venerdì 30 giugno 2023

Il Molise Prossimo

Riccione può essere un'altra amara sorpresa. Dopo il Molise tutto può succedere. Finalmente qualcuno nel Pd accende il lumino funebre. Un campanello d’allarme, una sconfitta chiara, una batosta che sarebbe sbagliato minimizzare. Sono le reazioni del giorno dopo l'ennesima sconfitta nell'era Schlein. Nel mirino non c’è tanto il Pd, quanto l’alleanza con il M5S, questa volta persino esibita nell’ormai famosa chiacchierata al bar di Campobasso tra Elly Schlein e Giuseppe Conte. Eppure, alla prova del voto, largamente insufficiente, zoppicano a sinistra della pseudo-sinistra. I risultati ancora decenti, il Pd li raccoglie solo nelle terre da sempre dominate dai compagni. L'Emilia- Romagna è un esempio. Niente psicodrammi, il Molise aveva scelto la destra cinque anni fa, è rimasta sempre più a destra, non ci sono sorprese, si va avanti sulla strada tracciata. Crescono preoccupazione ed insofferenza. Sesta sconfitta su sei games con i grillini, diventati la palla di piombo della coalizione. O si cambia partner, meno fluido o continueremo a perdere. Arriva l'inevitabile ed impossibile richiamo a Renzi e Calenda. Li immaginate a colloquiare con l'avvocato del popolo e l'armocromatica? La spiegazione è talmente facile che non tranquillizza. Il Pd è nato per il potere
. Per tante, in alcuni casi nemmeno raccontabili ragioni, ha governato su procura, usando la clausura e perfino l'affido per quasi venti anni. Un assurdo democratico sconosciuto in tanti paesi. Hanno usato covid e paura mescolandoli sapientemente. Alla fine è uscito il risultato temuto ma scontato. Il centrodestra non ha raggiunto ancora l'apice della potenza. La Meloni imperversa anche per una rappresentazione enfatica che la premia. Il Pd è incomprensibile nel linguaggio e nell'uso spudorato di una politica permissiva confacente solo ad una ristretta cerchia di garantiti. Il facilitatore riminese era un ingannatore. Non dura.
massimo lugaresi