venerdì 16 giugno 2023

Timeo Danaos

Et Dona Ferentes. Il nuovo Vescovo, Nicolò Anselmi, ha iniziato la sua attività pastorale con il piede giusto. Si presenta bene, come “uno de noi artri”. Affabile, alla mano, pratico come tutti i Genovesi, stringe mani, dispensa sorrisi, pacche sulle spalle e Benedizioni al Gregge che lo segue nelle iniziative diocesane. La laurea in ingegneria meccanica contribuisce a farne una persona realista e pratica che unita alle Virtù teologali lo portano a sentire i sentimenti della gente e frequentare giustamente, i Palazzi dove si conta. Spesso si fa ritrarre insieme al Sindaco Sadegholvaad a tagliare nastri, dispensare medaglie e onorificenze, distribuire Santini benedetti che servivano più alla giunta riccionese che (ancora) a quella di Rimini. Molti i capitoli aperti, molte le criticità del territorio ed ancora diversi sono i debiti della Curia, per cui rendersi conto di ciò che succede e capire bene come stanno le cose non può che essere un atteggiamento proficuo e virtuoso. A Rimini esiste una maggioranza Schlein ben radicata in Palazzo Garampi e il Sindaco che ha preso appunti in gioventù dai suoi proff. Vichi e Zavatta, sembra sia passato sotto le ali “Arcobaleno” del suo benefattore principale, l’ex Sindaco Principe di Rimining, Andrea Gnassi, ora parlamentare di minoranza a Roma, del quale però non ha preso stile e modo di fare. Il Pastore diocesano prima capisce ciò e meglio sarà per lui e per il Popolo di Dio che come pecorelle smarrite si aggira per il territorio riminese e non solo. La sua comunità è poi attraversata dalla presenza dei ciellini, i quali sono divisi in due come una mela. C’è l’ala tradizionalista di Pillon, di Coghe e del popolo della Famiglia e quella più pratica e concreta legata al Meeting e alla Compagnia delle Opere, sempre pronta a relazionarsi e trovare accordi, con chi comanda pur di assicurarsi una poltroncina o uno strapuntino. Insomma sua Eccellenza avrà un bel daffare in questi tempi tristi e bui per tutti. Mai come oggi occorrono Uomini Liberi e Forti, laici e di Fede. Quelli buoni per tutte le stagioni, concavi e convessi, caro Vescovo lasciamoli stare e diamo loro il giusto peso che in realtà  meritano. 
 Don Camillo