lunedì 21 giugno 2010

Rinaldis Vs Melucci

Nella lettera aperta la Rinaldis lancia a Melucci l'accusa che in Regione dovrebbe comportarsi da sindacalista turistico di Rimini, come fosse ancora al cospetto di Ravaioli e non dipendesse da un gigante come Errani, confermando i limiti della Dirigenza Aia. Un banale ragionamento di carattere generale dalla brandina di Via Moro, ha mandato su tutte le furie l'establishment del turismo che non c'è più. Alla crisi generale si aggiunge quella drammatica, senza prospettive della Città, reagendo con il comportamento tipico di quelli presi dal panico, cercando soluzioni improvvisate o capri espiatori. Undici anni di malgoverno pesano come macigni, non abbiamo indirizzi urbanistici e finanziari da seguire, le ottanta varianti approvate sono il risultato di una gestione scellerata nel presente, sciagurata per il futuro. Presidente Rinaldis, rappresentate una Dirigenza voluta dalla maggioranza di governo della Città con l'aiuto di complici silenziosi nella minoranza, il primo problema di Rimini non è la promozione o l'intrattenimento, è il Prodotto che non si vende più. Un AMBIENTE con inquinamento mare/aria, rumori, sicurezza, verde, una MOBILITA' senza strade, ferrovie, areoporti, porti, parcheggi, trasporto pubblico, isole a circolazione limitata, piste ciclabili, la SPIAGGIA organizzata in un sistema funzionale alle unità ricettive. Come gruppo dirigente, avete legittimato la politica dell'ex Sindaco di Rimini, fino ad ieri grande amico, Lei occupa il posto, grazie ad Ermeti, mandato a timbrare improbabili Piani Strategici, zeppi di belle frasi messe in fila per aggiungere grattacieli in riva al mare, senza organicità, razionalità e nemmeno una scusa valida. Con tutta la sua squadra, prima di chiedere la testa del vostro Vate, dovreste rassegnare le dimissioni dai tanti posti che occupate, avreste più forza e credibilità per le rivendicazioni che avanzate, non per un gusto sadico di vedere rotolare teste piene di corone, ma per il desiderio e la necessità di aprire una fase nuova, nel rapporto con Bologna, non possiamo avere sempre degli scartini in cambio, qualche asso nel mazzo tocca a noi, l'abbiamo detto in tempi già molto sospetti Maurizio Focchi parla sempre come un Sindaco, per questo non lo sarà mai.