massimo lugaresi
martedì 16 dicembre 2025
Dividiamoci
Senza fare rumore. Dopo avere (nuovamente) disertato il micidiale confronto con la Ducetta, alla precaria segretaria della (meno) metà piddina, non resta che indire la solita assemblea che non decide un.. ma che, secondo il gufo Dagospia, può diventare un boomerang. Le condizioni del partito democratico sono simili a quelle dei giornali che lo sostengono. Repubblica e La Stampa, corrono il rischio di essere vendute agli avversari, mentre la Juve rimane prigioniera di Elkann. La venderà solo dopo avere sistemato (all'estero) il resto della magnifica eredità ricevuta? Torno ai problemi che albergano nel Pd, un miscuglio che sembrava riuscito ed ha permesso di governare con tutti, sotto l'egida democristiana e (peggio) draghiana. Poteva capitare di peggio. Il gemellaggio, ad ore, con gli ex grillini, appartiene alle soluzioni disperate. Dopo anni di offese e denunce reciproche, si trovano in un campetto della politica periferica e si giurano fedeltà, alla depende, per non scomparire. I delegati democratici, con la scusa natalizia, disertano e la componente di maggioranza, mai accertata, senza correre rischi, rimane a casa, per addobbare gli alberi dell'opposizione. Mentre ad Atreju, il Festival dell'Unità della Destra c'è la fila degli ospiti che fiutano il vento dominante. A Rimini sembra di essere nell'isola felice, anche senza il calcio.
lunedì 15 dicembre 2025
Attenti al Lupo
I numerosi allarmi per le tranquille passeggiate dei lupi attorno alle case, hanno creato momenti di comprensibile panico e comitati. Naturale trasformarlo nel vago, spesso inutile, dibattito politico? Anche in questo caso, si scontrano due visioni nettamente diverse, animate da ambientalismo alla cappuccetto, rispetto all'orientamento con drastiche decisioni. Devo però confessare la passione che mi ha portato alla licenza di caccia a 16 anni, con la firma di mio padre ed un nonno, anche loro "maledetti" cacciatori. Questo induce pensare alla soluzione rapida. Non è così. Occorre seguire le realtà che, da sempre, convivono con lupi ed orsi. Tutti gli animali protetti, aumentano a dismisura e scendono dalle zone frequentate, sempre più ristrette, nei recinti domestici, razziando quello che capita. Nella decennale passione, finita da tanto tempo, ho avuto qualche incontro pericoloso, sentendomi però protetto dall'arma. Vederlo nel giardino di casa, nel pollaio o sbranare agevolmente pecore e cani, non ti porta ad assumere pratiche inclusive, come Rimini in Comune, sembra richiedere. Ho letto Chiamami Città, se vedi un lupo. Tutte i comuni che affrontano, da sempre, la presenza di animali pericolosi, adottano misure rigide e selezionatrici per mantenere le specie sotto controllo. Noi abbiamo solo raccomandazioni, come fosse un consenso erotico. Occorre intervenire, senza aspettare la prima vittima. I Lupi non sono di destra o sinistra, solo al centro.
massimo lugaresi
I Nodi al Pettine
Condivido un articolo di Dagospia, sugli (inevitabili) nodi che colpiscono il pettine governativo, nel rapporto con il Colle. L'assenza dell'elezione diretta del Presidente della Repubblica, porta i nodi al pettine. L'ultima differenza d'opinioni non avrebbe avuto la risonanza prodotta, amplificata ed usata anche da Dagospia. Normalmente certe dichiarazioni vengono concordate, in questo caso significa che il messaggio voleva partire e colpire. La rielezione del Presidente è stata frutto di una maggioranza che ha travalicato quella parlamentare, sembrava fosse la soluzione migliore e più saggia ma l'arrivo inaspettato della Meloni e della coalizione di centrodestra ha cambiato panorama ed intenti. Per tanto tempo il Pd ha dato le carte ai partecipanti dei tanti governi guidati da democristiani e Draghi. Mattarella ha avuto 759 voti, superato solo da Pertini. L'accordo si è trovato alla nona votazione, dopo avere correttamente impallinato Mario Draghi, candidato (anche) della sinistra. Sono passati solo tre abbondanti anni, ma tutto è cambiato. La Meloni comanda e come. Il Presidente è l'ultima difesa del suo vecchio partito. Dopo alcune piccole scaramucce, il fallimento europeo e l'uso dei miliardi "congelati" alla Russia, ha fatto il resto. Non è solo differenza d'opinioni, due strade diverse che si incrociano. Crisi ai piani altissimi? Non credo, adesso non conviene a nessuno.
massimo lugaresi
domenica 14 dicembre 2025
Sempre Lui
Dopo anni di meticoloso ed arrogante servizio ai Dem, non solo italiani, anche la succosa fetta giornalistica, ereditata da Elkann, sta facendo la fine della mia Juve, mentre il rampollo agnelliano rifiuta (ancora) l'offerta miliardaria di Tether. Mentre nell'orbita giornalistica, forse messa peggio, non perdono l'occasione, con la (loro) propaganda ospitata dai giornali in vendita, di accusare la Meloni di mancato sostegno. Solita double face. Trump dopo avere sfanculato pesantemente l'Unione Ursula, continua la missione, introducendo lucrosi affari per la sua America. Quelli di Biden erano più esplosivi. Il mondo che abbiamo conosciuto si sta rivoltando, con il sorgere di nuovi protagonisti e la Cina prende quasi tutto. Abbiamo creduto all'Europa di Spinelli, anche se il Pci allora, non faceva salti di gioia. Si potrebbe dire (polemicamente) che aveva visto giusto. Le due guerre ancora in atto, godono di narrazioni totalmente diverse, dopo il cambiamento degli attori principali. Putin rimane, nonostante i tumori auspicati, quello di prima. I due paesi avevano firmato nel 1997, un Grande Trattato di amicizia, cooperazione, partenariato, rinnovato ogni dieci anni, fino alla annessione russa della Crimea, voluta e votata dal parlamento crimeano nel 2014. I rapporti finirono in guerra con la contesa per il Donbass e la spinta americana, con aiuti miliardari, per allargare i confini della Nato, unendo l'Ucraina. Questo è il punto nodale della tragica vicenda. Tralascio il ricordo di quello che è successo, con l'esordio di Zelensky, perfino definito il personaggio più famoso nel mondo occidentale, destinato a scegliere il riparo più sicuro. Non doveva iniziare la tragica ed inutile guerra, voluta dagli ex padroni, con una procura, oggi maledetta.
massimo lugaresi
sabato 13 dicembre 2025
Campo Minato
Linkiesta, blog piddino della corrente draghiana, con sede sociale a Davos è esplicito nel giustificare la guerra in Ucraina, voluta dai dem americani e persa come previsto, nonostante anni di vittorie gridate. Il piccolo comico ucraino sarà costretto ad indire le (volutamente) dimenticate elezioni o fuggire in un paese sicuro. Inimicarsi la potente intelligence di Donaldone non è un felice presagio per il tuo futuro. Sembra però che Zelensky sia pronto alla fuga, mentre rischiano gli "ometti" a lui vicini. Il cercantone ucraino, ha compiuto il ventesimo viaggio nell'Europa dei tre guerrieri da tavola. Con la Meloni sembra però non si ci siano stati i baci&abbracci di una volta. Segnale inconfondibile del cambiamento d'aria. Linkiesta, blog d'accompagno (mesto) non cita notizie delle scandalose ruberie ai miliardari sussidi del nostro Occidente. Impossibile credere che le intelligences a stelle e strisce non sapessero niente. Qualche nostro politico, in passato, ha pagato duramente la disobbedienza. Allora Dagospia si accanisce contro il silenzio della segretaria dei resti piddini. Ha scelto Landini, teologo dello sciopero nel fine settimana ed il pericoloso Conte che si accoda per continuare a vivere, mostrando la (poco) invidiabile coerenza. Occorre però dire che la posizione assunta dagli ex grillini è molto più convincente di quella (ufficiale) ma inesistente, del maggiore partito della sinistra. I brutti ricordi di una fallita gestione governativa erodono il consenso. Travaglio rimane un ottimo suggeritore.
massimo lugaresi
venerdì 12 dicembre 2025
Prolungato Silenzio
Sospetto. Preferisco leggere Linkiesta e sopportare la presunzione dei Davos, Draghi e (mezzo) Pd, invece di guardare, fingendo la lettura, il famoso Dagospia. Etichettare fascisti i nemici saliti in maggioranza ed inventare (giornalmente) nomignoli quasi offensivi per la debole ironia, è lavoro di chi non ha altro. Il peso di una segretaria che il venerdi invita, in piazza, il suo pezzo di partito, trainato dall'antagonismo di professione e lo spacca, nonostante sia nato shakerando (quasi) tutte le provette della politica. Alle volte, riflettendo sulla fine della sinistra (non tutta) e le tragedie belliche, con quella palestinese dimenticata, rabbia e la pesante presa per il ..ti assale. E' finita male anche l'Europa, disegnata con tante speranze, ma finita nelle mani di manovratori per conto di potenti finanziatori, arricchiti da guerre e vaccini. L'arrivo di Trump ha segnato la fine del ciclo dei Kennedy e Obama e la vittoria di una classe politica che vede il futuro degli States, al contrario di quello hollywoodiano. Donaldone sta cancellando tutte le tracce lasciate nel dopoguerra, ritirandosi nei confini, sempre piuttosto larghi, abbandonando i sudditi occidentali al loro amaro destino. Ragiona da imprenditore in un paese immenso che ha sempre seguito chi ha mostrato capacità. Per dirla all'italiana: uno/a che non ha mai lavorato, difficilmente viene eletto. Mario Lavia, il mouse pensante di Linkiesta, rimane fedele ai rearmatori del trio barcollante, usando spesso lo stantio vangelo draghiano, un mix difficilmente vittorioso. Però Crosetto tiene la barra dritta. Tu si que vales.
massimo lugaresi
giovedì 11 dicembre 2025
Che Confusione
Sarà perchè ti amo. Così cantavano i Ricchi ed anche i Poveri. E' il mondo che gira, non sempre al contrario. Difficile, nella nostra stagione politica, distinguere le due correnti principali, annacquate e dominate da interessi bellici, scatenati da guerre su procura. Hanno però dimensioni ridotte rispetto alla smania dei rearmatori che vogliono il revival della maledetta Campagnia di Russia, con 90 mila (nostri) soldati morti. Oggi le guerre si muovono prima e (molto) dopo, con propagande ed armi mortali che vengono da lontano. Ci sono nazioni munite di missili nucleari, finora mostrati in difesa e dissuasione. Lo storico dualismo tra Stati Uniti e Russia, ha portato alla nascita della Nato ma è superata dal Brics, acronimo dell'unione tra Russia, Cina, India, Sudafrica, Brasile. Il ritiro nei confini voluto da Trump, significa un cambio drastico della funzione americana. L'eventuale accollo finanziario, spalmato tra i paesi europei, provoca naturalmente forti divisioni. Volere una guerra contro la Russia, per non accettare le condizioni poste da Trump, significa compiere un salto mortale verso il terzo conflitto mondiale e nucleare, con esiti rapidi, non immaginabili. Gli scandali in Ucraina ed Europa, sono i segnali convincenti del prossimo scenario che ci vede sudditi e complici. Finora abbiamo donato soldi ed armi, miliardi che potevamo/dovevamo usare diversamente. Ci rimane solo il voto, usato da pochi, per rispondere.
massimo lugaresi
mercoledì 10 dicembre 2025
Come la Juve
Il paragone sportivo può aiutare a capire la situazione dell'Europa nella versione Ursula, più vicina alla sinistra, ma anche alla Meloni. Nessuna delle rivoluzioni nei generi ed ambiente, ha prodotto i risultati sbandierati, solo dogmi politici. Anche la mia Juve sta attraversando il più odioso momento, nelle mani di personaggi incapaci e presuntosi. La scelta dem di trasformare la penisola italiana nell'unico porto aperto è il primo errore, con l'avvio di migliaia di cooperative pagate da noi. In cambio ci hanno concesso un infinito debito pubblico. Mentre le altre nazioni, bagnate dal mare e molto più vicine alle coste che organizzano gli sbarchi, rifiutavano violentemente gli accessi clandestini. Non c'è nessun Piano Marshall al contrario, solo interessi degli States stanchi di foraggiare guerre, con costi altissimi, anche umani. L'Unione Europea si sta distruggendo da sola dopo il fallimento energetico e le obbligatorie trasformazioni sociali. La santa alleanza Trump-Putin contro l’Europa, e la complicità dei patrioti nostrani, così i blog parapiddini definiscono il rapporto tra i due ex nemici. Chi non si adegua al rearmo europeo è un fan di Putin. Nel nostro governo risiedono felicemente tutte le espressioni possibili. Si parte dalla Ducetta, bravissima nell'interpretazione variabile, secondo l'interlocutore, per arrivare a Crosetto, inimitabile condottiero, per finire con Salvini che mostra un 10% sempre scarso e l'antica propensione per le ragioni della Russia. Tralascio Taiani, il ministro degli esteri, sempre sorpreso di essere li per meriti berlusconiani. Scenario sostenibile? Ai droni l'ardua sentenza.
massimo lugaresi
martedì 9 dicembre 2025
Tutto fa brodo
Il cambio della strategia di Trump costringe i sudditi occidentali nella classica posizione degli abbandonati. Non è solo il Tycoon a volere cessare aiuti e sostegni miliardari all'Europa e naturalmente alla Nato, per contrastare la presunta futura aggressione di Putin. Anche le improvvise apparizioni dei droni, nei momenti di maggiore tensione, appartengono agli scenari della fallita propaganda a cui qualcuno crede o finge, a meno che non sia ammiraglio o diplomatico in pensione. Il dramma degli Ursulini è che la stragrande maggioranza degli yankees la pensa così, trovando un potente alleato nella Russia di Putin. Spesso gli interessi delle due potenze coincidono. Le sanzioni hanno prodotto disastri sociali in alcuni paesi, compreso il nostro. Gli Stati Uniti non sono più in grado di offrire una copertura bellica all'Europa, usando le basi missilistiche, frutto degli accordi del dopoguerra. Il cambio degli equilibri mondiali, con la presenza della Cina, lascia senza gendarmi e padrini gli europei meloniani. I tre della risata, premier ballerini della Francia, Germania e Inghilterra, secondo le mai avverate previsioni di Dagospia, lascerebbero l'Italia sola, rimpiangendo Biden. Dagospia nella copertura quotidiana di un partito e segretaria divisi, come accade spesso alla sinistra, usa tutto quello che fa brodo per l'insulsa propaganda dei promotori bellici. Manca chi compie il primo passo nucleare.
massimo lugaresi
lunedì 8 dicembre 2025
Ouverture Quotidiana
L'ouverture quotidiana di Dagospia è (spesso) copiata dal Corrierone, attivo partecipante nella penosa gara con le gemelle Elkann, mostrando ancora credibilità per il comico rivestito ed arricchito dai dem americani e dai fedeli sudditi europei (noi). Una gara che la quota maggioritaria (?) del Pd e la destra compiono abbracciati teneramente. I grillini, nell'ultima versione, mostrano invece una posizione che ritengo sarà rimborsata elettoralmente dai tanti piddini diversi da Del Rio. Nell'articolo (quotidiano) il Corriere cita l'alleato Macron che con il tugnino incazzato e lo storico guerrafondaio inglese, rappresenta i paladini della guerra. L'Unione Ursula sembra scomparsa. Non sarebbe una brutta notizia, difficile avverarla. Gli scandali scoppiano come petardi impazziti e costringono i rearmatori ad aumentare il volume della bugiarda propaganda. Chi non mostra gradimento è sionista o filoputiniano. Non è finita la deriva a sinistra. Ogni manifestazione sindacale usa un copione che la cigielle ha sempre contrastato. Landini si mostra entusiasta. Le forze dell'ordine subiscono ed ubbidiscono in silenzio. E' chiaro il tentativo di affossare le proposte di Trump che sancirebbero la fine meritata di un conflitto che non doveva nemmeno iniziare. Credo però che oggi molti abbiano capito che Putin non si fermerà senza garanzie accettabili. Gli States sono gli unici garanti.
massimo lugaresi
domenica 7 dicembre 2025
Anche tu???'
Dagospia, in prima pagina, "attacca" violentemente la segretaria (?) del Pd. A Montepulciano ha pronunciato la solita frase degli incoronati per caso: sarò la segretaria di tutti. Però non intende ascoltare nessuno che non sia l'organizzatore dei venerdì scioperanti. Il correntone di Franceschini, Speranza e Orlando si è stancato del qui comando io. Allora Dagospia, la chiama la Ducetta del Nazareno che però non vuole affrontare quella (Ducetta) vera nello scontro verbale organizzato da Atreyu. Non ha tutti i torti, sapendo di andare ad un massacro mediatico. In ballo c'è la composizione delle liste elettorali del 2027 ed il rapporto con gli stellati affamati. Cara Schlein, signorina con tre passaporti ed una fidanzata, hai un mese di tempo. Questo è il minaccioso avviso, non proprio woke che Dagospia invia, senza condividerlo con nessuno dei giornali della cerchia piddina. Segnale che il clima nei democratici sta diventando pari a quello del comico ucraino. A proposito, anche la proposta di pace confezionata da Trump sta incontrando difficoltà su entrambi i fronti. Quello occidentale mostra la fragilità dell'Unione Ursula, colpita dagli scandali, scoppiati per gli enormi flussi di denaro convogliati a Kiev. Sembrano avvisi ai naviganti verso una guerra alla Russia. I rearmatori alzano voce e minacce, ma sono sempre più deboli e soli. La strada intrapresa da Trump è chiara. Il Gendarme del Mondo si ritira nei suoi confini ed i sudditi devono trovare un altro padrone. Tutte le azioni e sanzioni si sono rivelate dannose per noi. La dichiarazione di Putin è un avvertimento credibile: Il Donbass o viene concesso con un pacifico dialogo o lo prenderà sul campo, con una operazione quasi conclusa. Il comico è fuori dal gioco, condotto su procura democratica, ma americana, rimane la sfilza di rearmatori. Non credo che la Ducetta (nostra) trovi molte Calende.
massimo lugaresi
sabato 6 dicembre 2025
La Pace Lontana
Nell'altalena dei commenti ai tanti incontri per trovare una soluzione al conflitto russo- ucraino con la partecipazione degli Stati Uniti e della Ue targata Ursula, la posizione della Russia si è ulteriormente raffreddata, per le divisioni dell'Occidente. Noi siamo costretti a seguire gli andamenti, istruiti dalle gemelle di Elkann, in attesa del compratore e del Corrierone, senza citare il Messaggero e l'Unità che sembrano confezionati a Parigi o Londra. Le nostre reti televisive, stile Finivest, sull'argomento sono perfettamente allineate, solo i commenti di Rai 3 su Netan, divergono. L'incontro di cinque ore al Cremlino, tra Putin, Steve Witkoff e Jared Kushner si è concluso con un nulla di fatto, senza wodka. Mosca non accetta compromessi dopo tre anni di guerra e migliaia di morti. Anche le minacce avanzate dai rearmatori non hanno spaventato il Cremlino, anzi Putin ha detto molto chiaramente che se vogliamo (vogliono) la guerra lui è pronto. Il tentativo di affossare la Russia con le sanzioni è miseramente e tragicamente fallito. Sono però riusciti a rianimare inflazione e debiti e non per caso, si scoprono solo adesso gi altarini di quell'immensa mangiatoia bellica. Il covid ha fatto scuola.
massimo lugaresi
venerdì 5 dicembre 2025
Il Correntone
Un posto al sole. Il Correntone del Pd, salsa democristiana-dorotea, si riunisce, dopo avere consumato la scellerata scelta grillina, nata nemica. Linkiesta, alle volte condivisibile, si scaglia contro l'ennesima scelta per il Posto al Sole, sempre più raro. Le correntine che hanno animato il partito democratico, costretto a frequentare, per molto tempo, l'inferno e poi (forse) il purgatorio del potere, si riunisce a Montepulciano attorno alla segretaria per pochi, sicuramente di Landini. Mario Lavia nelle riuscite vesti del picador, colpisce con la puya del mouse, il suo partito sempre difeso ad oltranza. Il correntone doroteo che si stringe attorno a Schlein alla ricerca di seggi, è il sunto del suo scritto, assolutamente condivisibile. Una comunità politica che continua a recitare copioni nati o finiti decenni fa, incapace di misurarsi con il presente. Non c’è alcuna visione, ma il bisogno di consolidare solo la propria sopravvivenza collettiva, sotto l’ombrello della segretaria. C’è qualcosa di antico nella riunione di Montepulciano del cosiddetto Correntone del Pd. La modalità scelta è da vecchio congresso democristiano più che comunista, simile a quella dei Taiani, Crosetto, per finire con la Ducetta. Non è strano che due guerre, procurate volutamente, abbiano diviso tutti, iniziando dai padroni americani e rinsaldato la destra?
massimo lugaresi
giovedì 4 dicembre 2025
La Germania
Tralascio un attimo le angosce della sinistra italiana, per occuparmi (un attimo) della situazione dei tugnini, i cugini invasori che ci hanno portato, in divisa estiva, a morire nella fredda Campagna di Russia. Li vogliamo copiare ancora, aiutandoli nel mercato delle armi, naturalmente moderne. Il nemico è Putin. Lo si capisce dopo avere invitato anche la Francia e naturalmente l'Inghilterra. La Germania si presenta con Afd, una forte componente di destra estrema che Dagospia battezza come post nazisti. Non sono ancora al potere, ma trovano una opposizione sempre più debole. Sembra però che tutti siano d'accordo nel commercio di armi, al posto delle auto invendute. Noi disponibili a pagare. Grande confusione sotto il cielo d'Europa. Il Pd, secondo i giornali d'accompagno e l'Unità irriconoscibile, rimane diviso tra gli occupanti una lauta poltrona ed il resto del partito che naviga in sofferenza. Bonaccini si è schierato, indovinate con chi? A Giessen, nel Land tedesco dell'Assia, ci sarà il congresso fondativo della nuova organizzazione giovanile di Alternative fuer Deutschland (Afd). Dovrebbero riunirsi circa mille esponenti del partito.
In città è previsto anche l'arrivo di circa cinquantamila manifestanti, che intendono protestare contro la nascita di questa nuova organizzazione. Putin sta aspettando. I nazisti in Ucraina possono confermare, ma Zelensky non poteva non sapere, cosa faceva il braccio, ovviamente, destro.
massimo lugaresi
mercoledì 3 dicembre 2025
Finisce Male
Parlo del Pd ed i conti che non tornano. Il Partito Democratico è rimasto imprigionato nella sua bolla propagandistica. L'unico aspetto che sembra funzionare, sempre male. Ripetere che i voti presi col 43% di affluenza spianano la strada per le politiche, sembra più training autogeno che analisi politica, così scrive (condivido) Francesco Cundari su Linkiesta. Il blog, discepolo della Corrente Davos, fedele a Draghi, oltre ogni dubbio anche ragionevole, difensore delle barbarie di Netan e tifoso di Zelensky, quello che non poteva non sapere, sembra manifestare, lentamente, qualche dubbio sulla strada intrapresa. Il Pd lacerato e devastato da correnti, simili a partiti diversi, nello stesso Nazareno, paga l'avere dimenticato origini e sacrificato votanti, per governare con quasi tutti. L'inconcepibile sveltina con gli stellati, dotati di variabile umore politico, lo comprova. La scelta (?) imposta della Schlein ed il traino sindacale prettamente antagonista, lo hanno relegato all'inferno, nel girone dell'opposizione. I democristiani lo hanno riempito, ma nati per governare, sono disposti a tutto, anche fingere una sana armonia. La guerra cercata, le stragi di Gaza e lo sprezzante atteggiamento di Netan, hanno scatenato reazioni spesso violente, non paragonabili a quella israeliana. Altra divisione all'interno della sinistra, già frantumata. Le (tante) posizioni assunte nei confronti del tentativo di pace proposto da Trump, contestato spudoratamente dall'Unione Ursula, con Putin in vigile attesa, confermano il fallimento di questa edizione europea. Torno velocemente a Rimini dove non chiudono solo le attività turistiche e 15 negozi al giorno, ma anche la storica società calcistica. Melucci nello sfogo settimanale su Chiamami Città, ha tentato (inutilmente) di salvare l'incomprensibile assenza politica.
massimo lugaresi
martedì 2 dicembre 2025
In Fretta
Non conosco la futura collocazione della Stampa, ancora di Elkann come (purtroppo) la Juve. Invece di cambiare allenatore ogni sei mesi, direttori tecnici (?) e sportivi con dubbie capacità, poteva venderla, anche in cambio di criptovalute. Squadra nata malissimo e gestita peggio. Dagospia ha pubblicato in fondo fondo, l'articolo che smentisce anni di balle e fake news. Inutile chiedere quale sarà la posizione del giornale ex piddino, rispetto alle due guerre, con procure diverse. E' scoppiato uno scandalo in Ucraina che vede coinvolto il braccio molto destro e vicino a Zelensky. Cosa fare e dire per sollevarlo dagli inevitabili accostamenti e silenzi d'oro? La tangentopoli ucraina, annunciata da pochi, ha travolto Andriy Yermak ed arriva (non per caso) nella fase cruciale dei negoziati, indebolendo le pretese del comico. Ha perso, come pronosticato da tutti gli informatori liberi, nonostante la pioggia di miliardi, armi e mercenari, caduta sulla nazione. I nostri giornali non ricordano chi era il presidente americano che ha avviato e pagato la guerra, dondolando. Trump ha tutte le intenzioni ed interessi a terminare l'evento bellico su procura americana, lasciando nudi e crudi i fedeli occidentali. Possibile che le potenti intelligences a stelle e strisce non sapessero cosa succedeva alle nuvole di miliardi gettati ? Una spinta per rimuovere l'ostracismo stupido ed interessato della Ursula dei paesi baltici oltre al trio Macron, Merz e Starner. La bomba è arrivata nel momento giusto, Zelensky sembra abbia scelto il maschione francese come ritiro e rifugio. Quante bugie ci hanno raccontato.
massimo lugaresi
lunedì 1 dicembre 2025
Il Confronto
La Meloni invita la Schlein ad un confronto durante il festival di Atreju. La manifestazione che i Fratelli d'Italia, conquistato il potere governativo, si sono regalati, raggiungendo notorietà. Occorre dire che il confronto, nel pugilato lo avrebbero vietato per disparità di peso politico. Allora qualcosa devi inventare per non apparire debole e paurosa. Sono intervenuti i giornali d'accompagno, quelli che Elkann intende svendere al migliore offerente, senza guardare la corrente che li spinge. Rimangono però Juve e Ferrari, sufficienti per capire la debolezza dell'erede. Il tesoro giornalistico acquistato che per anni ha seguito amorosamente le strane avventure del Pd, con i suoi esponentii provenienti dal vecchio nemico cristiano e democratico, sta spegnendo le luci. Repubblica e La Stampa passano di mano e fanno notizia solo per le incursioni degli antagonisti, alla loro propensione per Netan e (naturalmente) Zelensky. Le due guerre hanno cambiato ruoli e fisionomia della nostra politica, abituata ad obbedir scrivendo. Ho letto che starebbero preparando un altro ritorno di Draghi. L'Unione Europea è arrivata ad una fine, voluta e perseguita. Il pericolo è quello dei balzi in avanti verso la guerra minacciata. Forse neanche Calenda crede alle minacce russe.
massimo lugaresi
domenica 30 novembre 2025
Non Cambiano
Nel Pd non riescono ad organizzare un incontro, fosse anche una colazione, per paura di mostrare divisioni e rancori, iniziando la guerra che porta all'inevitabile scissione. Eppure se leggi i blog o i tanti giornali ancora accasati, sembra che a Palazzo Ghigi ci sia ancora Matteo Renzi. Una delle tante promesse che avendo scelto la politica si è bruciata da solo. Rimane un invidiabile venditore ed accumula, pur contando niente, incarichi favolosi.
Linkiesta si affida sempre al mouse di Mario Lavia, quando deve pubblicare l'ennesimo gaudium per il (suo) Pd. La vittoria (drogata) dai cacicchi e le decine di liste ad personam, hanno rianimato la Schlein. Non voleva candidarli. La rivincita ha permesso a Mario Lavia di dubitare della invincibilità meloniana che però rimane largamente in testa, nelle previsioni fatte con un milionesimo dei votanti insicuri. Le due regioni non mostrano (purtroppo) niente di nuovo. Hanno espresso i capipopolo ed i Mastella di sempre, i partiti hanno solo cambiato la targa. I cinque stelle incassano, senza tante storie. La coerenza vince sempre.
massimo lugaresi
sabato 29 novembre 2025
Tragicommedia
Dopo 3 tragici anni, con droni sconfinanti e morti diffuse, sembra si possa arrivare ad una pace difficile, ma necessaria. Il Presidente Trump, in gara anche per il prossimo Nobel, avendo perso quello concesso quest'anno, ha deciso in qualità di tutore, finanziatore, sceneggiatore e regista di Zelensky, l'abbandono del set bellico per mancanza di fondi, dissipati in guerre e ritirate. Il comico dovrebbe anche (finalmente) stabilire le elezioni che mancano da anni, ma sembra non sia sicuro dell'esito e (dicono) stia pensando ad alternative di fuga. Dagospia, va sul sicuro e condivide un articolo confezionato per La Stampa da Anna Zafesova, giornalista russa naturalizzata italiana. Piena sintonia con il proprietario del giornale e (purtroppo) anche della Juve. Dopo avere scritto (dolcemente) degli scandali e la corruzione che devastano l'Ucraina, rivestita con miliardi di dollari, descrive il dilemma di Zelensky: tradire il suo popolo o condannarlo alla guerra infinita? Tertium non datur: fuga...ai Parioli?
massimo lugaresi
venerdì 28 novembre 2025
Strategia Vincente????'
Dopo avere brindato il previsto, ma salvifico successo in Puglia e Campania, terre consegnate al patronaggio personale, Dagospia scrive che la Schlein si è salvata ancora una volta. Ricordare che lei non voleva i "cacicchi" significa smanare la breve festa. Aveva una fedelissima donna che però in Veneto è rimasta a casa. In realtà, anche nelle due regioni occupate, quasi militarmente, non si può parlare di un entusiasmante successo ma solo del funzionamento di un meccanismo oliato alla perfezione. La sinistra, una volta, lo combatteva. Il Foglio, uno dei (pochi) giornali non allineati al woke imperante, si limita ad osservare che il successo nelle due regioni è dovuto al sicurissimo voto che due sceriffi hanno accumulato. Si può trasmettere anche a figli e nipoti. Va così da sempre, nemmeno gli sbarchi americani lo hanno cancellato. La crisi identitaria che assale il Pd, con ingressi di personaggi una volta considerati nemici o avversari, ha stemperato la sinistra. L'arrivo trionfale di Renzi ha fatto il resto. La Schlein, nella sua evidente incapacità, ha accentuato le differenze interne. Scegliere Landini come partner delle gite sindacali, con il nuovo antagonismo, significa aiutare il morente grillismo ma affossare la vera sinistra. Il resto lo hanno fatto le due guerre e l'immobilismo di una Europa inutile. Il centrodestra ha come avversari la corrente giornalistica, non solo di Elkann, qualche rete televisiva, con il doppiogiochismo di Mediaset e gli scioperi del venerdì. In campo nazionale il gioco regionale si ribalta. La Ducetta sembra vivere sonni e risvegli tranquilli.
massimo lugaresi
giovedì 27 novembre 2025
Non Votano Più.
La democrazia votante vale anche se usata sempre meno. Non prendetelo però come un serio indicatore. Ogni tanto ci sono sorprese. Il fatto che il Pd galleggi sul voto in Campania e Puglia, due feudi personali da decenni, una volta non avrebbe fatto gongolare giornali, giornaloni e Dagospia. Il drastico calo dei partecipanti è un segnale pericoloso. Non vale per il Veneto, il centrodestra è padrone incontrastato da sempre e La Lega lo dimostra. Il calo dei votanti favorisce chi governa ed ha saputo stringere e consolidare rapporti con i cittadini, non sempre vantabili. Il voto nazionale invece riserva sorprese. Candidare Fico, provvisto del natante, è stata una furbizia che ha pagato, dopo l'alto gradimento del Bonus elettorale. In Puglia, per chi la conosce, vale ancora di più. Dagospia non si tradisce e ci comunica che è arrivata la prima sveglia alla Giorgia Meloni, stranamente depurata del fez assegnato. Il blog guarda solo i dislivelli nei rapporti tra i tre partiti del cds. Nel Veneto La Lega, data sempre morente, vola al 35,5% e doppia I Fratelli d'Italia. Dobbiamo però considerare statistiche su meno, della metà degli aventi diritto. Il Pd Elly rimane il maggiore partito della cosiddetta sinistra e travasa voti alle stelle.
massimo lugaresi
mercoledì 26 novembre 2025
Le Trumpate
Non bastava la Ducetta? I nostri inguaribili dem le hanno cercate e trovate in abbondanza. Primo errore dell'endemica presunzione è la scelta (?) della sconosciuta Schlein, portavoce e ditino del chicchismo radicale che ha avvolto il partito, isolando la componente reduce dal comunismo addolcito. I due blog, regalano spunti in abbondanza, seguendo le due diverse correnti e segnando una divisione sempre più evidente, al punto di rappresentare partiti in conflitto. Trump ha indossato per convenienza e necessità finanziarie degli States, l'abito del pacificatore, in una nazione che ha presidiato, combattuto, invaso il mondo, svolgendo il ruolo del gendarme. Il nemico però è solo in Russia. L'arrivo della Cina ha cambiato il panorama, provocando la nascita di una aggregazione munita (forse) di superiore potenza. Il mostruoso debito degli Stati Uniti ha indotto Trump al cambiamento della strategia, ritirandosi nei confini e cessando il mantenimento bellico dei sudditi, con l'aiuto della Nato. L'Ucraina sarà l'ultima esibizione dei muscoli indebitati. Una guerra inutile che richiederà misure ed interventi miliardari, distruggendo la fisionomia e l'importanza dell'Europa. Questo sarà il pericolo dei prossimi anni, con troppi paesi, odiatori seriali della Russia. Alla corrente dem che si riunisce a Davos, rimane solo l'ostacolare e svilire le proposte di pace confezionate da Trump e (spero) condivise con Putin. La risposta europea non poteva essere più stupida e presuntuosa. Sperando di nascondere la sconfitta scritta, dilazionano nel tempo, la proposta di pace. Invece la Meloni, per non smentire l'innata furbizia, ha deciso di tergiversare in attesa degli eventi. Abbiamo ancora chi si ricorda la fine della campagna italiana in Russia. Stiamo giocando con i droni lanciati anche da mani fintamente amiche, provocando un conflitto che non durerà anni, solo qualche minuto.
massimo lugaresi
martedì 25 novembre 2025
Casini&Calenda
La corrente di Davos esce sonoramente sconfitta dalla guerra su procura. Spara le ultime cartucce, riesumando Casini e Calenda, resti di una democrazia anche cristiana, accasata nel Pd e rispondendo alla proposta di pace trumpiana, con una dichiarazione di guerra. Non erano soli, anche il Psi ha regalato alcune espressioni ed occupato poltrone. Il miscuglio politico ha retto fino a quando il potere acquisito lo ha permesso. L'arrivo improvviso ed inaspettato della Ducetta ha sconvolto il mercato, le due guerre hanno fatto il resto. Il Partito Democratico è scoppiato, dividendosi in almeno due correnti che hanno in comune solo qualche rimasuglio del potere. Landini li ha portati nell'antagonismo sindacale del venerdi scioperante. L'arrivo di Donaldone ha completato la distruzione. Il loro occidentalismo smisurato e l'avere scelto Draghi, sono i passaggi verso l'irrilevanza politica. In Italia sono rimaste alcune enclave, La sparizione dei votanti li aiuta a conservarle. Sembrano ancora presenti ed attivi, avendo una massa sproporzionata di giornali, giornalisti, attori, cantanti e..magistrati che riecheggiano la moderna resistenza. La Ducetta sempre più forte, prepara anche futuri passaggi al Colle più alto, una volta impensabili. Nella Repubblica giornalistica sono imbestialiti. Hanno rinvigorito il grillismo, destinato a scomparire.
massimo lugaresi
lunedì 24 novembre 2025
Mi Arrendo?
Ho letto su Linkiesta il messaggio (d'addio) di Zelensky alla nazione. Un doveroso omaggio alle migliaia di persone civili e militari che sono morti per la più inutile guerra voluta da un presidente americano. Il barcollante e sconcertante Biden si è aggiudicato l'Oscar. In occasione della Giornata della Dignità e Libertà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha risposto al piano di pace, con allegato ultimatum, di Donaldone Trump. Molto più comprensibile di quello (fintamente) preparato per il fedele Netan. L’Ucraina è l’unico scudo che protegge l’Europa dalle ambizioni di Putin. L'affermazione, ripetuta ad noiam, permette di capire quasi tutto. L'ultima (guerra) su procura americana si sta spegnendo con la naturale sconfitta del comico, eletto per volontà a stelle e strisce. La minaccia di Trump con la cessazione dei miliardari aiuti è il punto criciale. Senza la sponda del finanziatore anche gli aiuti Nato perdono potenza. Tugnini e anglo-francesi rimangono desolatamente soli e l'Europa della Ursula finisce come merita, mentre gli sbadati consiglieri sono stati colpiti da una "gola"nemica. Scandalo sopito subito dalle due parti. Un anticipo elettorale sarebbe una disastrosa soluzione per il Pd. Ti liberi della Schelin, ma aumenti il distacco dalla Ducetta. Un applauso a Giorgetti. Lavora bene in silenzio.
massimo lugaresi
domenica 23 novembre 2025
Un Patto per la Pace
Dagospia ha pubblicato il Patto per la Pace in Ucraina, confezionato da Trump, senza consenso e dialogo con l'Europa Ursula. Primo aspetto importante. Il blog vicino al Pd, ma senza la Schlein, pubblica le proposte del patto, per primo, grazie alla potente intelligence interna ed i tantissimi contatti accumulati negli anni. Per Trump la pace sarebbe solo uno strumento per fare affari, invece vendere ed acquistare armi sono opere pie e tugnine. Il dramma di questa sostanziosa proposta è la fine della maggioranza (?) europea, messa in castigo. Macron invece aveva pubblicato il manuale in caso di aggressione (naturalmente) russa. Gli Usa parteciperanno alla ricostruzione in Ucraina e divideranno con Putin la gestione del gas. Saranno investiti 100 miliardi di dollari di asset russi, congelati da tempo. La Russia rientrerà nel G8, con grande giubilo dei paesi baltici. L'Ucraina dovrà ridurre l'esercito e non entrare nella Nato. La Russia dovrà stabilire per legge che non aggredirà più Kiev e nemmeno Macron. L'intero Donbass, secondo il vecchio copione, torna alla Russia. Zelensky in attesa di elezioni che dovranno essere subito apparecchiate, deve solo scegliere la futura postazione più sicura. I bidet d'oro sono pesanti da trasportare.
massimo lugaresi
sabato 22 novembre 2025
Non si può dire
Stiamo assistendo a due guerre, in cui la propaganda investe cifre simili a quelle militari. Gli effetti italiani sono evidenti, con la fortissima divisione procurata. Non solo tra le due coalizioni maggiori ma anche dentro. Il centrodestra per ovvie ed antiche ragioni è meno diviso del lacerato Pd e può usare il bostik delle poltrone di governo. A sinistra l'imbarazzante segretaria oltre al ditino puntato, non è in grado di esibire. Si fa trascinare da Landini, capace solo di organizzare scioperi per pensionati, rompendo la faticosa unità sindacale. Leggo Linkiesta sempre più velocemente da quando ha gettato la maschera, mostrando continuità radical chic con le spiagge deserte di Capalbio e (peggio) con il rearmatori di Davos, a nostre spese. I danni provocati dalle sanzioni alla Russia sono interminabili e ci hanno proiettato al fondo del rinascimento europeo. Finita la spinta del Pnrr, ci collochiamo per crescita, occupazione ed inflazione agli ultimi posti dell'Europa Ursula. Lo slogan abituale di Linkiesta, quasi una preghiera, è affermare "Per fortuna Mattarella c'è" a dispetto dei consigli che riceve. La componente brutta nella storia del consigliere incauto è stata la chiusura dello scandalo che a parti invertite avrebbe assunto gli aspetti di una Epstein Story. Sono gli effetti di una maggioranza che ha smantellato un ventennio di potere quasi assoluto. I più colpiti hanno ragito e non è finita.
massimo lugaresi
venerdì 21 novembre 2025
E Pace Sia???
Non so per quale corrente, Dagospia, abbia sentenziato che Il Piano della Pace
presentato da Trump ed approvato dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, sia unico, ma fa schifo. Quello di Biden era meglio? Solo il fatto che Hamas ed Israele lo detestino confermerebbe il voto storico. Cina e Russia si astengono, lasciando il via libera. I paesi arabi e l'autorità palestinese hanno fatto pressioni per l'approvazione. Primo passaggio per una ricostruzione lenta e sicuramente con sorprese in agguato. Il piano prevede la smilitarizzazione di Hamas. Per il Nobel a Donaldone manca la fine della guerra in Ucraina. La decisione è nelle mani di Putin, mentre il comico, in forte difficoltà, prova a rifugiarsi da Macron. Il blog cestina sempre qualsiasi iniziativa della destra e soprattutto di Donaldone, come fosse il Ponte di Salvini. Dimentica che debito pubblico ed inflazione sono macigni difficilmente imputabili alla Ducetta e che siamo ancora sotto osservazione dell'Unione Ursula. Il governo (quasi) tutto, fedele a Netan ed amico di Trump, indossa l'abito da lavoro. Fanno finta di niente. Annus horribilis per l'Occidente? Dalla sua approvazione dipendeva l'avvio della fase due del piano, quella più difficile, dopo la tregua: lo scambio dei prigionieri e il parziale ritiro dell'Idf. Vedremo se nella Striscia di Gaza distrutta, costruiranno lussuosi resort o la Palestina.
massimo lugaresi
giovedì 20 novembre 2025
C'é o Non C'é ?
Tutti i pomeriggi Marco Liorni, presentatore del programma televisivo L'Eredità, rivolge questa domanda ai concorrenti. Dagospia, blog della minoranza, ha subito risposto: non c'è. Sto parlando del delicatissimo "incidente" scoppiato tra Quirinale e Governo per l'incauta dichiarazione di un "consigliere" di Mattarella. Dagoreport dice che non c'è complotto. Francesco Saverio Garofani forse si sarà fatto anche scappare una "ingenua" riflessione sulle dinamiche della politica italiana in vista delle elezioni del 2027 e (naturalmente) Belpietro sulla Verità avrebbe montato la panna. Ho letto l'articolo, francamente è una versione tampone. La fine non è stata la crisi di governo o il licenziamento del consigliere, ma un affettuoso (?) incontro tra la Meloni e Mattarella per chiudere l'incidente pericoloso per tutti. Difficile pensare che l'articolo apparso sulla Verità non sia stato concordato. Solo un avviso?
massimo lugaresi
mercoledì 19 novembre 2025
Secondo Voi
Dove scapperà Zelensky? Uso lo spunto di Dagospia che ha condiviso, secondo copione stantio, un articolo dell'ex Corrierone, dedicato alla "prevista" fine del comico rivestito e foraggiato. Non uso le notizie che finalmente arrivano, alla fine di un conflitto animato da piogge di droni e miliardi versati amorevolmente, ciecamente anche dal nostro infallibile governo. In cambio la Meloni ha ricevuto baci&abbracci dai due presidenti, rappresentanti la politica a stelle (tante) e strisce di debiti. Secondo l'intelligence operante nel Corriere, l'Ucraina ha risorse per continuare solo per 4 mesi. Non si riesce a capire perchè fino a qualche giorno fa, sembravano sicuri vincitori. Hanno lanciato più bugie dei tomahawk. La tragica situazione per la Ursula ed i rearmatori tugnini, è scoppiata con la sparizione del velo che oscurava le notizie più squallide, come gli attentati compiuti per addebitarli a Putin. Hanno anche scoperto un gonfiore sulla mano del "dittatore". I tumori sembrano spariti. Sono curioso di conoscere le scuse che useranno per calmare le reazioni dei non credenti. La forte divisione all'interno del Pd, agevolerà ancora la maggioranza. Rimangono i 5 Stelle e La Lega che hanno mantenuto una linea condivisibile. Sono stati linciati per questo.
massimo lugaresi
martedì 18 novembre 2025
Colpa dei Narcos
Solitamente le ragioni/scuse per avviare una guerra, adottate da (quasi) tutti i presidenti a stelle e strisce, vengono sbugiardate, dopo la precipitosa ritirata. Trump usa i Narcos, poco credibile scusa per invadere il Venezuela e cacciare il "comunista" Maduro. Sembra però ci sia anche un certo risentimento per il Nobel (pacifista) consegnato alla Machado, leader dell'opposizione venezuelana. Le navi sono pronte da settimane, gli aerei anche, manca solo il via libera dell'Europa che non conta niente, come le Nazioni (fintamente) Unite. Ricordo che la Russia ha sempre esercitato una forte influenza sulla nazione. Con la scusa dei Narcos che operano come in altre venti paesi, Donaldone punta al rovesciamento di Maduro e la sostituzione con la "pacifista" Machado. Il suo istinto (commerciale) di governo, usato per i dazi, lo spinge ad affermare che ha già deciso. La leader dell'opposizione venezuelana e premio Nobel della Pace, Maria Corina Machado, ha rivolto un appello agli uomini che "obbediscono agli ordini infami" del presidente Nicolas Maduro a deporre le armi e a disobbedire al governo. Altra merce per la propaganda vigente. Bastavano gli scandali ucraini, scoppiati solo a guerra persa.
massimo lugaresi
lunedì 17 novembre 2025
Le Guerre
In atto abbiamo quella, interminabile, in Ucraina, con qualche riflesso (enfatizzato) in Russia e lo sterminio a Gaza. Sono presenti altre rappresaglie o locali manifestazioni, mentre Trump si vuole iscrivere nella lunga lista dei presidenti stellati che invadono una nazione e (di solito) scappano. Il mondo è in agitazione. E' cambiata totalmente la rappresentazione delle forze. La Cina fa pendere paurosamente la bilancia bellica dalla sua parte, mentre gli States in crisi, sono costretti a rinchiudersi nei loro confini, considerando il Sud America, come fosse il loro giardino. L'Europa abbandonata, vivacchia penosamente. Lo dimostra la propaganda sovvenzionata, regalandoci verità che dal tragico sono arrivate al ridicolo. La storia di Zelensky e la prossima fine, saranno il capitolo di una vicenda che si sta chiudendo malissimo per i foraggiatori. Le voci insistenti del malcostume ucraino, provocato dalla marea di miliardi rovesciati senza controllo, diventeranno capi d'accusa. Intanto anche a destra iniziano i distinguo per la prosecuzione del nostro aiuto. La guerra ucraina è stata l'ultimo regalo democratico, consegnato da un barcollante presidente, agli obbedienti europei. C'è ancora qualcuno che si vanta del dono ricevuto. Bravo Presidente Mattarella.
mssimo lugaresi
domenica 16 novembre 2025
La Tarantella
Attaccare la Meloni, chiamandola Ducetta, oppure, nell'ultima pagina (spiritosa) di Dagospia, la Vanna Marchi della Garbatella, è la quotidiana trovata del blog di Dagostino. Continua però a mostrare misteriose foto che attirano più degli insulti. Il mercato è sempre in attesa dello scandalo che affossa i rivali. Ci sono concorrenti storici come le gemelle Elkann e soprattutto Sigfrido Ranucci che sembra avere toccato un nervo pericoloso. Il blog di Dagostino da anni naviga con astuzia ed indubbia capacità nella border line informativa, arricchita da foto gradevoli. Oggi leggo che la Meloni a Napoli per sostenere il candidato Cirielli, esultava sul palco al coro "chi non salta comunista è" regalando qualche accenno di tarantella, ma inciampando, goffamente, rivelando che ama i napoletani, ma non li capisce. La Campania dopo anni di dominio personale di De Luca, candida Fico, attrezzato per la prossima Flottiglia. Per la Meloni attaccare la liaision tra piddini ed ex grillini è stata una passeggiata campana. Vediamo cosa ne pensano i cittadini. Il centrodestra ci crede. Difficile capire come possano volersi bene due posizioni politiche che per anni si sono insultate, raccogliendo voti per quella ragione.
massimo lugaresi
sabato 15 novembre 2025
Trasformismo
Il Movimento 5 Stelle, nella primitiva edizione grillina, fece meno fatica a conquistare un terzo dei voti che il terminare poi la rapidissima dispersione. Rimane una necessità nel nebuloso panorama politico. Il gioco delle propagande rende impossibile la verità su tutti gli aspetti bellici o sociali. Chi si avventura, con qualche potente copertura, nel gioco, diventa eroico. Maggioranza e soprattutto l'opposizione sono forze che mostrano divergenze sanabili, da una parte, solo con il miracoloso collante del potere, dall'altro con la mancanza di una credibile alternativa. L'avvocato del popolo stellato, sguazza agilmente nel pantano. L'opposizione è il suo giardino. L’ultimo numero da trasformista di Conte è quello di mostrarsi saggio e affidabile, così Mario Lavia su Linkiesta, blog del rearmo tedesco, in parte pagato da noi, definisce il leader del Movimento, mostrando oltre ogni ragionevole dubbio o silenzio di Repubblica, cosa bolle nel pentolino della sinistra. Non puoi usare i 52 venerdi del calendario per scioperare da solo. ll leader dei Cinquestelle ora "prova" ad apparire più moderato del Pd, ed imporsi come l’uomo di governo nel campo largo rispetto all’inesperta Schlein. La coalizione vuole riprendere il potere o garantire la Meloni?
massimo lugaresi
venerdì 14 novembre 2025
Riarmiamoci
Il Fatto Quotidiano avvisa gli smemorati europei (noi) che quando la Germania si riarma, non è una salutare notizia. Berlino si prepara alla guerra, Roma attende ordini. La Bundeswehr (esercito tedesco) si prepara. Sta acquistando veicoli e munizioni e punta ad arruolare soldati e riservisti. Il Cancelliere Merz ha già indossato l'obbligatorio elmetto. Gira sempre la voce che sarebbe invece la Russia, pronta ad una nuova invasione. I giornali e le nostre tv, con quelle di Piersivio, annunciano, tutti i giorni, che ci dobbiamo difendere. Una fetta dell'opposizione condivide, l'altra non ha ancora assunto una chiara decisione. I cinque stelle sono invece comprensibili, con qualche peccato da perdonare. La guerra in Ucraina mostra (?) la reale situazione. Le voci di una conquista dei territori filorussi, sembra credibile. Il problema per Zelensky è la paura del dopo che dovrebbe consentire anche il voto. Per la Ursula sarebbe un disastro finanziario e politico. Trump ha già detto che non paga il conto.
massimo lugaresi
giovedì 13 novembre 2025
I Peccati di Giorgia
Grazie al Fatto Quotidiano, fiutatore dei peccati altrui e agronomo dei 5 Stelle, nel Campo Largo, sappiamo per chi "tifava" da giovane la Meloni. La Lazio, mentre adesso "finge" di condividere con Dagostino, l'amore per la Roma. Per il blog entra nei peccati capitali. Un coupe de teatre della politica. La Schelin chiederà che la premier riferisca in parlamento. E' sufficiente per un venerdì di sciopero. Il Fatto Quotidiano ha svolto un intenso lavoro di ricognizione, nel passato digitale della Meloni, riscontrando un segreto amore per l'azzurro capitolino. Allora 21enne si faceva chiamare "Draghetta Khy-Ri" e gestiva una pagina di tifo sfegatato per la Lazio. Non è finita, l'attenta ricognizione del passato, ha espresso anche l'obbligatoria offesa per la Juve Rubens e l'antipatia per Berlusconi e Galliani. Colpita pesantemente con il pallone verità, ci avrebbe preso per il.., non è tifosa della Roma è sempre stata laziale ed era pazza di Simone Inzaghi. Il giornale di Travaglio è la guida politica, spirituale e calcistica dei 5 stelle. Fallito il tentativo della Giorgia di spacciarsi tifosa della Roma, rimane il titolo acquisito di garbanelliana doc. Governo in pericolo.
massimo lugaresi
mercoledì 12 novembre 2025
Senza Titolo
Gli articoli di Dagospia, condivisi da tutti i giornali filopiddini, sono scontati come il giorno dedicato agli scioperi di Landini. Sono (da sempre) iscritto alla Cgil, nostalgico ricordo della mia sinistra. Di Landini non condivido l'eloquio, forzatamente violento. Si capiscono gli effetti, ascoltando l'allieva Schlein. Sono però ridicole le polemiche sollevate dal Campo Largo, a turno, contro l'attuale governo. Sembra che l'immenso debito che pesa sulle nostre tasche, sia solo colpa della Meloni e non delle concessioni e favori prestati (anche) nei quasi venti anni di dominio piddino, se preferite, democratico. L'annuale finanziaria ne risente. Diversa e condivisibile, la critica ed avversione ad un rearmo per contrastare inesistenti ed inventati pericoli. Sono i droni finanziari. Siamo precipitati in pochi anni nel radicale cambiamento della politica. Rimane immutato solo il servile atteggiamento occidentale. Dove è finita l'Europa e la sbandierata autonomia? L'altro aspetto quotidiano nella lettura (sguardo) del Blog di Dagostino è l'insistente annuncio di disastri nella maggioranza di governo. L'opposizione possiede forti alleati nella comunicazione/propaganda e fornisce notizie di scandali, spesso presunti che si spengono nel tempo. I partiti sono piccole alcove del potere, abbandonando il rapporto con i cittadini. Lo si capisce dalla sempre più scarsa partecipazione al voto. Tra poco ci saranno altre "verifiche" elettorali, gli ultimi segnali della nostra social democrazia. Un confronto nord sud, da cui trarre indicazioni e forse sorprese.
massimo lugaresi
martedì 11 novembre 2025
Tendenza
Ho letto un articolo di Francesco Cesarini che esce dai concetti di parte, nella lotta politica italiana. Afferma che è tutta nostra la tendenza ad interpretare ciò che accade nel mondo, con le lenti di chi pensa di essere al centro del pianeta. Approccio strumentale e sterile. Dire che Zohran Mamdami, nuovo sindaco di New Jork, sia un modello per i democratici, significa semplificare e banalizzare la complessità di un contrasto profondamente diverso dal nostro. Il concetto di democratico negli Stati Uniti è diverso dal nostro miscuglio (aggiunto). Fa sorridere poi la paura di islamizzazione, una crociata al contrario, sollevata ad arte nel gioco delle parti da chi in questo teatrino la pensa in modo opposto. Londra, per dire, è amministrata da dieci anni da Khan, major mussulmano. Qui divergo dall'eccesso, volutamente inserito. La scelta di due metropoli che hanno gli stessi problemi e gli stessi fenomeni terroristici non mi sembra allietante e convincente, per chi la pensa diversamente. E' vero che il miliardario Zohran ha parlato agli ultimi, a chi di solito diserta le urne, non ha proposto però la patrimoniale. Rimane indubbiamente la voce più autorevole e credibile contro il nascente putinismo. Chi vivrà alla faccia degli armieri tugnini, diventati un pericolo per la pace, con il loro desiderio di usare la prossima guerra mondiale, come arma di rilancio industriale. Il nascente pericolo russo sta assumendo contorni comici, se non fosse già tragico.
massimo lugaresi
lunedì 10 novembre 2025
Memoria Corta
lugaresi massimo
domenica 9 novembre 2025
Meloni
Quanto vale mettere Meloni sulla scheda elettorale? Dopo tre anni di governo, Fratelli d'Italia, grazie a Giorgia, tira ancora. Nonostante l'avversa propaganda dei giornaloni (tutti) con qualche ausilio regionale o cittadino. Senza contare Ranucci. La campagna è già iniziata, mentre i dem italiani esultano ancora per la scontata vittoria a New Jork, dividendosi sulla figura di Mamdani. La premier vuole Meloni sulla scheda elettorale. Secondo Linkiesta la Schlein, che tira poco con Salvini e Taiani, sono contrari. La presidente del Consiglio è convinta di avere un brand vincente, gli altri temono di essere oscurati. Mentre la segretaria del Pd vuole evitare investiture dirette, scongiurando il rischio di primarie divisive. Questa è l'attuale realtà. Abbiamo un unica leader in politica, con l'avversaria più debole. Inserire il proprio nome sulla scheda vuole dire imporre le primarie al Pd. Atto letale che sancirebbe la divisione esistente. Nel Pd è nata un'altra rivale per la segretaria con ditino. Silvia Salis sindaco di Genova, senza dimenticare l'avvocato del popolo di Travaglio. Può vantare (?) l’esperienza di ex presidente del Consiglio, mentre la Salis può esibire la freschezza della novità. A Schlein non sfugge l’attivismo della sindaca di Genova, che da ultimo ha proposto un patto Schlein-Meloni contro la violenza di genere. In una gara a tre tra quest’ultima, Conte e Salis il risultato non sarebbe per nulla scontato. Più comodo per la numero uno del Pd lo schema che in questi anni è valso nel centrodestra: a palazzo Chigi va il leader del partito più forte. La competizione Schlein-Conte (Salis) verrebbe cioè risolta dagli elettori che, votando Pd o Movimento 5 stelle, indicherebbero di fatto o la leader dem o l’avvocato. Il nome sulla scheda che sta dividendo il centrodestra, al momento non è il problema più grosso dei dem. La paura di una divisione è sempre in agguato, poi occcore trovare nome e genere trainante.
massimo lugaresi
sabato 8 novembre 2025
Ex Compagni
Dividiamoci. Arriva il referendum che (quasi) tutti i giudici aborrono ed il Pd cosa fa? Si divide, riesce meglio. Non è tutta colpa di un si o no sulla scheda, anzi dopo le guerre, l'indicazione costituzionale chiarisce la situazione della sinistra. Mentre i cespugli votano diligentemente, per loro cambiare è un atto normalissimo, il Movimento 5 Stelle si è separato dalle volontà di Grillo ed oggi segue, diligentemente, cosa dice Travaglio, riportato da Conte. Dalla padella alla brace, sì, no, forse. In ogni caso il centrosinistra ha paura di sbagliare sul referendum, così scrive Mario Lavia. Nel voto sulla separazione delle carriere, i riformisti ed anche il resto del Pd, si muovono in un campo minato: approvare la riforma significa allinearsi al governo Meloni, opporsi vuol dire tornare ad appiattirsi al giustizialismo grillino. Il risultato è la solita insicurezza strategica. Scatta già il meccanismo delle adesioni al comitato per il Sì, a quello per il No e politici, giuristi, intellettuali, scrittori, attori e quant’altro vanno riempiendo le curve del referendum sulla separazione delle carriere. Tra i dottori della legge, i duelli s’infervorano, anche tra giuristi progressisti: Luciano Violante ha perorato il No sul Corriere della Sera e Augusto Barbera la causa del Sì sul Foglio. Il cittadino digiuno tentenna e rimane a casa. Stefano Bonaccini, vecchio funzionario, vota quello che dice l'incerta maggioranza.
massimo lugaresi
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