mercoledì 22 ottobre 2025

Divide non Impera

La lettura di Dagospia, con sguardi fugaci, mostra sempre lo stesso stufoso copione. Viene pubblicato un procace seno e meravigliosi culetti per allietare il lettore guardone. Ci sono, immancabilmente, le stesse ridicole, spesso offensive definizioni della Meloni, a cui viene aggiunto Donaldone, reo di volere la pace anche con Putin. La perfetta fotografia del Pd. Diviso in due correnti, tra rearmatori europei e pacifisti da piazza. Stanno sperimentando la collocazione (democratica) nel ghetto del potere. Linkiesta ribolle, è rimasto il maschione francese che però non se la passa bene. Secondo Mario Lavia, la sinistra 
fa sempre gli stessi errori e regala alla destra un’altra vittoria, con lo stesso copione: mobilitazioni prevedibili, sindaci a fare da salvagente e slogan fuori tempo massimo. Mentre Schlein e il campo largo rispolverano vecchi miti, Meloni consolida il suo vantaggio parlando a un Paese reale che la sinistra non vede più. Difficile dargli torto. Continua: La sinistra pare immersa in un continuo déjà vu, come se tutto fosse già stato visto. L’allarme democratico, un refrain già sentito mille volte. Bomba o non bomba, la democrazia italiana ha sempre retto e la previsione più sensata è che reggerà ancora a lungo. Per chi ha vissuto i giorni di piazza Fontana, il grido olandese di Elly Schlein è come una cover cantata male, un’esecuzione sbiadita. Applausi per una volta. 
massimo lugaresi