lunedì 12 giugno 2023

La Festa dell'Unità Riformista

Un imprenditore, "non" dalemiano, ha acquistato L'Unità, il giornale del comunismo passato da Gramsci a Sansonetti, senza avvertire la 3 cittadinanze, provocando però un tripudio nella famiglia Berlinguer, (mio) unico segretario. Linkiesta, il blog ispiratore del contrario, si preoccupa per le Feste dell'Unità. Diventerebbero grottesche senza giornale e partito. L'amico Giorgio Grossi, sforna meravigliose pizze solo ai compagni come Chicchi. La sede estiva del Pd, è Capalbio, sempre se il bagnino li vuole ancora, dopo la scandalosa virata sulla Bolkestein. Nei soliloqui, 
incomprensibili, la segretaria solitaria, non riesce ad uscire dallo scenario arcobaleno, sempre più spinto, con il crescere degli affitti uterini. Cominciano a porsi il "problema Schlein. L’Unità, fondata da Antonio Gramsci, diretta da Piero Sansonetti non è del Partito democratico, ma com’è noto è di proprietà dell’imprenditore Alfredo Romeo, che edita anche Il Riformista di Matteo Renzi. Caos democratico e segnale inconfondibile di un falso senza autore. La Festa dell’Unità è un brand storico del rapporto tra politica e masse di lavoratori. Che ca..c'entrano con il linguaggio criptato emesso seriosamente? La linea (?) dell'Unità sull'Ucraina è "pacifista", siamo (quasi) al penale, contraria all'invio delle armi anche attraverso il famoso compagno mediatore. Il blog radical chic, fedele all'ombrellone e la garanzia atlantica, non ci sta, Compagni va ancora bene, ma solo in guerra. 
massimo lugaresi