L'unica ragione per cui Bruno Vespa non può fare il Presidente è l'ancora giovanile età. Dagospia, copiando, casualmente, Repubblica, "ironizza" sul presunto idillio tra il più potente giornalista (vero) italiano e la Meloni. Intanto Vespa non si è mai dichiarato democratico e sarebbe già un convincente riconoscimento, poi se analizziamo i pedigree quirinalizi, ci può stare largamente. Nei suoi salottini ha ospitato il piccolo mondo italiano. D'Alema, Berlusconi, Renzi e perfino un omaggio a Salvini con il suo Ponte. Dagospia ha compilato (presuntuosamente) un articolo, presentando il suo eventuale incarico come fosse delittuoso. Dopo Conte tutto è possibile e perfino augurabile. Conosce e frequenta il potere dalla nascita giornalistica, lo ha lusingato, guidato con l'alibi delle interviste. Credo possa essere una augurabile novità. Stiamo attraversando una fase di passaggio. Con la nuova e penso duratura maggioranza, Mattarella entrerà in conflitto inevitabile. Il premierato può essere un surrogato condivisibile, la vecchia Costituzione ha bisogno di una verniciatura conle necessarie correzioni. La democrazia regge, anche se i votanti calano come le maternità. Il semplice e naturale fatto che la loro propaganda debba occuparsi per sopravvivere anche di Salvini, provoca bolle di bile. Mentre la Meloni giochicchia con la Schlein, come una furba gatta con il naso di un topino. Il Vespismo mandurione ha mandato su tutte le furie gli orfani del regime sparito. Sembra che la Premier eletta si fidi molto di Vespa. Terminato il lungo ciclo di Berlusconi, tocca alla Giorgia il delicato compito di presentare i libri del giornalista. Nel caso ci fossero delle speranze quirinalizie, dopo averci pensato (poco) non trovo candidato migliore. Chiuderebbero il cerchio della destra e le speranze della Boldrini.
massimo lugaresi