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L'amico Scalabrin, mi ha mandato il link di un articolo interessante sulla lettera del Mef pro Mef, firmata dal capo di gabinetto..del Mef. Siamo proprio convinti che le ragioni contro la ratifica del Mes siano state smontate? Questo è il commento di Giuseppe Liturri. L'opposizione composta dai grillini, i più feroci avversari (una volta ) del Mes e dai piddini, ancora folgorati da Draghi, "vuole" la ratifica immediata del Mes, secondo gli ordini europei. Il pauroso deficit italiano e i ristori del Recovery impongono che il "cappio" dei creditori attorno al collo peninsulare, sia molto stretto. Siamo entrati nel sistema ellenico. L'avvocato Varone, capo di gabinetto del Mes, ha inviato ai deputati, sollecitato dal Presidente della Commissione, Giulio Tremonti, una nota informativa. Su questa si è scatenata la propaganda dell'opposizione, quella che con Landini protesta in piazza contro i "loro" tagli alla sanità. Quali sono gli effetti, diretti ed indiretti, sulla finanza pubblica della ratifica del Trattato riformato? La risposta è strettamente tecnica e prescinde da valutazioni prospettiche di natura prettamente politica. Come è d’obbligo che sia, dato che a rispondere sono stati i Dipartimenti del Mef che comunque si spingono a fare valutazioni molto discutibili.
Sull’onda dell’entusiasmo della Schlein, munita del traduttore, qualcuno ha attribuito alla lettera, prendendo fischi per fiaschi, il ruolo di pistola fumante per “smontare tutte le ragioni che finora hanno impedito la ratifica”. Non è così, per la semplice ragione che la domanda non era quella e quindi la risposta parla di tutt’altro e, ad un’attenta lettura, conduce a conclusioni esattamente opposte. Sugli effetti diretti, nulla da dire. La ratifica non muove un centesimo nei saldi di finanza pubblica. Anche perché ormai li ha generati nel 2012, quando abbiamo versato 14 miliardi. Né si può affermare che la ratifica, da sola, comporterebbe l’esborso degli altri 110 miliardi di capitale del Mes a carico dell’Italia, da versare a prima richiesta entro 7 giorni.
Sugli effetti indiretti, mettono le mani avanti, premettendo che “appaiono di difficile valutazione”. E già questo dovrebbe indurre a leggere con prudenza quanto poi segue, prima di fare il giro di campo avvolti nella bandiera del Mes. Giustamente al ministero si chiedono se la riforma aumenterebbe la rischiosità del Mes, cioè proprio il rischio di versare gli altri 110 miliardi e concludono che “non si rinvengono nell’Accordo modifiche tali da far presumere un peggioramento del rischio”. Anzi, il rating del Mes resta ai massimi. E ci mancherebbe, aggiungiamo noi. Il rating è massimo proprio perché con la riforma, tutta nella prospettiva del creditore, si rendono più gravose le condizioni a carico dei debitori, come l’accesso quasi impossibile alla linea di credito precauzionale. Questo è un argomento contro la ratifica, non a favore. Basta leggere. L'ansia da protagonismo ha indotto i controllori dei controllori a scrivere qualcosa meno banale e si sono avventurati sul terreno scivoloso delle congetture. In conclusione, l'invincibile Ducetta ha fatto un "passetto" indietro con tutti i Fratellini sempre piuttosto boriosi alla Santachè. A settembre, stanchi dei pienoni annunciati, ne riparleremo. Per fortuna questa Europa ci sta lasciando. Quella che verrà potrà contare su un altro comico rivestito. massimo lugaresi