domenica 10 giugno 2018

Bike Sharing Obike

Ebbene sta avendo un successo incredibile il bike sharing Obike, come nessuno si sarebbe aspettato, eppure una città turistica è forse il target d'elezione per iniziative così, queste bici sono ovunque non è il bike sharing come lo s'intende comunemente per me, è iniziativa prettamente turistica, quasi una "esternalizzazione" delle bici per gli ospiti che hanno tanti hotel dalle tre stelle in su e che era una grana gestire direttamente con le bici che rubano, si rompono, invecchiano etc. Confesso di non saperne molto, ma ne vedo a decine, centinaia, ovunque sul mare. Certo a meno di essere un ciclista difficilmente se la prendi a Marebello, riesci ad andare in centro, queste bici sono vocate per piccoli spostamenti. Non le rubano e questo è già tanto perchè hanno il gps e perché sono cosi caratteristiche da essere difficilmente vendibili e le parti stesse lo sono, sella, ruote etc. L'impresa che gestisce la cosa è milanese, non so se goda di finanziamenti perché trattasi di iniziativa "green", quanto e se guadagni etc., la rete è mondiale e nemmeno dire asiatica (cinese). Speriamo alla fine che per un servizio cosí... "avanti" più che altro turistico non vengano poi i costi scaricati con i soliti giri sulla collettività, sarebbe un peccato per un'iniziativa con un gradimento così alto, vedremo. Certo ci sono limiti già ricordati relativi all'avere con sé uno smartphone non obsoleto e una carta di credito ma quel target a cui si rivolge Obike è proprio quello con lo smartphone sempre in mano e anche un 16enne oggi ha una carta prepagata in tasca. Tagliati fuori sembrerebbe utenti non giovanissimi e/o non troppo adusi a scannerizzare codici pagare online con telefonino. Da dire che questa iniziativa ha preso piede e origine dall'Asia ove sono almeno un anno avanti a noi rispetto a queste cose basti guardare un bengalese che vende patacate qui: non ha l'auto e indossa pantaloni di lana con piega ad agosto ma su trasferimenti di danaro, pagamenti on line, telefonia, computer, sistemi operativi, videchat etc. è davanti a noi perché il cuore della microelettronica del mondo oggi più che in America ha sede in Asia. Oltre 30 anni fa il primo esperimento di bike sharing a Rimini: una 30na di bici color biancorosso piazzate davanti al mercato coperto in uso gratuito 24 ore lasciando documento d'identità gestito da pensionati bici sparite in due estati. Ora centinaia sparse ovunque, paghi, paghi poco, quasi niente, l'impatto sul CO2 credo sia irrilevante spero solo ripeto questa cosa non sia scaricata sulla collettività con qualcuno che ci guadagna, con così tanti aspetti positivi sarebbe un peccato: albergatori soddisfattissimi, gradimento altissimo, la meta turistica che sale di qualche punto nel ranking mondiale etc. 
S.A.