martedì 7 ottobre 2025

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Gli effetti mediatici della Flottiglia sembra si siano avvertiti, poderosamente, solo in Italia. Viene descritta come una battaglia tra la Ducetta e Landini. L'antagonista sindacale, guarda la vicina carica politica più barcollante, dopo avere distrutto il rapporto con le altre sigle. Intanto i giornaloni di Elkann iniziano a rimettere a posto le cose, secondo dettami, sempre osservati docilmente. Trump viene descritto come il (quasi) Nobel per la Pace e quello che ha messo a tacere Netan. Sembra che l'indice di gradimento del premier israeliano sia crollato, questo spiega la resa alla proposta di Donaldone, con una componente della sua maggioranza, in totale disaccordo. Mattia Feltri su La Stampa di Elkann scrive che non è Gaza ad avere bisogno della sinistra ma il contrario. Sfilano per la pace nel mondo, riempiendo le piazze ed incerottando i poliziotti, ma quando scioperano e si occupano del lavoro e dei salari, le piazze sono semivuote. Quindi meglio usare il forte antagonismo che ha riempito le piazze. In Parlamento, quando si è trattato di votare la mozione con cui si impegna il governo a sostenere il piano elaborato da Trump, e appoggiato da tutti i paesi mediorientali (tranne l'Iran),  Verdi-sinistra, Cinque stelle e Partito democratico non lo appoggiano perché significherebbe votare con Giorgia Meloni. Meglio astenersi, per preservare una purezza e soprattutto una reputazione che, per quanto cagionevole, su Gaza ha la precedenza. Intanto, la Cgil, sempre più Landiniana, ha inaugurato un weekend di scioperi in solidarietà alla Flotilla e a Gaza, con lo scopo di recuperare terreno sui sindacati di base, che per Gaza hanno già marciato con successo. La Calabria per capire chi ha vinto.
massimo lugaresi

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