governo locale. Inevitabile se usi mouse e pensiero di ex comunisti, non pentiti. Non è solo la dicotomia balneare ed il destino della nostra invidiabile spiaggia che hanno aperto un solco nella compagine, definita democratica. La crisi ormai endemica del nostro invidiato turismo, scatena proposte minimali che tendono a sfruttare ancora quello che rimane aperto e funzionante. Nell'articolo di Natalini vengono evidenziate le proposte di alcuni economisti, anche muniti di Premio Nobel. Per decenni, Rimini ha incarnato un modello di sviluppo fondato sul binomio turismo balneare-rendita immobiliare. Un’economia che ha prosperato, grazie al consumo indiscriminato del suolo, all’edilizia, alla costruzione di alberghi, stabilimenti e infrastrutture turistiche. Ma da tempo questo modello mostra crepe profonde, come dimostra anche il confronto economico con le province manifatturiere dell’Emilia-Romagna, egregiamente sviluppato nel volume ” Rimini: uno sviluppo diverso è possibile” di Primo Silvestri e Alberto Rossini. Niente da obiettare, solo un semplice dov'eravate? Il nostro turismo ha cominciato ad ansimare, senza creare allarmi ma statistiche pagate e pilotate ad arte. Sono centinaia le strutture alberghiere fuori mercato ed invendibili. Qualche timido allarme c'è stato, subito cancellato e nascosto dai + generosi e falsi. Il dramma è che non si capisce dove iniziare. In questo caso gli eletti gestori della pubblica amministrazione hanno il dovere di indicare la strada da percorrere, proponendo il canovaccio urbanistico. Togliere i vincoli assurdi ed improponibili e saldare il rapporto tra strutture ricettive e l'arenile rinnovato. Sono le componenti che hanno il compito più arduo. Sarà un processo lungo riprendere il podio abbandonato per le ragioni che l'articolo pone in evidenza. La rendita immobiliare ha garantito per anni, e tuttora lo garantisce per molti, una fonte di reddito stabile, ma ha anche disincentivato l’innovazione. Però lasciate perdere Draghi ed il Parco Eolico.. off-shore.
massimo lugaresi
lunedì 20 ottobre 2025
Ondivago
E' gustoso leggere (guardare) Dagospia e (subito) dopo Linkiesta. Blog forgiati nella cultura imperante, fino all'arrivo impetuoso della Ducetta. Non contento dei successi ottenuti con l'euro e con il lavoro dimezzato, Romano Prodi ha trovato una sconosciuta ragazza per il trono (?) del Nazareno. Sembrava una scelta indovinata, in ossequio al woke e femminismo, i vangeli del partito. Non aveva nessuna attinenza con i falsi eredi del dolce comunismo. I due blog non riescono ad abituarsi al dominio della destra, dovuto principalmente agli indisponenti atteggiamenti dell'altra parte. Il forzato gemellaggio con i 5 stelle è stato l'ultimo errore che costerà voti e poltrone. Le due guerre in atto ed i tentativi trumpiani cozzano con i sentimenti, desideri ed i fiumi di denaro che una parte importante dell'occidente è disposta a versare, per continuare la (loro) guerra alla Russia. La Gran Bretagna, l'interprete principale, ha assunto il comando del bellicismo. La propaganda su entrambi i fronti svolge una parte decisiva. E' il drone più usato. Lo storico dissidio tra palestinesi ed ebrei ha raggiunto momenti scandalosi. Lo sterminio voluto da Netan è genocidio. Rimane inspiegabile come servizi segreti ritenuti i migliori, non avessero avvertito cosa sarebbe successo il 7 ottobre 2023. I milleduecento civili e militari uccisi e 250 imprigionati, hanno provocato la risposta che Israele attendeva da anni. L'accurata "pulizia" della Striscia per colpire Hamas, ha prodotto la strage di migliaia di bambini e la colonizzazione di altre aree. Niente missili Tomahawk, la guerra finisca ora. Il Pacifista Trump ha avvertito i sudditi che la sua Great America cessa di svolgere il costoso lavoro del gendarme e si ritira nei larghi confini, mettendo anche barriere invalicabili, per impedire l'ingresso irregolare. Cambio epocale di passo e strategia che sembra esaudire la volontà maggioritaria. La Hollywood cara ai Biden e Obama, con artisti e cantanti, si ribella. Meglio le guerre per missili e bombe inesistenti, con le solite vergognose ritirate.
massimo lugaresi
domenica 19 ottobre 2025
Il Pacifista
Trump ha indossato, senza spettinarsi, il saio del pacificatore delle guerre, volute sostenute, pagate dai predecessori. Sembra voglia occuparsi della fine di Zelensky, il comico rivestito e di una guerra che non doveva nascere. Impresa difficile, la controparte è Putin. Non può giocare, come ha fatto con lo scaduto ucraino, voluto da Biden. Le novità hanno fatto scattare l'allarme di Linkiesta, fedele ai vangeli che escono da Davos. Le differenze tra i miei blog di riferimento, sono le stesse che scuotono ed avviliscono il Pd. Dagospia rimane più vicino alla sinistra storica, quindi ha dovuto cancellare la Schlein. Quello che succede ha sempre un risvolto, ironico o scandaloso, contro la Meloni. Non possono festeggiare niente che sia opera della segretaria di Landini, pronto alla successione, mentre l'antagonismo allontana i voti. Alla vigilia dell’incontro con Zelensky, alla Casa Bianca, il presidente americano è tornato a parlare con Putin, annunciando un nuovo incontro a Budapest. Anche Linkiesta non gioisce per le imprese riuscite a Donaldone, rosica piano per non fare rumore. Fa parte di una corrente rearmatrice e bellicista, presente nel Pd, in attesa di una separazione condivisa. Rosicatori in attesa del fallimento trumpiano. Se il "pacifista" indovina anche questa felice novità, potrà dedicarsi al suo gioco preferito: il daziere.
massimo lugaresi
sabato 18 ottobre 2025
Realtà Elettorale
I magri risultati elettorali aprono fratture interne a Lega e Cinquestelle, così pontifica Mario Lavia su Linkiesta. Il disastro toscano ha messo a nudo la fragilità dei due leader. Nel partito di Salvini monta la rivolta dei governisti contro il “vannaccismo”, mentre nel Movimento post-grillino è Chiara Appendino a sfidare la linea subalterna al Pd di Conte. Però, in entrambi i fronti, si avverte l’esaurirsi del ciclo politico. La Toscana che ha (fintamente) rinvigorito il Pd, ha colpito ancora gli alfieri del populismo all'italiana. Il Generale Vannacci ha esaurito la spinta iniziale della novità nel mondo politico. La sempre più striminzita comitiva che va a votare, sta cambiando i partiti e ridimensionando i movimenti. Si assottigliano le forze da prefissi telefonici, guadagna la Meloni, meritatamente. Questo fa imbestialire la sinistra. Il campo largo è sempre più cimiteriale.
massimo lugaresi
venerdì 17 ottobre 2025
I Tomahawk
Sono missili a lungo raggio (1600 km) che dovrebbero rovesciare l'andamento della guerra in Ucraina. C'è solo il pericolo (certezza) della reazione di Putin che non sembra Netan, fermo, solo dopo avere raso la Striscia di Gaza, abitata da milioni di persone, bambini compresi ma decimati. Un'altra minaccia di Trump come fosse un dazio bellico, La fornitura di missili a lungo raggio Tomahawk, non verrà discussa alla riunione dei ministri della Difesa della Nato e del gruppo di contatto sull'Ucraina a Bruxelles, perché ''è una questione bilaterale'' tra Kiev e Washington. Capito? Gli aspetti importanti li discute il committente con il comico rivestito. Affari di casa. Trump e Zelensky ne discuteranno alla Casa Bianca. Sembra però ci siano imprevisti, oltre alla certa reazione russa. Gli Usa possono fornire solo 20-50 missili che non sarebbero decisivi per la vittoria e poi mancano i "lanciatori". C'è poi forse un'altra necessità per il fallito aspirante al Nobel pacifista: i missili potrebbero servire per colpire il Venezuela diventato Cuba 2000. Tutte notizie riportate dal NYT, sempre informato. Zelensky è in arrivo alla Casa Bianca, dopo ultima ed infelice apparizione. Il via libera per la fornitura significa il definitivo atto di una diretta partecipazione al conflitto. Un aspetto finora non travalicato per le ovvie conseguenze. Il giornalone americano parla di "frustrazione" trumpiana nei confronti di Putin, il presunto nemico dell'intero occidente. La spiegazione è molto più semplice, presuppone un'altra fuga degli States, su procura.
massimo lugaresi
giovedì 16 ottobre 2025
Un Totem
Anche Nanni Moretti, uno dei pochi Totem rimasti, insorge contro il suo partito reo, questa volta felicemente, di avere candidato e rieletto Giani in Toscana. Se avessero ascoltato i sussurri interessati di Conte, avrebbero corso il rischio di perdere anche una delle poche realtà governate. Il pericolo adesso è campano. De Luca possiede un pacchetto di voti che la penuria dei disponibili, rende decisivo. Sono arrivati all'uso di personaggi, una volta combattuti e detestati. Nanni Moretti ha detto che con leader del calibro di Elly Schlein e Giuseppe Conte, il centrosinistra non vincerà mai. I due geni in Toscana, hanno tentato di estromettere Eugenio Giani, portatore di riformismo, ma cavallo vincente. Il Fico di Conte traballa nei sondaggi. Localmente l'apporto dei 5 stelle è sempre minimale. Il campo largo, secondo Palombella Rossa, deve essere accantonato, troppe distinzioni tra Pd e M5S che corrono, ognuno con il suo programma, per massimizzare il consenso. Solo con voto favorevole trovano il facile accordo, dividendo il potere. Le previsioni di Nanni sono attendibili. Correva l'anno 2002 dell'era berlusconiana, quando il Totem, dopo aver ascoltato gli interventi dei leader dell'Ulivo Fassino, D'Alema e Rutelli, salì sul palco di Piazza Navona, e urlò il suo celebre j'accuse: "Con questi dirigenti non vinceremo mai!". Adesso occorre aggiungere anche la presenza di una (vera) Ducetta.
massimo lugaresi
mercoledì 15 ottobre 2025
Tempi Bui
Difficile trovare una periodo così buio per la sinistra in senso largo, quindi con i cinque stelle, ma pochi voti. Esiste una differenza strutturale tra i due (quasi) partiti. Il Movimento quando è stato chiamato al governo ha fallito clamorosamente. Non ha componenti attrezzate, solo qualche personaggio, con breve esperienza locale può essere convertibile, il resto veleggia. Per il Pd il potere è una linfa necessaria per mantenere il partito e le fonti di sicuro sostegno, con voto. L'altra rude trasformazione riguarda il più grande sindacato italiano. Siamo (iscritto) diventati partecipanti alle chiamate di Landini che ha rotto la storica comunione d'intenti ,con le altre due sigle. Pensa di aiutare l'opposizione o vuole dividere ulteriormente il partito di riferimento? Ammettendo sia il Pd. Intanto la Meloni, unico premier donna presente alla festa per la fine (?) della guerra, con la guest star Donaldone, aumenta la distanza dalla concorrente di sinistra. Sembra possibile il riconoscimento della Palestina, altro passo del lungo cammino, senza nascondere le possibiltà di interruzione. L'estromissione di Hamas dal futuro governo della Striscia è un possibile detonatore. Continuo per mera comodità e varietà degli spunti, ad usare Dagospia e (molto meno) Linkiesta. L'uso continuo di volgari epiteti come "Statista della Garbatella" sperando di sminuire la forza della Meloni è un giochino quasi infantile, come usare i dati Istat sulla povertà per accusare Giorgetti. Una delle cause è (sicuramente) il voluto aumento degli ingressi irregolari. Abbiamo vinto contro Israele. Impossibile tenere fuori uno sport popolare dalle ripercussioni politiche. Alla fine pagano solo le forze dell'ordine.
massimo lugaresi
martedì 14 ottobre 2025
Un Regalo
Da regolare. Ho letto, su Chiamami Città, rifugio degli ex comunisti, con la voglia di scrivere, spesso in perfetta distonia con l'amministrazione, l'arrivo del Regalo urbanistico, inviato dalla Corte Costituzionale alla nostra regione e, con duro rimpallo, ai comuni rivieraschi, in particolare al nostro. L'articolo, intriso in abundantiam, di prosa forense, è stato completato da Roberto Biagini, ex assessore all'urbanistica, oggi sostenitore delle Spiagge Libere, mai adottate prima. Vecchia storia, arrivata finalmente, ma tardivamente, all'epilogo. Nel Partito vigeva il veto, rafforzato dal turismo allora veleggiante, per le trasformazioni ardite. Da alcuni anni (troppi) il taroccamento dei dati funesti e la mancanza di tribune popolari, ha reso il veto perenne. Il turismo che abbiamo proposto è finito. Sostituito da presenze nuove, con (non solo) esigenze diverse. La foltissime strutture immobiliare si riducono, anno dopo anno, ma non si vendono senza possibilità di trasformazione. La decisione della Consulta apre uno spiraglio che deve essere prontamente censito e regolato. Non abbiamo brillato nella compilazione degli strumenti, vince l'improvvisazione, alle volte incomprensibile. Dicono che la nuova delegata sia brava. Il compito è ampio. La moria delle strutture alberghiere ha colpito, ma trasformarli in centri d'accoglienza è stata una pessima soluzione. Sarà uno dei temi della prossima tornata elettorale. Il sindaco chiede un altro Palas, ormai unica fonte, con la grande Fiera di Cagnoni. Viserba chiede di diventare un comune, avrebbe già tutto, forse più. Conviene?
massimo lugaresi
lunedì 13 ottobre 2025
Prime Reazioni
Le prime reazioni alla trattativa di pace tra Hamas e Netan, sono arrivate. Dopo decenni di scontri sanguinosi, fino alla carneficina dell'ottobre 2023, con 1200 morti e 250 ostaggi, la pace voluta da Trump, meritava il Nobel. Hanno intrapreso il difficile cammino, intanto vengono consegnati gli ostaggi rimasti prigionieri e Donaldone vola in Israele per i meritati applausi. La sinistra navigante è in stato comatoso, una debole rianimazione può arrivare dalla fedele Toscana. In caso contrario, chiude i battenti e si apre l'ennesima diaspora. Hamas non vuole consegnare le armi senza la costituzione della Stato Palestinese. Primo problema da affrontare prima che il controllo della Striscia venga affidato a truppe americane e paesi arabi, che hanno concesso il loro aiuto nella trattativa. Situazione complessa, con possibili cambiamenti nelle due fazioni. Sembra che il controllo delle milizie non sia feroce come nel recente passato, questo vale anche per la popolarità di Netan. Il rilascio dei 48 ostaggi detenuti dai militanti palestinesi a Gaza inizia oggi. Dimenticavo: uso l'intelligenza di Dagospia che condivide (sempre) quella de La Stampa, strettamente legata alle volontà israeliane. Occorre dire che (anche) le manifestazioni contro gli eccidi e le occupazioni di Netan hanno influito sull'esito delle trattative. L'ala più estremista non ha alcuna intenzione di mostrarsi sconfitta a seguito dell'entrata in vigore del piano di Trump per la fine della guerra a Gaza che vede, come primo passo, il cessate il fuoco, con liberazione di tutti e 48 ostaggi israeliani vivi e morti, in cambio di 250 ergastolani palestinesi e 1700 gazawi, che ieri sono stati trasferiti dalle carceri israeliane. Come in tutte le trattative nessuno vuole apparire lo sconfitto di turno. Succederà anche a Kiev quando (finalmente) il comico rivestito, finanziato ed usato, cesserà la disastrosa commedia. Sembra che la moglie abbia scelto l'abbigliamento giusto per la prossima migrazione.
massimo lugaresi
domenica 12 ottobre 2025
Il Nobel
Il compito dell'intelligenza usata da Dagospia è quello si sminuire i trionfi che sta incassando la destra, con Taiani al traino. Il Blog è costretto ad usare la scoperta del secolo per appesantire le ricostruzioni de La Stampa, sempre molto tenera con Netan. A proposito ho letto che Elkann avrebbe veduto i due giornali e le reti radio televisive, invece della salutare dismissione della Juve. Sembra però possa andare a finire in cripto valute. In questi anni non ne ha azzeccata una. Gli Agnelli almeno indovinavano chi gestiva, senza godere particolari affetti dalla giustizia imperante. Lo scandalo delle plusvalenze lo attesta. Torno subito alla pace, voluta testardamente da Trump, quando Netan aveva (quasi) terminato il lavoro. Rimane il dissidio semantico della definizione. Dagopia definisce "pochezza" (tutti) i politici italiani. Ingoiare il trionfo di Donaldone, senza Nobel, scippato democraticamente, non è facile. Tocca alla sicura toscana. Rimane l'apparente segretaria. Il cul de sac del campo largo, affronta gli ultimi esami elettorali. Certo vedere la destra in festa è dura, se (per caso) Salvini e De Michele riescono a "rimborsare" i bagnini, siamo sull'orlo della disperazione. Però qualche comune si salva.
massimo lugaresi
sabato 11 ottobre 2025
Il Sogno
E l'incubo elettorale. Dagoreport è l'intelligenza che accompagna Dagospia per uscire dagli incubi marchigiani fino ai sogni toscani. E' già arrivata a prevedere per il prossimo voto in Toscana che ci sarebbe una crisi di governo se Vannacci prendesse tanti voti al punto da provocare uno scisma nella Lega. Per la sinistra delle flottiglie che riempiono le piazze ma allontanano dalle urne, anche un sogno può regalare un brodino di speranza. L'intelligenza di Dagospia, prevede che Giorgia Meloni (incubo) tra un abbraccio con Trump ed un lamento per minacce ed insulti che quotidianamente subisce, osserverà attentamente il risultato. Non pensa alla vittoria nel feudo toscano, ormai rimasto, con la nostra regione, una vincolata testimonianza del potere democratico, ereditato dai (dimenticati) comunisti dolci. Il Pd è riuscito agevolmente nell'impresa, consegnando sindacato e partito al nuovo antagonismo, sulla strada del vecchio. Allontanano dal voto e dal partito. Con la consueta eleganza ed ironia, la Meloni viene definita la Statista della Garbatella, senza trovare un epiteto che possa, magari ironicamente, rappresentare la causa principale del fallimento piddino. Anche tutta la destra viene vista con disprezzo e nasale puzzetta, dall'alto di presunte superiorità morali. Quello che stiamo vedendo nella pubblica amministrazione, radiotelevisione e poltrone rappresentative, è il revival dello spettacolare spoiling system esibito venti anni fa. La destra era molto meno presente istituzionalmente. Le correnti della giustizia una volta erano in maggioranza demomoderate, con qualche visibile appartenenza al Pci. L'unica accertabile diseguaglianza è nella stampa sovvenzionata. I cosiddetti giornaloni con tirature familiari, sostengono i resti sinistrati e la Ursula. Rappresentanze in caduta libera al punto di proporre il terzo conflitto, sicuramente nucleare, per salvarsi.
massimo lugaresi
venerdì 10 ottobre 2025
Senza Alternative
Il Campo Largo, abbandonato dagli elettori, sta massacrando il Pd. Il neo dramma è la mancanza di alternative, dopo la scelta, della Schlein&C, di abbracciare i più temuti avversari. I prefissi elettorali servono per mappare tutto il territorio dell'antagonismo al governo, ma regalano alla Ducetta, con doveroso passaggio azzurro da Taiani, la certezza e la durata del potere. Salvini lo accusa di avere salvato la Salis. Non si hanno certezze, solo supposizioni. Rimane la brutta situazione del Pd, come partito della sinistra che non piace. Dagospia interroga Goffredo Bettini, uno dei procuratori che hanno spinto per l'alleanza con l'avvocato del popolo, oggi natante. Rigira la frittata, affermando che anche Conte avrebbe pagato un prezzo per l'alleanza con il Pd. Il movimento lo pagherà sempre quando è costretto a governare. E' strutturato per l'opposizione, oggi traina il Pd, con la corrente che trascina la segretaria. La sconfitta è stata secca ed indiscutibile, nemmmeno il calo dei votanti è spiegazione convincente. L'unica alternativa sarebbe conquistare voti centristi, definiti moderati, ma il campo è uno dei più affollati. Nei mea culpa letti, ci sono state anche condivisibili ragioni, come il basso radicamento dei moderati o insistere con il fascismo rinato o lanciare volgari insulti alla Meloni che si muove a ritmi impossibili per la segretaria di pochi. La Premier arriverà (tranquillamente) al termine della legislatura, previsione non usabile per Il Pd e tutta la sinistra che gonfia le piazze, ma allontana dal voto.
massimo lugaresi
giovedì 9 ottobre 2025
Non vinceranno mai
Prima di cantare vittoria in piazza, conveniva aspettare l'esito calabrese delle poche schede votate. Rimangono (forse) le certezze tosco-romagnole. La vittoria di Occhiuto, cancella gli alibi confezionati per un campo largo, pieno di speranze. Il Pd è arrivato all'ennesimo fallimento, dopo una settimana dedicata e sofferta per la divisiva Flottiglia, iniziativa ascrivibile alla fantasia grillina, usata da Conte. La conferma del famoso detto: piazze piene, urne desolate, si è rafforzata, aiutata dalla (sempre) più scarsa voglia di partecipare al voto. La stravittoria di Occhiuto in Calabria, straccia ogni alibi del campo largo, popolato da antagonisti. Il Pd, giustamente, paga per tutti. Sul voto non hanno influito gli avvisi di garanzia, come ha sostenuto Matteo Ricci ed il risultato zittisce Conte, convinto di vincere solo con un suo candidato. Per finire si tratta dell'ennesima sconfitta della presunta spinta dell'asse con gli ex nemici del movimento. I giornaloni (?) dei Dem si rifugiano nella sempre più marcata astensione che, ovviamente, colpisce più la sinistra, frantumata dalle correnti. Anche Matteo Renzi lancia l'ennesima esca per un suo rientro. Troppe sfighe concentrate.
massimo lugaresi
mercoledì 8 ottobre 2025
Macron
Il maschione francese ha preso un'altra briscola, solo politica. Lecornu, ex premier francese il più "breve" della storia ha spiegato che non c'erano le condizioni per restare primo ministro. Per Macron e i suoi rearmatori è un bel cetriolone, verdura o ortaggio, non disdegnato. In tre anni a Parigi hanno cambiato cinque primi ministri. La sinistra va all'attacco, la destra lo fa da sempre. Stanno valutando la mozione di sfiducia con buone probabilità di vincere e sciogliere il parlamento. Sarebbe un duro colpo per i rearmatori a nostre spese. Vedranno un drone sull'Eliseo. La France Insoumise (LFI), in seguito alle dimissioni del premier Sébastien Lecornu, chiede l'esame immediato della mozione di destituzione del presidente Emmanuel Macron. Le Pen dice che la farsa è finita e chiede lo scioglimento del parlamento. Lecornu non ha retto neanche un mese alla crisi politica in cui è precipitata la Francia, dalle elezioni europee del giugno del 2024. Intanto parte la richiesta della nostra Ducetta: vengo anch'io? Si, tu si. L'invincibile premier non vuole rimanere fuori dal Piano per Gaza. Il nostro governo è pronto ad offrire i (pochisimi) medici negli ospedali di Gaza City ed i carabinieri del Coespu, centro di eccellenza, per addestrare le nuove forze dell'ordine. Giorgia Meloni entrerebbe nel "board of peace" presieduto dal presidente Usa, insieme all'ex primo ministro britannico Tony Blair. Il governo italiano lavora al piano di pace presentato dagli Stati Uniti ad Hamas e Netanyahu. Nelle riunioni preparatorie al ministero degli Esteri, in raccordo con la presidenza del consiglio, si discute del contributo che l'Italia fornirà alla fase di ricostruzione. E i pilastri appunto sono tre. Sul piano politico, Meloni punta ad accomodarsi nel board che gestirà la transizione. Segnale politico, che confermerebbe la vicinanza con Washington. A proposito: mezzo governo, da Santanchè a Lollobrigida a Giorgetti, sarà nella capitale Usa alla fine della prossima settimana, per la cena della National Italian American Foundation, a cui dovrebbe partecipare lo stesso Trump. Ho condiviso con Repubblica di Elkann le notizie, dopo la splendida e rinnovata esibizione della mia Juve.
massimo lugaresi
martedì 7 ottobre 2025
Commenti
Gli effetti mediatici della Flottiglia sembra si siano avvertiti, poderosamente, solo in Italia. Viene descritta come una battaglia tra la Ducetta e Landini. L'antagonista sindacale, guarda la vicina carica politica più barcollante, dopo avere distrutto il rapporto con le altre sigle. Intanto i giornaloni di Elkann iniziano a rimettere a posto le cose, secondo dettami, sempre osservati docilmente. Trump viene descritto come il (quasi) Nobel per la Pace e quello che ha messo a tacere Netan. Sembra che l'indice di gradimento del premier israeliano sia crollato, questo spiega la resa alla proposta di Donaldone, con una componente della sua maggioranza, in totale disaccordo. Mattia Feltri su La Stampa di Elkann scrive che non è Gaza ad avere bisogno della sinistra ma il contrario. Sfilano per la pace nel mondo, riempiendo le piazze ed incerottando i poliziotti, ma quando scioperano e si occupano del lavoro e dei salari, le piazze sono semivuote. Quindi meglio usare il forte antagonismo che ha riempito le piazze. In Parlamento, quando si è trattato di votare la mozione con cui si impegna il governo a sostenere il piano elaborato da Trump, e appoggiato da tutti i paesi mediorientali (tranne l'Iran), Verdi-sinistra, Cinque stelle e Partito democratico non lo appoggiano perché significherebbe votare con Giorgia Meloni. Meglio astenersi, per preservare una purezza e soprattutto una reputazione che, per quanto cagionevole, su Gaza ha la precedenza. Intanto, la Cgil, sempre più Landiniana, ha inaugurato un weekend di scioperi in solidarietà alla Flotilla e a Gaza, con lo scopo di recuperare terreno sui sindacati di base, che per Gaza hanno già marciato con successo. La Calabria per capire chi ha vinto.
massimo lugaresi
massimo lugaresi
lunedì 6 ottobre 2025
Il Giorno Dopo
massimo lugaresi
domenica 5 ottobre 2025
Flottiglia
Landini&Schlein, non hanno perso tempo nel proclamare uno sciopero che ha il pregio di essere più comprensibile. La Flotilla non porta cibo a Gaza, ma dona motivi alla sinistra per scendere in piazza, così secondo Linkiesta, la Schlein e Landini scelgono la radicalità sterile, come al solito, assieme ai gruppettari e in nome della protesta anti-israeliana. Siamo all'immagine che la sinistra offre, un ritorno ai momenti, nudi e crudi, delle tensioni provocate dai due estremismi. Cambia però il colore del governo e non è poco. La sinistra, succube dell'estremismo, non ha mai portato a vittorie elettorali, anche se la condanna di Netan è quasi universale. Il Papa è, non stranamente, silenzioso. L'avventura di una Flottiglia che non ha consegnato nemmeno un panino, sembra terminata. Ha tutte le caratteristiche per un film anche se negli States faranno fatica a trovare il regista.
massimo lugaresi
sabato 4 ottobre 2025
I Pro Pal
L'indubbio successo dello sciopero nel solitol venerdì, impone analisi delle motivazioni. La partecipazione giovanile, come è sempre avvenuto, quando è spinta da forti motivazioni, è stata numerosa. Scuole ed insegnanti hanno ampliato il numero. Non credo però possa passare per una sconfitta del governo. Il successo c'è stato, non totale, perchè non era una chiamata partitica. L'astensionismo subito dal referendum elettorale marchigiano è una conferma. Una volta il Partito ti mandava a chiamare a casa, per raggiungere la quasi totalità dei votanti. Oggi i giornaloni di Elkann sono i più feroci sostenitori dei Pro Pal. Una delle tante contraddizioni che agitano le polemiche. Intanto l'avventura che non ha prodotto nemmeno un grissino per Gaza, si è conclusa con l'intervento diplomatico. Non sono certo barche a vela, con modesti frigo, a cambiare il destino palestinese. Decide ancora Hamas ed intanto inizia il solito terrorismo che incute paura a tutti. Oltre alle migliaia di studenti, c'è, ancora, il popolo della sinistra, spinta dal sindacato, non tutto aggregabile al Pd, ma la "giusta causa" ha portato tanto. Non credo abbia spostato il divario tra le due coalizioni, solo qualche percettibile differenza tra Pd e M5S, i veri organizzatori dell'avventura. La Schlein, con infantile strategia, continua ad accodarsi a Landini, diventato più antagonista. Netan ha raggiunto, con la complicità di Trump, quasi tutti gli obiettivi colonialisti. Rimane il destino futuro di Gaza. Il piano regolatore lo stanno redigendo i consulenti di Donaldone, dopo la tragica demolizione di immobili, con uomini (terroristi), donne e tanti bambini. La Flottiglia rimane però la risposta che ha causato più ripercussioni dei tanti bombardamenti.
massimo lugaresi
venerdì 3 ottobre 2025
Per Capire
L’Unione Europea e la Nato si armano contro la Russia per nascondere i loro fallimenti, purtroppo è l'intento di gran parte della sinistra storica. La sentenza della vaneggiata invasione russa è stata scritta da polacchi e baltici, con l'attiva supervisione della Gran Bretagna. Noi? Facciamo quello sappiamo fare meglio: obbedire. Non importa se la Russia, rispetto agli States, mostra un palmares di invasioni e guerre davvero striminzito. Da anni, Putin aveva minacciato quello che sta facendo, dopo le sovvenzionate rivoluzioni ucraine. Questa versione non fa mai parte del pacchetto propaganda. Troppo impegnati ad imporre il destino della Palestina, come desidera Netan. La Flotilla ha riempito per alcuni giorni la scena, usando attivisti e fans, mentre il governo è orientato verso il nemico. Non è ancora finita e nessuno ha portato il conto. Abbiamo fatto finta di credere che Biden e tanti Donaldoni abbiano difeso gli interessi americani, con invasioni, urgenti ritirate e fitti bombardamenti. Adesso ci rearmiamo per svuotare i magazzini occidentali? Il motto instancabile della propaganda continua, ossessivamente, ad affermare che l'Europa deve riarmarsi per potere contrastare la Russia che ha invaso l’Ucraina e vuole attaccare (tutta) l’Europa. L'odio scatenato contro Putin è pari all'appoggio per Netan. Ai fedeli cagnolini d'accompagno hanno lanciato una bozza di tregua e (subito) scodinzolando, hanno detto di si. Tanto il lavoro è quasi finito.
massimo lugaresi
giovedì 2 ottobre 2025
I Riposizionamenti
L'avventura della Flottiglia non ha portato voti al Pd e (sembra) nemmeno al campo largo, orfano dei cinque stelle. Si è assotigliata in attesa dello scontro finora pacifico con l'Idf israeliana. Netan ha quasi esaurito il compito di sterminare Hamas e tutto quello che lo circonda, usando lo scandaloso stragismo, mentre gli ebrei nel mondo sperimentano antiche ritorsioni. Donaldone ha fatto ne più, forse meno, quello che i predecessori democratici hanno sempre consentito per aiutare Israele. Ragioni antiche e stretti legami con proprietà giornalistiche e soprattutto finanziarie. Occorre ammettere che Trump fa o cerca di fare, piuttosto testardamente, quello che aveva promesso. Rimane meno bellicista dei tanti presidenti democratici ed il tentativo, spesso goffo, di chiudere la guerra in Ucraina, lasciando il cerino acceso alla Ursula, ai volenterosi baltici, il suonato maschione francese ed il tugnino senza gas. Questo aspetto sta assumendo il punto (nucleare) di non ritorno. Dove può o deve arrivare la Ducetta? Le Marche hanno fatto saltare il Pd. Molti aspettavano l'esito, per iniziare la guerra interna. Non so quanto potrà resistere l'ancora forte catena di sostegno ricompensato, composta da migliaia di persone, uno zoccolo duro che ha sempre surrogato i voti politicamente sicuri, in brusco calo. Ha permesso un ventennio di potere ibrido, mescolato con i sempre disponibili. Sta saltando tutto, campo largo compreso. Il siparioa dell'avventura navale, costata tanto anche a noi, sembra pacifico e concordato dopo l'enorme notorietà e le naturali polemiche. Si può dire che è stato l'unico attacco riuscito al governo. Qualcuno ha perfino ascoltato la voce papale. La Flottiglia è nelle 150 miglia marine più pericolose abbordata dall'esercito migliore al mondo, costantemente allenato. Torno al Pd o quello che rimane. Anche Maurizio Melucci ha suonato la campana su Chiamami Città, cercando di salvare dal naufragio la segretaria, immolando, facilmente, Matteo Ricci. Tutti artisti del senno di poi. La strada imboccata è destinata al fallimento. Il centrodestra, alla fine, con qualche timida eccezione, si presenta unito, anche se non brilla per l'eccesso di candidati presentabili. Il tempo gioca a favore ed il governo pesa sempre più. Sono arrivati al nostro confine elettorale.
massimo lugaresi
mercoledì 1 ottobre 2025
Piazze Piene
Urne vuote. La disfatta marchigiana, prevista da Linkiesta, assieme alle (prossime) dimissioni della Schlein, spupazzata dalla corrente ostile, per il suo infantile antagonismo landiniano, creano problemi al miscuglio chiamato Pd. L'ansia del potere, anche infinitesimale, l'ha condotto ad un accordo con l'Union Valdotaine. Linkiesta, attribuisce la disfatta marchigiana all'illusione di sfruttare la Flottiglia e Gaza come strategia politica. Mario Lavia scrive su Linkiesta che il Partito democratico ha scambiato la Flotilla e la kefiah per strategia politica, ignorando i problemi dei cittadini in un’elezione amministrativa. Un disastro minimizzato troppo in fretta. La strada è quella giusta, bisogna insistere, lo hanno suonato e detto a La 7, rifugio dell'antagonismo. Non esiste autocritica e continuano a viaggiare su strade separate, fingendo di essere ancora un partito. Il fattore Gaza non sembra avere portato ai democratici, tantomeno ai 5 stelle, nessun aumento di credibilità. L'enorme fanfara provocata dalla Flottiglia ha forse dato fastidio ai cittadini che volevano discutere dei loro problemi. L'antagonismo, come è sempre successo a sinistra (vera), rappresenta una modesta percentuale di voti, ma una chiassosa rappresentanza. Il "miscuglio" chiamato Pd è stato uno sbaglio. Deve riferire al Parlamento la Ducetta?
massimo lugaresi
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