mercoledì 17 agosto 2022

Due Volte Gnassi

La doppia candidatura di Gnassi? Sorpreso, nemmeno un pò, come ha fatto finta (bene) il CARLINO. Avevo pensato però, per antiche ritrosità, che al Pd fosse rimasto almeno un briciolo di pudore. Lo considero anche controproducente sul piano dei consensi. Non uso mezza parola sulla candidata a perdere di Melucci, l'immancabile Petitti, con la modica retribuzione di 12 mila euro mensili e la "certezza" della pensione politica. Il suo ruolo di donna che gioca, ma deve sempre perdere, è una caratteristica dei nuovi generi di moda in quel partito. E' vero che Gnassi ha dato (ballando) una allegra dimostrazione di sapere interpretare anche ruoli diversi, ma siamo incamminati verso la beatificazione universale dell'ex sindaco. Non porta bene nemmeno al suo successore che si fa fotografare con i bagnini, a cui deve preparare i bandi già vinti dalle multinazionali degli albergatori riminesi. Il partito sono io è un segnale di forza e partecipazione o di pericolosa debolezza e paura? Anche Bonaccini ha bisogno dei Gnassi, questa per il Pd è la prova della permanenza. Finire all'opposizione per un regime fondato sul pubblico, è come morire d'astinenza. Avete visto i virologi televisivi dove sono andati a finire? Una giusta ricompensa per le allegre serate che ci hanno regalato con inutili ed errate raccomandazioni. La Rai, ve ne sarete accorti, ha già iniziato la "depidinizzazione". Rai 3 è sballottata, presto diventerà l'ampolla di Salvini, almeno intervisterà un operaio. La mia analisi è confermata dall'area amicale che si rifiuta, con mille dubbi e bestemmie sulle cucce dei cani a salvadanaio, di votare per Letta, il democristiano a tutto tondo anche francese. Gnassi è stato piazzato perchè ritenuto "forte" nella spietata giostra uninominale? Lo dimostri e vinca o sparisca dalla politica, ha ristoranti ed un Borgo Fortunato. Nessun sindaco ha avuto queste fortune. O avevano un lavoro prima o venivano eletti in Parlamento. Il Pci non abbandonava nessuno. Il Pd è diventato un ossimoro. 
massimo lugaresi