sabato 27 agosto 2022

A la guerre comme la guerre

La storia dimostra che l’italico spirito pugnace è sempre stato molto prudente. Dalla guerra di Crimea, alla prima guerra mondiale, fino alla seconda, i nostri capi hanno sempre aspettato un po’ di tempo prima di decidere su che carro montare a seconda delle convenienze. Poi sono seguiti 60 anni e più di PAX DEMOCRISTIANA. L’avventura in Kossovo di “baffino di ferro “ Marx D’Alema ha spalancato la strada ad un nuovo modo di intendere l’intervento militare (oggi addolcito dalla parola inglese peace keeping). Il governo dei migliori alla corte del Drago, con in testa “prima di tutto” Gigggino ‘o bibbbitaro agli Esteri e l’alpino Lorenzo Guerini Ministro della Guerra (nomen omen), ci ha posto in prima linea quale Paese difensore della Libertà dei Popoli ed in specie di quello Ucraino. Però ci siamo dimenticati giacchè non più avvezzi ad imbracciare lo schioppo, che per fare la “guerra” non bastano le chiacchiere, ma ci vuole preparazione, pianificazione, scorte e soprattutto ci vuole “molta roba”. Sotto questo aspetto non siamo messi molto bene. Forse i migliori sono avvezzi più a giocare a Risiko piuttosto che percorrere i difficili sentieri della “Politica seria”. La pandemia doveva fare capire loro che se non eravamo pronti ad affrontare un virus, prima di imbarcarci in una avventura militare ci dovevano pensare un po’ di più. Il covid ci aveva detto che non avevamo le terapie intensive, i posti letto, le mascherina, i medici, i farmaci, i disinfettanti, i ristori … ecc. ecc. Figuriamoci una guerra! Ora ci troviamo senza fonti di energia per scelte scellerate fatte dai governi della sinistra e senza un piano di emergenza. Le migliori penne del giornalismo italiano del calibro di Paolo Mieli (sempre sorridente), di Massimo Franco, Gramellini, Giannini, Riotta, fino a Capranica e all’inarrivabile Parenzo, hanno scritto fiumi d’inchiostro per incensare il PD e difenderlo dall’indifendibile, ma soprattutto hanno riesumato ed introdotto nel comune linguaggio la parola “guerra”, che oggi sembra così cara alla sinistra nostrana. Insomma così abbiamo saputo che siamo in guerra con i loro ex compagni sovietici… siamo il Paese in Prima Linea. Le conseguenze della nostra impreparazione ad affrontare una situazione così difficile e delicata è sotto gli occhi di tutti: prezzi dell’energia alle stelle, aziende che rischiano di chiudere e di fallire, licenziamenti e cassa integrazione, recessione ed inflazione, debito pubblico alle stelle. Siamo in mano ai soliti speculatori e “pescecani” che si sono sempre arricchiti con la guerra e i nostri politici brancolano nel buio, incapaci di prendere una qualsiasi decisione se non quella di garantirsi una carriera e fare bella figura con chi conta. Aspettiamoci una invernata “ a legna” e col cappotto in casa, alla faccia degli slogan populisti della supposta transizione ecologica della minchia. Quindi prima di pelarci le mani ad applaudire questa manica di incapaci pensiamoci un po’ di più, ma soprattutto pensiamo. Nel frattempo i nostri politicanti che “lotteranno per noi” si sono blindati in collegi super sicuri e si sono raddoppiate le paghe alla faccia degli italiani… e se il popolo ha fame, ci sono sempre le brioches. Sergio “mattarellum” Mattarella… non pervenuto, Papa Francesco gesuita Bergoglio… claudicante 
 Catone il Censore