martedì 12 giugno 2018

A me non da fastidio....

Premesso che a me non dà fastidio, dopo la solidarietà della giornalista, scrittrice e poetessa riminese d'adozione Lia Celi, la Publiphono, che un gruppo di cittadini ed un avvocato vorrebbero oggi spegnere considerandola fastidioso spam, arruola altri nomi al grido di resti "com'è dov'è", perlopiù da parte dei gauchistes riminesi, stranamente direi. Invero questa cosa è nell'aria da un po' di anni, mi sembra che anche la durata delle emissioni in ispiaggia rispetto a alcuni decenni fa sia diminuita. E nel 2016 è stato festeggiato il 70nnale della nascita di questo media tutto riminese come peculiarità, vantando tra l'altro fra i fondatori Sergio Zavoli che tuttavia pur venendo spesso a Rimini anche qualche giorno fa (con la sua... "dama di compagnia" diciamo e "interfaccia", data l'età non più verde, Walter Veltroni) non si è mai interessato alla questione, quasi a smentire chi lo vuole fra i fondatori: quindi c'è coda di paglia da un po' per me rispetto a una possibile chiusura. In effetti NON esiste nulla di paragonabile: un luogo pubblico dove sei fatto oggetto di pubblicità sonora che non puoi rifiutare se non andandotene. Loro replicano che fanno un servizio prezioso, ritrovo bimbi etc., e che la pubblicità copre i costi di quel servizio. E anche su questo ci sarebbe da ridire in quanto mai sarebbe da mescolare il business con la sicurezza. Una cosa è la pubblicità, un'altra è un servizio di radiodiffusione in spiaggia per avvisi di servizio che attiene la Sicurezza e che non dovrebbe avere necessità di pubblicità per finanziarsi. E anche la musica che poteva farti digerire quell'ora di spot è quasi scomparsa mi pare. Poi c'è un altro aspetto, oltre a essere fatto oggetto di spot pub che non si può rifiutare: la qualità degli stessi! Mi spiego: ci sono pubblicità che sono autentici film o foto d'autore etc. e che sono passati alla cronaca e alla "storia", chi più si può permettere, più fa spot di qualità, se così si può dire, parlando comunque di Comunicazione d'impresa. Ora accade che evidentemente la parrucchiera dalla Lilli (nome inventato) non può permettersi di realizzare uno spot radiofonico con un Nome dello spettacolo, né registi etc.; inoltre c'è il problema connesso che gli spot di Publiphono sono rimasti inchiodati nel tempo: gli stessi da decenni; una volta realizzato, lo si manda in onda... per sempre ed a questo noi non siamo abituati in veste di consumatori, perché la macchina pubblicitaria televisiva e radio investe continuamente in spot nuovi e ammiccanti. E quello che andava bene 10 anni fa oggi risulta superato, lontano dal gusto dei tempi. Quindi senza voler essere offensivo o peggio, questa pubblicità in spiaggia è ancora peggio della pubblicità normalmente intesa che è già fastidiosa, essendo essa qualitativamente a livello quasi amatoriale, per ovvie ragioni di budget sicché si ha il paradosso che in tv vedi lo spot girato da Tornatore e poi vai in spiaggia e sei esposto a standard da recita parrocchiale, per chi vuol capire. Non hanno fatto uno sforzo economico per fare nuovi messaggi, un po' più ammiccanti, "gradevoli", altrimenti non ci stanno dentro o non so, questo li ha resi maggiormente invisi. Quindi in sostanza io sono d'accordo che sia una cosa anacronistica da eliminare; e per questo basta la ragione che nessuno può essere esposto su suolo pubblico a pubblicità sonora senza via di scampo. Un tentativo di salvarla si potrebbe fare se la proprietà fosse disposta a ridurre il numero degli spot, aumentare la musica (come in passato) e rinnovare tutti i messaggi e farne di qualità, un minimo accettabile, investendo quattrini, ma non mi risulta che anche nella sua massima popolarità diffondesse pubblicità con la voce di...Alberto Lupo.
 (in foto dal mio archivio una speaker Publiphono del passato)
 M. A.