venerdì 14 maggio 2010

Donazione Manfroni

Scorrono nell’indifferenza gli ultimi giorni della donazione Manfroni. Il terreno e la villa che hanno visto tradursi in azioni concrete ideali civili e morali, ove si è reso manifesto l’amore verso i giovani e la loro educazione, uno dei luoghi simbolo dell’epopea di un piccolo borgo diventato città, sta uscendo definitivamente dalla storia di Riccione. Quella Storia autentica che nasce proprio lì nell’incontro tra le aspirazioni dell’uomo, la sua comunità, e la realtà, la materia, pronta ad essere plasmata dalle opere. E’ questo il fascino che ci spinge a conservare le tradizioni che non sono vento ma fatti di cui possiamo fare esperienza. Perdere tutto ciò, perdere la memoria o peggio ancora la tensione a conservarla, sembra quasi sacrilego ed è il segno di una città che ha smarrito il senso delle sue origini e brancola nel futuro senza meta. Sarà un caso ma mentre l’empietà si compie tanti ragazzi sono senza un tetto che possa definirsi scuola, altri sono in baracche di fortuna, l’improvvisazione è al potere, la lungimiranza dei padri è stata sperperata dall’arroganza di eredi irriconoscenti prigionieri del calcolo e sordi alla ragione.
Abbiamo mendicato come gabbiani su cumuli di spazzatura brandelli di memoria, di storia, di dignità. Abbiamo asportato, strappandole dalla pietra e dall’oblio delle macerie, le piccole lettere di bronzo che formavano l’iscrizione del piedistallo marmoreo del busto del professor Manfroni che campeggiava all’ingresso della scuola. Le abbiamo portate via nel palmo della mano come ceneri di storia, di memoria, di dignità calpestata e persa. Chissà se col tempo, piacendo a Dio ed agli uomini, quelle lettere perse si potranno ricomporre nel loro significato originario:

Sen. Prof.
Camillo Manfroni
benefattore della gioventù studiosa
di Riccione

Arch. Roberto Cesarini