domenica 13 febbraio 2011

Sondaggino

La nostra opinione è che la strada del Sondaggino sia come quelle che fanno a Rimini, non porta da nessuna parte e contiene due deviazioni obbligate. Se è cosa seria, Gioenzo stravince, se è farsa, poco importa, hanno deciso di perdere da almeno dieci anni. Intanto hanno raggiunto un risultato sorprendente, farsi prendere per il culo da un vecchio mestierante come Nud e Crud, le dichiarazioni lette sono di una presunzione tipica degli allevati in federazione, ma vere. Il candidato di Melucci, erede legittimo del disastro Ravaioli, sembra destinato a vincere per mancanza d'avversari, quelli più pericolosi li ha acquisiti, l'accordo con Sel è firmato a Bologna, anche se usciranno con un buon risultato elettorale sono voti più sicuri dei Lombardo ed Astolfi che vogliono la quarta legislatura per meriti acquisiti non comprensibili. L'uomo del ristorante e della provvidenza incombe sulla Città, si perpetua l'ombra del Vate, con il prossimo debolissimo Sindaco avrà vita più facile, con il Prestato aveva un rapporto di sudditanza professionale. Se l'obbiettivo per il centrodestra è perdere, non potevano scegliere strategia migliore, sembra quasi scientifica. Sono partiti con l'indicazione di un bravo imprenditore sconosciuto, cosa molto diversa dall'errore Tadei che li avrebbe costretti a vincere, poi rimediato con il famoso editto curiale ed intendono atterrare con un Sondaggino del quale non si capiscono contorni, modalità e l'estensione partecipativa. Comunque vadano le cose ci sarà sempre metà partito che lavorerà contro, a dispetto degli scontati richiami all'unità, un capolavoro tattico da inserire nel manuale della guerra elettorale per bande. Chi tira le fila è facile da scoprire, ha candidato in ordine decrescente Gentilini, Spigolon e..Bucci in cambio di una sconfitta certa ma di un potere economico crescente. La controprova è lo spettacolo di una Città che affonda in measmi politici, culturali, economici, l'opposizione non esiste, il Palas bipartisan non apre per evidenti errori politici, tecnici, manageriali e finanziari e cala il silenzio più assoluto rotto dalle dichiarazioni di solidarietà Piacentine a Cagnoni. Sulla Fondazione/Carim è arrivata una botta accertativa tra le peggiori viste nel mondo bancario, per continuare un rapporto con l'Istituto i riminesi dovranno imparare il dialetto marchigiano, avete ascoltato un piccolo latrato democrat, dal momento che dentro ingiustamente non contano un ca..? Un giornalista all'inizio della legislatura aveva iniziato a scrivere qualche timida verità, sta girando per la Romagna in attesa di una scrivania, il potente Presidente della Fondazione, perseguito con l'accusa di emettere critiche corrette e preveggenti è costretto alle dimissioni dal Potere, non quello dei manovali di Palazzo, ma dai Mastri Muratori della Loggia.