domenica 29 novembre 2020

Le Sirene di Melucciov

Il baffuto kompagno Melucciov è troppo vecchio del mestiere per non sapere che quando le cose sfuggono di mano poi va a finire che succedono i guai. Il fenomeno sociologico Lucio Paesani ha tutte le caratteristiche per essere una cosa nata così per caso, ma che rischia di finire fuori controllo. All’inizio lo hanno lasciato giocare: tanto…” du vot che vaga”, come dice sempre Aureliano Bonini quando parla del legame imprescindibile (per lui) che lega il panzuto turista tedesco con la Riviera. Ora la questione ha preso una brutta piega e attorno al buon Lucio si sta coagulando “un popolo di incazzati sempre più”. Lo sanno bene i vecchi komunisti, per i quali la Rivoluzione è buona quando è la “Revolucion de noi artri”… come quella promessa da Landini e subito messa “sotto spirito” appena diventato segretario della potente CGIL. Quando la questione esce dal controllo del partitone, essa rischia di diventare una “vera Revolucion” e allora i casi diventano acidi. Il buon Lucio, vecchio amico (ma mai come Jamil) del Principe Niassi, col quale ha condiviso feste e baldorie, si è accorto che l’aria stava cambiando e la faccenda diventava “gnara”. Insomma sono finiti gli “sghei” per continuare a bisbocciare sulla “Molo”. Orbene egli, ogni giorno che passa si accredita sempre di più quale novello Che Guevara. Attorno a lui come successe a Pancho Villa, si stanno coagulando baristi e ristoratori arrabbiatissimi, ma non è detto che a poco a poco arrivi al suo movimento buona parte del mondo delle piccole partite IVA. Se ne sono accorte persino le associazioni di categoria, troppo occupate a spartirsi le sedie delle società partecipate. Sarà sempre più difficile continuare a pontificare dal calduccio delle poltrone di pelle delle presidenze dei vari consorzi. Ormai le loro vuote parole e i vani e tardivi proclami non incantano più nemmeno i bambini dell’aiuto materno, figuriamoci gli associati. Insomma il “sistema” rischia di essere sorpassato “a sinistra”. Melucciov e i Kompagnucci belli della parrocchietta (ora che non c’è più don Aldo a tracciare la “lunga marcia”), cercheranno in ogni modo di arginare la incontrollata “deriva a sinistra”. Cercheranno di blandire il “Rivoluzionario fuori controllo” promettendo qualche incarico o prebenda, come è successo a “Giggino ‘o bibbbitaro”, che oggi smarrito l’apriscatole, assomiglia sempre di più ad una vecchia cariatide democristiana della peggior specie. Ma se il buon Paesani “terrà botta” e supererà indenne il canto delle Sirene di Melucciv e compagnia bella, allora tutto potrà succedere. Potrà persino svanire l’accordo di “desistenza” che si sta concludendo con il centro destra per patteggiare la vittoria di un sindaco di sinistra e spartirsi poi fifty fifty i posticini e gli ambiti incarichi. 
NB. Si mormora che il Principe/Alcalde, re del Borgo nudo e crudo, sarà il successore di Tutankagnon sul trono della Fiera… siamo certi che Melucciov non nasconda la stessa ambizione ?
 Don Camillo