domenica 18 giugno 2023

Alle Armi

Dopo il bluff della 3 cittadinanze, arriva la riforma della giustizia, un pannicello che sembra rivoluzionario solo per i piddini, impauriti per la svolta giudiziaria. E' impossibile che la corrente non segua il corso del fiume politico prevalente. Non è mai accaduto. I toni usati da Repubblica e in particolare da Carlo Bonini, sulla proposta di Nordio chiamano alle armi le truppe giustizialiste. Ma il direttore Molinari apre un inedito dibattito dentro il suo giornale con un intervento serio e nobile di Antonio Monda. Con il Fatto Quotidiano rimane uno dei giornali "orfani" di Silvio, dopo l'amore dedicato a Craxi. Il progetto di Nordio è un modesto inizio che fa scalpore perchè per la prima volta viene intaccata una casta dominante. La Meloni ha solo vecchi scheletri prescritti dalla storia e dalla guerra. Si può permettere un braccio di ferro affidato ad un magistrato, sempre contro corrente. Tira una brutta aria per il Pd e siamo solo agli inizi dell'abbattimento del regime mai legittimato. Anche la brutta figura riccionese è un tassello che alza il muro della differenza elettorale. La Giorgia naviga senza avversari che Dagospia è costretto a cercare nella Lega. Spero che la ristrutturazione giudiziaria  arrivi molto più in alto. Separazione netta, anche immobiliare delle carriere, responsabilità dei giudici ed abbattimento dei piccioni tra cancellerie (?) e giornali. I processi vanno iniziati (presto) nei tribunali, senza usare la piazza consenziente per un giudizio istantaneo. Solo Berlusconi non sono riusciti ad abbatterlo. Sono pochi che però possiedono le sue difese. Non parlo di Maldini e Baresi.
massimo lugaresi