venerdì 27 novembre 2020

I Ragazzi del Piano Strategico

Raccontano che I Ragazzi del Piano Strategico, compilato sul monopattino di Ermeti, si vantino delle vittorie raggiunte. Vogliono "stabilizzare" le loro poltrone, attraverso una invenzione societaria che a Rimini ha sempre dato buoni risultati. Per il successo del MetroSanti ne hanno inventate addirittura due. Garante è sempre uno: il cittadino riminese. L'inventore è (sempre) Melucci, all'epoca in giunta con Ravaioli. Mettere, allo stesso tavolo, il gotha dell'imprenditoria, professionisti e politici, avrebbe permesso un poderoso balzo in avanti alla città. Ancora non si pensava offshore. La più classica delle operazioni gattopardesche: cambiare tutto senza toccare niente. Così Melucci, in attesa del mondo e del sindaco che verrà, continuò ad avere "mani libere" nell'urbanistica riminese. Filosofia che andò benissimo al Principe arrivato, la trasformò nell'uomo (elegante), ma solo al comando. Si circondò di comparse annuenti per paura delle strepitose sbroccate. Dieci anni passati così, con la tragica novità della pandemia. Voglio dimostrare, magari inutilmente, alla vasta platea degli adoratori, che fu una operazione fumosa, un restyling costoso ed inutile come il Trc. 1) A Rimini in quegli anni nasce il famoso (?) piano strutturale. Il termine indica l'individuazione degli elementi sostanziali, regolatori di un piano. Si pensi ad esempio alla mobilità, trasformata beffardamente in monopattini per tutti. Dieci anni di gnassismo esasperato, con le manine e pagine plaudenti del Carlino, colpito dalla filosofia imperante, con invenzioni estemporanee, uscite dal magico cilindro di Andrea 2) Se la Cosa funzionasse, invece di inventarsi proclami, suggeriti da altri, sempre "intimi" ed avvallando facili soluzioni, doveva riflettere sulla città che stava scomparendo. L'industria di base è fallita, soffocata dalla clausura violenta, forse inutile. La componente che a lui interessava, importante porzione del fatturato locale, è stata trasferita nel comodo Borgo casalingo. Lasciando un Centro deserto e malinconico riempito dalle favole che Teatro e Castello si raccontano di notte. Le periferie? Mandate il giornalista ciclomunito che voleva servire la Parma, a fare una "corsa" da Miramare a..Viserba. Nemmeno con il suo mezzo riuscirà ad arrivare ed..uscire indenne.  Avete cognizione di cosa sta succedendo da anni? Il turismo ha già perso la metà di un fatturato in continua decrescita. Occorre un intervento radicale non "stronzate" come i condhotel, giardinetti e piste ciclabili non agibili. la nostra catena è delicata al punto che se rompi un anello il resto ne risente. E' vero che molti hanno conservato le "gobbe" dei risparmi, collocate nelle torri vicine. Si stanno consumando. Le attività commerciali più rappresentative hanno chiuso. Caro Sindaco non ti poteva avvisare il tuo piezz e' core? Manca un esame e studio sulle accessibilità alla nostra città, logiche universitarie da impostare sulla qualità, non sul numero di camere e appartamenti da affittare agli studenti. Una pubblica amministrazione impostata sulla trasparenza e chiarezza delle regole, Conoscenza del territorio, non espletata attraverso sporadiche demolizioni che diventano colpi a casaccio (?). Riproporre una partecipazione attiva dei cittadini, favorirla, incentivarla, garantirla. Lasciate perdere lo slogan della sanità migliore al mondo, è meglio delle calabre e campane. Nelle nostre Rsa si muore, nel silenzio giornalistico, come ad Oderzo. Tema centrale è la Sicurezza. Pensare a Generali e Questori senza ancora arrivare ai Prefetti, è un sintomo evidente. Richiudersi senza alternative è battaglia persa. Chiudo, sperando che nella prossima tenzone, si parli di programmi e non di Morrone. Una città che muore è colpa di tutti. Non lanciare appelli a cui rispondono solo i..tanti Berlusconi presenti. Nascosti in ogni pertugio, ma pronti a servire il padrone del momento. Anche in quel campo, associativo, sindacale, imprenditoriale e..,politico, occorre una salutare piazza pulita. Vogliamo tanti Borghi Fortunati e non squallide periferie.