sabato 20 luglio 2019

Chiunque

Chiunque, soggetto istituzionale personaggio pubblico, dica mezza parola sui vaccini che non sia a favore di essi tout court viene attaccato dal vaccinista Burioni. Il sindaco di Riccione recentemente ha detto appunto mezza parola sulla famosa "immunità di gregge" e immediatamente è partita da parte del microbiologo di Casteldelci la reazione aggressiva con il solito repertorio che arriva quasi all'insulto, alla contumelia, all'epiteto. Questo NON è casuale come sembrerebbe in quanto la Comunicazione in campo di politiche vaccinali di un Paese è fondamentale come chiunque può capire: convincere la popolazione che vaccinarsi conviene. E Burioni stesso, non so per quale ragione, da alcuni anni si è assunto l'onere di diventare "influencer" pro vax, sui social media e su internet, ciò in ragione del fatto che vi era massiccia presenza in rete di no vax che rischiava di minare la fiducia nella utilità e dei vaccini, della loro obbligatorietà in relazione alla nuova normativa. Per questa ragione le reazioni di Burioni non sono mai casuali, d'impeto come può sembrare ma espressione tattica della sua strategia che tende a diffondere fiducia nei vaccini, nel dogma dell'immunità di gregge o di mandria come lo chiamano in USA. Burioni NON spiega perché ci si debba vaccinare perché sono giuste le vaccinazioni obbligatorie italiane paese con una lunga tradizione di vaccinazioni e fra i più "vaccinisti" del mondo. Potrebbe farlo ma attacca in modo aggressivo chiunque parli contro l'obbligo vaccinale. Afferma che vaccinare o no non è questione di democrazia ma di Scienza e opporsi è come non credere alla forza di gravità, ha detto recentemente che il Medioevo è a Riccione se la Tosi che ovviamente non ha competenze in materia non fa multe, accusa di oscurantismo chiunque esprima perplessità, vede come bestie nere i no vax proprio perché attenzione l'aspetto comunicativo, la fiducia nella Scienza, nella Sanità, in campo di politiche vaccinali sono fondamentali. Viene additato come 500mla o più follower su Facebook: è una diga contro il dilagare di idee no vax che ha funzionato. Purtroppo però contrariamente a quanto egli afferma di vaccini discutono anche politologi, sociologi e soprattutto giuristi in quanto non corrisponde al vero quanto egli ha affermato pochi giorni fa che non sia una questione di democrazia (si veda a tal proposito per esempio M. Tallacchini, "Vaccini, scienza, democrazia" in Epidemiologia e Prevenzione, 2019; 43 (1): 11-13). Quindi sottotraccia diciamo rispetto al mainstream caciara social media Burioni vs no vax esiste un dibattito serio in ambito giuridico sulla obbligatorietà vaccinale che addirittura prescinde gli aspetti scientifici che attengono l'efficacia ma si ferma a un livello appunto di democrazia diciamo così. Burioni potrbbe spiegare invece di inveire potrebbe spiegare concetti molto semplici sulla immunità di mandria, formulette che chiunque abbia fatto la scuola dell'obbligo può comprendere e farsi un'idea. Ma ha scelto la tattica di mettere alla berlina chiunque si opponga ai vaccini funzionale alla strategia di far accettare l'obbligo vaccinale già poi obbligatorio per legge. Pertanto quando Burioni attacca pubblicamente qualche soggetto istituzionale che solleva perplessità non lo fa d'istinto ma in modo pianificato dalla sua strategia come dimostra la tavola sopra pubblicata da uno studio (C. Signorelli1, A. Odone, "Four Italian experiences on vaccination policies: results and lessons", Ann Ig 2019; 31 Suppl 1: 36-44) in cui appunto Burioni vine citato come influencer nazionale italiano pro vaccini, perché lo faccia, ripeto, non lo so ma ognuno nella vita ha le sue passioni, lui ha scelto di essere il portabandiera dei "vaccinisti".
 M.A.