lunedì 1 dicembre 2025

Il Confronto


La Meloni invita la Schlein ad un confronto durante il festival di Atreju. La manifestazione che i Fratelli d'Italia, conquistato il potere governativo, si sono regalati, raggiungendo notorietà. Occorre dire che il confronto, nel pugilato lo avrebbero vietato per disparità di peso politico. Allora qualcosa devi inventare per non apparire debole e paurosa. Sono intervenuti i giornali d'accompagno, quelli che Elkann intende svendere al migliore offerente, senza guardare la corrente che li spinge. Rimangono però Juve e Ferrari, sufficienti per capire la debolezza dell'erede. Il tesoro giornalistico acquistato che per anni ha seguito amorosamente le strane avventure del Pd, con i suoi esponentii provenienti dal vecchio nemico cristiano e democratico, sta spegnendo le luci. Repubblica e La Stampa passano di mano e fanno notizia solo per le incursioni degli antagonisti, alla loro propensione per Netan e (naturalmente) Zelensky. Le due guerre hanno cambiato ruoli e fisionomia della nostra politica, abituata ad obbedir scrivendo. Ho letto che starebbero preparando un altro ritorno di Draghi. L'Unione Europea è arrivata ad una fine, voluta e perseguita. Il pericolo è quello dei balzi in avanti verso la guerra minacciata. Forse neanche Calenda crede alle minacce russe.
massimo lugaresi 

domenica 30 novembre 2025

Non Cambiano

Nel Pd non riescono ad organizzare un incontro, fosse anche una colazione, per paura di mostrare divisioni e rancori, iniziando la guerra che porta all'inevitabile scissione. Eppure se leggi i blog o i tanti giornali ancora accasati, sembra che a Palazzo Ghigi ci sia ancora Matteo Renzi. Una delle tante promesse che avendo scelto la politica si è bruciata da solo. Rimane un invidiabile venditore ed accumula, pur contando niente, incarichi favolosi. Linkiesta si affida sempre al mouse di Mario Lavia, quando deve pubblicare l'ennesimo gaudium per il (suo) Pd. La vittoria (drogata) dai cacicchi e le decine di liste ad personam, hanno rianimato la Schlein. Non voleva candidarli. La rivincita ha permesso a Mario Lavia di dubitare della invincibilità meloniana che però rimane largamente in testa, nelle previsioni fatte con un milionesimo dei votanti insicuri. Le due regioni non mostrano (purtroppo) niente di nuovo. Hanno espresso i capipopolo ed i Mastella di sempre, i partiti hanno solo cambiato la targa. I cinque stelle incassano, senza tante storie. La coerenza vince sempre.
massimo lugaresi 

sabato 29 novembre 2025

Tragicommedia

Dopo 3 tragici anni, con droni sconfinanti e morti diffuse, sembra si possa arrivare ad una pace difficile, ma necessaria. Il Presidente Trump, in gara anche per il prossimo Nobel, avendo perso quello concesso quest'anno, ha deciso in qualità di tutore,
 finanziatore, sceneggiatore e regista di Zelensky, l'abbandono del set bellico per mancanza di fondi, dissipati in guerre e ritirate. Il comico dovrebbe anche (finalmente) stabilire le elezioni che mancano da anni, ma sembra non sia sicuro dell'esito e (dicono) stia pensando ad alternative di fuga. Dagospia, va sul sicuro e condivide un articolo confezionato per La Stampa da Anna Zafesova, giornalista russa naturalizzata italiana. Piena sintonia con il proprietario del giornale e (purtroppo) anche della Juve. Dopo avere scritto (dolcemente) degli scandali e la corruzione che devastano l'Ucraina, rivestita con miliardi di dollari, descrive il dilemma di Zelensky: tradire il suo popolo o condannarlo alla guerra infinita? Tertium non datur: fuga...ai Parioli? 
massimo lugaresi

venerdì 28 novembre 2025

Strategia Vincente????'

Dopo avere brindato il previsto, ma salvifico successo in Puglia e Campania, terre consegnate al patronaggio personale, Dagospia scrive che la Schlein si è salvata ancora una volta. Ricordare che lei non voleva i "cacicchi" significa smanare la breve festa. Aveva una fedelissima donna che però in Veneto è rimasta a casa. In realtà, anche nelle due regioni occupate, quasi militarmente, non si può parlare di un entusiasmante successo ma solo del funzionamento di un meccanismo oliato alla perfezione. La sinistra, una volta, lo combatteva. Il Foglio, uno dei (pochi) giornali non allineati al woke imperante, si limita ad osservare che il successo nelle due regioni è dovuto al sicurissimo voto che due sceriffi hanno accumulato. Si può trasmettere anche a figli e nipoti. Va così da sempre, nemmeno gli sbarchi americani lo hanno cancellato. La crisi identitaria che assale il Pd, con ingressi di personaggi una volta considerati nemici o avversari, ha stemperato la sinistra. L'arrivo trionfale di Renzi ha fatto il resto. La Schlein, nella sua evidente incapacità, ha accentuato le differenze interne. Scegliere Landini come partner delle gite sindacali, con il nuovo antagonismo, significa aiutare il morente grillismo ma affossare la vera sinistra. Il resto lo hanno fatto le due guerre e l'immobilismo di una Europa inutile. Il centrodestra ha come avversari la corrente giornalistica, non solo di Elkann, qualche rete televisiva, con il doppiogiochismo di Mediaset e gli scioperi del venerdì. In campo nazionale il gioco regionale si ribalta. La Ducetta sembra vivere sonni e risvegli tranquilli. 
massimo lugaresi

giovedì 27 novembre 2025

Non Votano Più.

La
 democrazia votante vale anche se usata sempre meno. Non prendetelo però come un serio indicatore. Ogni tanto ci sono sorprese. Il fatto che il Pd galleggi sul voto in Campania e Puglia, due feudi personali da decenni, una volta non avrebbe fatto gongolare giornali, giornaloni e Dagospia. Il drastico calo dei partecipanti è un segnale pericoloso. Non vale per il Veneto, il centrodestra è padrone incontrastato da sempre e La Lega lo dimostra. Il calo dei votanti favorisce chi governa ed ha saputo stringere e consolidare rapporti con i cittadini, non sempre vantabili. Il voto nazionale invece riserva sorprese. Candidare Fico, provvisto del natante, è stata una furbizia che ha pagato, dopo l'alto gradimento del Bonus elettorale. In Puglia, per chi la conosce, vale ancora di più. Dagospia non si tradisce e ci comunica che è arrivata la prima sveglia alla Giorgia Meloni, stranamente depurata del fez assegnato. Il blog guarda solo i dislivelli nei rapporti tra i tre partiti del cds. Nel Veneto La Lega, data sempre morente, vola al 35,5% e doppia I Fratelli d'Italia. Dobbiamo però considerare statistiche su meno, della metà degli aventi diritto. Il Pd Elly rimane il maggiore partito della cosiddetta sinistra e travasa voti alle stelle. 
massimo lugaresi

mercoledì 26 novembre 2025

Le Trumpate

Non bastava la Ducetta? I nostri inguaribili dem le hanno cercate e trovate in abbondanza. Primo errore dell'endemica presunzione è la scelta (?) della sconosciuta Schlein, portavoce e ditino del chicchismo radicale che ha avvolto il partito, isolando la componente reduce dal comunismo addolcito. I due blog, regalano spunti in abbondanza, seguendo le due diverse correnti e segnando una divisione sempre più evidente, al punto di rappresentare partiti in conflitto. Trump ha indossato per convenienza e necessità finanziarie degli States, l'abito del pacificatore, in una nazione che ha presidiato, combattuto, invaso il mondo, svolgendo il ruolo del gendarme. Il nemico però è solo in Russia. L'arrivo della Cina ha cambiato il panorama, provocando la nascita di una aggregazione munita (forse) di superiore potenza. Il mostruoso debito degli Stati Uniti ha indotto Trump al cambiamento della strategia, ritirandosi nei confini e cessando il mantenimento bellico dei sudditi, con l'aiuto della Nato. L'Ucraina sarà l'ultima esibizione dei muscoli indebitati. Una guerra inutile che richiederà misure ed interventi miliardari, distruggendo la fisionomia e l'importanza dell'Europa. Questo sarà il pericolo dei prossimi anni, con troppi paesi, odiatori seriali della Russia. Alla corrente dem che si riunisce a Davos, rimane solo l'ostacolare e svilire le proposte di pace confezionate da Trump e (spero) condivise con Putin. La risposta europea non poteva essere più stupida e presuntuosa. Sperando di nascondere la sconfitta scritta, dilazionano nel tempo, la proposta di pace. Invece la Meloni, per non smentire l'innata furbizia, ha deciso di tergiversare in attesa degli eventi. Abbiamo ancora chi si ricorda la fine della campagna italiana in Russia. Stiamo giocando con i droni lanciati anche da mani fintamente amiche, provocando un conflitto che non durerà anni, solo qualche minuto. 
massimo lugaresi

martedì 25 novembre 2025

Casini&Calenda

La corrente di Davos esce sonoramente sconfitta dalla guerra su procura. Spara le ultime cartucce, riesumando Casini e Calenda, resti di una democrazia anche cristiana, accasata nel Pd e rispondendo alla proposta di pace trumpiana, con una dichiarazione di guerra. Non erano soli, anche il Psi ha regalato alcune espressioni ed occupato poltrone. Il miscuglio politico ha retto fino a quando il potere acquisito lo ha permesso. L'arrivo improvviso ed inaspettato della Ducetta ha sconvolto il mercato, le due guerre hanno fatto il resto. Il Partito Democratico è scoppiato, dividendosi in almeno due correnti che hanno in comune solo qualche rimasuglio del potere. Landini li ha portati nell'antagonismo sindacale del venerdi scioperante. L'arrivo di Donaldone ha completato la distruzione. Il loro occidentalismo smisurato e l'avere scelto Draghi, sono i passaggi verso l'irrilevanza politica. In Italia sono rimaste alcune enclave, La sparizione dei votanti li aiuta a conservarle. Sembrano ancora presenti ed attivi, avendo una massa sproporzionata di giornali, giornalisti, attori, cantanti e..magistrati che riecheggiano la moderna resistenza. La Ducetta sempre più forte, prepara anche futuri passaggi al Colle più alto, una volta impensabili. Nella Repubblica giornalistica sono imbestialiti. Hanno rinvigorito il grillismo, destinato a scomparire.
massimo lugaresi

lunedì 24 novembre 2025

Mi Arrendo?

Ho letto su Linkiesta il messaggio (d'addio) di Zelensky alla nazione. Un doveroso omaggio alle migliaia di persone civili e militari che sono morti per la più inutile guerra voluta da un presidente americano. Il barcollante e sconcertante Biden si è aggiudicato l'Oscar. In occasione della Giornata della Dignità e Libertà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha risposto al piano di pace, con allegato ultimatum, di Donaldone Trump. Molto più comprensibile di quello (fintamente) preparato per il fedele Netan. L’Ucraina è l’unico scudo che protegge l’Europa dalle ambizioni di Putin. L'affermazione, ripetuta ad noiam, permette di capire quasi tutto. L'ultima (guerra) su procura americana si sta spegnendo con la naturale sconfitta del comico, eletto per volontà a stelle e strisce. La minaccia di Trump con la cessazione dei miliardari aiuti è il punto criciale. Senza la sponda del finanziatore anche gli aiuti Nato perdono potenza. Tugnini e anglo-francesi rimangono desolatamente soli e l'Europa della Ursula finisce come merita, mentre gli sbadati consiglieri sono stati colpiti da una "gola"nemica. Scandalo sopito subito dalle due parti. Un anticipo elettorale sarebbe una disastrosa soluzione per il Pd. Ti liberi della Schelin, ma aumenti il distacco dalla Ducetta. Un applauso a Giorgetti. Lavora bene in silenzio.
massimo lugaresi

domenica 23 novembre 2025

Un Patto per la Pace

Dagospia ha pubblicato il Patto per la Pace in Ucraina, confezionato da Trump, senza consenso e dialogo con l'Europa Ursula. Primo aspetto importante. Il blog vicino al Pd, ma senza la Schlein, pubblica le proposte del patto, per primo, grazie alla potente intelligence interna ed i tantissimi contatti accumulati negli anni. Per Trump la pace sarebbe solo uno strumento per fare affari, invece vendere ed acquistare armi sono opere pie e tugnine. Il dramma di questa sostanziosa proposta è la fine della maggioranza (?) europea, messa in castigo. Macron invece aveva pubblicato il manuale in caso di aggressione (naturalmente) russa. Gli Usa parteciperanno alla ricostruzione in Ucraina e divideranno con Putin la gestione del gas. Saranno investiti 100 miliardi di dollari di asset russi, congelati da tempo. La Russia rientrerà nel G8, con grande giubilo dei paesi baltici. L'Ucraina dovrà ridurre l'esercito e non entrare nella Nato. La Russia dovrà stabilire per legge che non aggredirà più Kiev e nemmeno Macron. L'intero Donbass, secondo il vecchio copione, torna alla Russia. Zelensky in attesa di elezioni che dovranno essere subito apparecchiate, deve solo scegliere la futura postazione più sicura. I bidet d'oro sono pesanti da trasportare. 
massimo lugaresi

sabato 22 novembre 2025

Non si può dire

Stiamo assistendo a due guerre, in cui la propaganda investe cifre simili a quelle militari. Gli effetti italiani sono evidenti, con la fortissima divisione procurata. Non solo tra le due coalizioni maggiori ma anche dentro. Il centrodestra per ovvie ed antiche ragioni è meno diviso del lacerato Pd e può usare il bostik delle poltrone di governo. A sinistra l'imbarazzante segretaria oltre al ditino puntato, non è in grado di esibire. Si fa trascinare da Landini, capace solo di organizzare scioperi per pensionati, rompendo la faticosa unità sindacale. Leggo Linkiesta sempre più velocemente da quando ha gettato la maschera, mostrando continuità radical chic con le spiagge deserte di Capalbio e (peggio) con il rearmatori di Davos, a nostre spese. I danni provocati dalle sanzioni alla Russia sono interminabili e ci hanno proiettato al fondo del rinascimento europeo. Finita la spinta del Pnrr, ci collochiamo per crescita, occupazione ed inflazione agli ultimi posti dell'Europa Ursula. Lo slogan abituale di Linkiesta, quasi una preghiera, è affermare "Per fortuna Mattarella c'è" a dispetto dei consigli che riceve. La componente brutta nella storia  del consigliere incauto è stata la chiusura dello scandalo che a parti invertite avrebbe assunto gli aspetti di una Epstein Story. Sono gli effetti di una maggioranza che ha smantellato un ventennio di potere quasi assoluto. I più colpiti hanno ragito e non è finita.
massimo lugaresi 

venerdì 21 novembre 2025

E Pace Sia???

Non so per quale corrente, Dagospia, abbia sentenziato che Il Piano della Pace presentato da Trump ed approvato dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, sia unico, ma fa schifo. Quello di Biden era meglio? Solo il fatto che Hamas ed Israele lo detestino confermerebbe il voto storico. Cina e Russia si astengono, lasciando il via libera. I paesi arabi e l'autorità palestinese hanno fatto pressioni per l'approvazione. Primo passaggio per una ricostruzione lenta e sicuramente con sorprese in agguato. Il piano prevede la smilitarizzazione di Hamas. Per il Nobel a Donaldone manca la fine della guerra in Ucraina. La decisione è nelle mani di Putin, mentre il comico, in forte difficoltà, prova a rifugiarsi da Macron. Il blog cestina sempre qualsiasi iniziativa della destra e soprattutto di Donaldone, come fosse il Ponte di Salvini. Dimentica che debito pubblico ed inflazione sono macigni difficilmente imputabili alla Ducetta e che siamo ancora sotto osservazione dell'Unione Ursula. Il governo (quasi) tutto, fedele a Netan ed amico di Trump, indossa l'abito da lavoro. Fanno finta di niente. Annus horribilis per l'Occidente? Dalla sua approvazione dipendeva l'avvio della fase due del piano, quella più difficile, dopo la tregua: lo scambio dei prigionieri e il parziale ritiro dell'Idf. Vedremo se nella Striscia di Gaza distrutta, costruiranno lussuosi resort o la Palestina.
massimo lugaresi 

giovedì 20 novembre 2025

C'é o Non C'é ?

Tutti i pomeriggi Marco Liorni, presentatore del programma televisivo L'Eredità, rivolge questa domanda ai concorrenti. Dagospia, blog della minoranza, ha subito risposto: non c'è. Sto parlando del delicatissimo "incidente" scoppiato tra Quirinale e Governo per l'incauta dichiarazione di un "consigliere" di Mattarella. Dagoreport dice che non c'è complotto. Francesco Saverio Garofani forse si sarà fatto anche scappare una "ingenua" riflessione sulle dinamiche della politica italiana in vista delle elezioni del 2027 e (naturalmente) Belpietro sulla Verità avrebbe montato la panna. Ho letto l'articolo, francamente è una versione tampone. La fine non è stata la crisi di governo o il licenziamento del consigliere, ma un affettuoso (?) incontro tra la Meloni e Mattarella per chiudere l'incidente pericoloso per tutti. Difficile pensare che l'articolo apparso sulla Verità non sia stato concordato. Solo un avviso? 
massimo lugaresi

mercoledì 19 novembre 2025

Secondo Voi

Dove scapperà Zelensky? Uso lo spunto di Dagospia che ha condiviso, secondo copione stantio, un articolo dell'ex Corrierone, dedicato alla "prevista" fine del comico rivestito e foraggiato. Non uso le notizie che finalmente arrivano, alla fine di un conflitto animato da piogge di droni e miliardi versati amorevolmente, ciecamente anche dal nostro infallibile governo. In cambio la Meloni ha ricevuto baci&abbracci dai due presidenti, rappresentanti la politica a stelle (tante) e strisce di debiti. Secondo l'intelligence operante nel Corriere, l'Ucraina ha risorse per continuare solo per 4 mesi. Non si riesce a capire perchè fino a qualche giorno fa, sembravano sicuri vincitori. Hanno lanciato più bugie dei tomahawk. La tragica situazione per la Ursula ed i rearmatori tugnini, è scoppiata con la sparizione del velo che oscurava le notizie più squallide, come gli attentati compiuti per addebitarli a Putin. Hanno anche scoperto un gonfiore sulla mano del "dittatore". I tumori sembrano spariti. Sono curioso di conoscere le scuse che useranno per calmare le reazioni dei non credenti. La forte divisione all'interno del Pd, agevolerà ancora la maggioranza. Rimangono i 5 Stelle e La Lega che hanno mantenuto una linea condivisibile. Sono stati linciati per questo.
massimo lugaresi 

martedì 18 novembre 2025

Colpa dei Narcos

Solitamente le ragioni/scuse per avviare una guerra, adottate da (quasi) tutti i presidenti a stelle e strisce, vengono sbugiardate, dopo la precipitosa ritirata. Trump usa i Narcos, poco credibile scusa per invadere il Venezuela e cacciare il "comunista" Maduro. Sembra però ci sia anche un certo risentimento per il Nobel (pacifista) consegnato alla Machado, leader dell'opposizione venezuelana. Le navi sono pronte da settimane, gli aerei anche, manca solo il via libera dell'Europa che non conta niente, come le Nazioni (fintamente) Unite. Ricordo che la Russia ha sempre esercitato una forte influenza sulla nazione. Con la scusa dei Narcos che operano come in altre venti paesi, Donaldone punta al rovesciamento di Maduro e la sostituzione con la "pacifista" Machado. Il suo istinto (commerciale) di governo, usato per i dazi, lo spinge ad affermare che ha già deciso. La leader dell'opposizione venezuelana e premio Nobel della Pace, Maria Corina Machado, ha rivolto un appello agli uomini che "obbediscono agli ordini infami" del presidente Nicolas Maduro a deporre le armi e a disobbedire al governo. Altra merce per la propaganda vigente. Bastavano gli scandali ucraini, scoppiati solo a guerra persa. 
massimo lugaresi

lunedì 17 novembre 2025

Le Guerre

In atto abbiamo quella, interminabile, in Ucraina, con qualche riflesso (enfatizzato) in Russia e lo sterminio a Gaza. Sono presenti altre rappresaglie o locali manifestazioni, mentre Trump si vuole iscrivere nella lunga lista dei presidenti stellati che invadono una nazione e (di solito) scappano. Il mondo è in agitazione. E' cambiata totalmente la rappresentazione delle forze. La Cina fa pendere paurosamente la bilancia bellica dalla sua parte, mentre gli States in crisi, sono costretti a rinchiudersi nei loro confini, considerando il Sud America, come fosse il loro giardino. L'Europa abbandonata, vivacchia penosamente. Lo dimostra la propaganda sovvenzionata, regalandoci verità che dal tragico sono arrivate al ridicolo. La storia di Zelensky e la prossima fine, saranno il capitolo di una vicenda che si sta chiudendo malissimo per i foraggiatori. Le voci insistenti del malcostume ucraino, provocato dalla marea di miliardi rovesciati senza controllo, diventeranno capi d'accusa. Intanto anche a destra iniziano i distinguo per la prosecuzione del nostro aiuto. La guerra ucraina è stata l'ultimo regalo democratico, consegnato da un barcollante presidente, agli obbedienti europei. C'è ancora qualcuno che si vanta del dono ricevuto. Bravo Presidente Mattarella.
mssimo lugaresi 

domenica 16 novembre 2025

La Tarantella

Attaccare la Meloni, chiamandola Ducetta, oppure, nell'ultima pagina (spiritosa) di Dagospia, la Vanna Marchi della Garbatella, è la quotidiana trovata del blog di Dagostino. Continua però a mostrare misteriose foto che attirano più degli insulti. Il mercato è sempre in attesa dello scandalo che affossa i rivali. Ci sono concorrenti storici come le gemelle Elkann e soprattutto Sigfrido Ranucci che sembra avere toccato un nervo pericoloso. Il blog di Dagostino da anni naviga con astuzia ed indubbia capacità nella border line informativa, arricchita da foto gradevoli. Oggi leggo che la Meloni a Napoli per sostenere il candidato Cirielli, esultava sul palco al coro "chi non salta comunista è" regalando qualche accenno di tarantella, ma inciampando, goffamente, rivelando che ama i napoletani, ma non li capisce. La Campania dopo anni di dominio personale di De Luca, candida Fico, attrezzato per la prossima Flottiglia. Per la Meloni attaccare la liaision tra piddini ed ex grillini è stata una passeggiata campana. Vediamo cosa ne pensano i cittadini. Il centrodestra ci crede. Difficile capire come possano volersi bene due posizioni politiche che per anni si sono insultate, raccogliendo voti per quella ragione.
massimo lugaresi

sabato 15 novembre 2025

Trasformismo

Il Movimento 5 Stelle, nella primitiva edizione grillina, fece meno fatica a conquistare un terzo dei voti che il terminare poi la rapidissima dispersione. Rimane una necessità nel nebuloso panorama politico. Il gioco delle propagande rende impossibile la verità su tutti gli aspetti bellici o sociali. Chi si avventura, con qualche potente copertura, nel gioco, diventa eroico. Maggioranza e soprattutto l'opposizione sono forze che mostrano divergenze sanabili, da una parte, solo con il miracoloso collante del potere, dall'altro con la mancanza di una credibile alternativa. L'avvocato del popolo stellato, sguazza agilmente nel pantano. L'opposizione è il suo giardino. L’ultimo numero da trasformista di Conte è quello di mostrarsi saggio e affidabile, così Mario Lavia su Linkiesta, blog del rearmo tedesco, in parte pagato da noi, definisce il leader del Movimento, mostrando oltre ogni ragionevole dubbio o silenzio di Repubblica, cosa bolle nel pentolino della sinistra. Non puoi usare i 52 venerdi del calendario per scioperare da solo. ll leader dei Cinquestelle ora "prova" ad apparire più moderato del Pd, ed imporsi come l’uomo di governo nel campo largo rispetto all’inesperta Schlein. La coalizione vuole riprendere il potere o garantire la Meloni?
massimo lugaresi

venerdì 14 novembre 2025

Riarmiamoci

Il Fatto Quotidiano avvisa gli smemorati europei (noi) che quando la Germania si riarma, non è una salutare notizia. Berlino si prepara alla guerra, Roma attende ordini. La Bundeswehr (esercito tedesco) si prepara. Sta acquistando veicoli e munizioni e punta ad arruolare soldati e riservisti. Il Cancelliere Merz ha già indossato l'obbligatorio elmetto. Gira sempre la voce che sarebbe invece la Russia, pronta ad una nuova invasione. I giornali e le nostre tv, con quelle di Piersivio, annunciano, tutti i giorni, che ci dobbiamo difendere. Una fetta dell'opposizione condivide, l'altra non ha ancora assunto una chiara decisione. I cinque stelle sono invece comprensibili, con qualche peccato da perdonare. La guerra in Ucraina mostra (?) la reale situazione. Le voci di una conquista dei territori filorussi, sembra credibile. Il problema per Zelensky è la paura del dopo che dovrebbe consentire anche il voto. Per la Ursula sarebbe un disastro finanziario e politico. Trump ha già detto che non paga il conto.
massimo lugaresi

giovedì 13 novembre 2025

I Peccati di Giorgia

Grazie al Fatto Quotidiano, fiutatore dei peccati altrui e agronomo dei 5 Stelle, nel Campo Largo, sappiamo per chi "tifava" da giovane la Meloni. La Lazio, mentre adesso "finge" di condividere con Dagostino, l'amore per la Roma. Per il blog entra nei peccati capitali. Un coupe de teatre della politica. La Schelin chiederà che la premier riferisca in parlamento. E' sufficiente per un venerdì di sciopero. Il Fatto Quotidiano ha svolto un intenso lavoro di ricognizione, nel passato digitale della Meloni, riscontrando un segreto amore per l'azzurro capitolino. Allora 21enne si faceva chiamare "Draghetta Khy-Ri" e gestiva una pagina di tifo sfegatato per la Lazio. Non è finita, l'attenta ricognizione del passato, ha espresso anche l'obbligatoria offesa per la Juve Rubens e l'antipatia per Berlusconi e Galliani. Colpita pesantemente con il pallone verità, ci avrebbe preso per il.., non è tifosa della Roma è sempre stata laziale ed era pazza di Simone Inzaghi. Il giornale di Travaglio è la guida politica, spirituale e calcistica dei 5 stelle. Fallito il tentativo della Giorgia di spacciarsi tifosa della Roma, rimane il titolo acquisito di garbanelliana doc. Governo in pericolo.
massimo lugaresi  

mercoledì 12 novembre 2025

Senza Titolo

Gli articoli di Dagospia, condivisi da tutti i giornali filopiddini, sono scontati come il giorno dedicato agli scioperi di Landini. Sono (da sempre) iscritto alla Cgil, nostalgico ricordo della mia sinistra. Di Landini non condivido l'eloquio, forzatamente violento. Si capiscono gli effetti, ascoltando l'allieva Schlein. Sono però ridicole le polemiche sollevate dal Campo Largo, a turno, contro l'attuale governo. Sembra che l'immenso debito che pesa sulle nostre tasche, sia solo colpa della Meloni e non delle concessioni e favori prestati (anche) nei quasi venti anni di dominio piddino, se preferite, democratico. L'annuale finanziaria ne risente. Diversa e condivisibile, la critica ed avversione ad un rearmo per contrastare inesistenti ed inventati pericoli. Sono i droni finanziari. Siamo precipitati in pochi anni nel radicale cambiamento della politica. Rimane immutato solo il servile atteggiamento occidentale. Dove è finita l'Europa e la sbandierata autonomia? L'altro aspetto quotidiano nella lettura (sguardo) del Blog di Dagostino è l'insistente annuncio di disastri nella maggioranza di governo. L'opposizione possiede forti alleati nella comunicazione/propaganda e fornisce notizie di scandali, spesso presunti che si spengono nel tempo. I partiti sono piccole alcove del potere, abbandonando il rapporto con i cittadini. Lo si capisce dalla sempre più scarsa partecipazione al voto. Tra poco ci saranno altre "verifiche" elettorali, gli ultimi segnali della nostra social democrazia. Un confronto nord sud, da cui trarre indicazioni e forse sorprese.
massimo lugaresi

martedì 11 novembre 2025

Tendenza

Ho letto un articolo di Francesco Cesarini che esce dai concetti di parte, nella lotta politica italiana. Afferma che è tutta nostra la tendenza ad interpretare ciò che accade nel mondo, con le lenti di chi pensa di essere al centro del pianeta. Approccio strumentale e sterile. Dire che Zohran Mamdami, nuovo sindaco di New Jork, sia un modello per i democratici, significa semplificare e banalizzare la complessità di un contrasto profondamente diverso dal nostro. Il concetto di democratico negli Stati Uniti è diverso dal nostro miscuglio (aggiunto). Fa sorridere poi la paura di islamizzazione, una crociata al contrario, sollevata ad arte nel gioco delle parti da chi in questo teatrino la pensa in modo opposto. Londra, per dire, è amministrata da dieci anni da Khan, major mussulmano. Qui divergo dall'eccesso, volutamente inserito. La scelta di due metropoli che hanno gli stessi problemi e gli stessi fenomeni terroristici non mi sembra allietante e convincente, per chi la pensa diversamente. E' vero che il miliardario Zohran ha parlato agli ultimi, a chi di solito diserta le urne, non ha proposto però la patrimoniale. Rimane indubbiamente la voce più autorevole e credibile contro il nascente putinismo. Chi vivrà alla faccia degli armieri tugnini, diventati un pericolo per la pace, con il loro desiderio di usare la prossima guerra mondiale, come arma di rilancio industriale. Il nascente pericolo russo sta assumendo contorni comici, se non fosse già tragico.
massimo lugaresi 

lunedì 10 novembre 2025

Memoria Corta


Stanco di raccogliere spunti dalle solite fonti, talmente diverse da sembrare due partiti in uno. Linkiesta il blog radical chic, non abbandona gli stremati combattenti per Zelensky e soprattutto i rearmatori che usano armi fabbricate dalla Germania, ma pagate da noi. La sconfitta del nazismo aveva vietato, per precauzione, il riarmo tedesco, mentre oggi producono e vendono a tutti. Il conto viene diviso tra i commensali europei. Sulla guerra in Ucraina ci sono sempre due propagande che dicono cose confliggenti nella loro diversità. Sembra però che la Russia di Putin stia avanzando nell'occupazione. Donaldone ha provato, con scarso successo, ad accreditarsi come il mediatore della pace. Ha trovato un muro russo che non si fida della cessazione del fuoco che permetterebbe agli avversari di riarmarsi e fortificare la resistenza. Trump stanco di promettere la pace, si dedica al commercio che ha visto gli Stati Uniti come massimo produttore: esportazione della guerra o cambi di regime, con golpe perdonati. Tocca al Venezuela di Maduro, troppo "comunista". Ci vuole sempre una scusa che i nostri giornali e telegiornali accettano subito: i narcos. Ci sono almeno una ventina di nazioni più impegnate in questa produzione e relativo commercio. Il Corrierone continua con la solita, scontata approvazione per gli ex gendarmi del mondo, costretti a giocare con le guerre, solo vicino a casa. Non si scandalizzerà nessuno.
lugaresi massimo

domenica 9 novembre 2025

Meloni

Quanto vale mettere Meloni sulla scheda elettorale? Dopo tre anni di governo, Fratelli d'Italia, grazie a Giorgia, tira ancora. Nonostante l'avversa propaganda dei giornaloni (tutti) con qualche ausilio regionale o cittadino. Senza contare Ranucci. La campagna è già iniziata, mentre i dem italiani esultano ancora per la scontata vittoria a New Jork, dividendosi sulla figura di Mamdani. La premier vuole Meloni sulla scheda elettorale. Secondo Linkiesta la Schlein, che tira poco con Salvini e Taiani, sono contrari. La presidente del Consiglio è convinta di avere un brand vincente, gli altri temono di essere oscurati. Mentre la segretaria del Pd vuole evitare investiture dirette, scongiurando il rischio di primarie divisive. Questa è l'attuale realtà. Abbiamo un unica leader in politica, con l'avversaria più debole. Inserire il proprio nome sulla scheda vuole dire imporre le primarie al Pd. Atto letale che sancirebbe la divisione esistente. Nel Pd è nata un'altra rivale per la segretaria con ditino. Silvia Salis sindaco di Genova, senza dimenticare l'avvocato del popolo di Travaglio. Può vantare (?) l’esperienza di ex presidente del Consiglio, mentre la Salis può esibire la freschezza della novità. A Schlein non sfugge l’attivismo della sindaca di Genova, che da ultimo ha proposto un patto Schlein-Meloni contro la violenza di genere. In una gara a tre tra quest’ultima, Conte e Salis il risultato non sarebbe per nulla scontato. Più comodo per la numero uno del Pd lo schema che in questi anni è valso nel centrodestra: a palazzo Chigi va il leader del partito più forte. La competizione Schlein-Conte (Salis) verrebbe cioè risolta dagli elettori che, votando Pd o Movimento 5 stelle, indicherebbero di fatto o la leader dem o l’avvocato. Il nome sulla scheda che sta dividendo il centrodestra, al momento non è il problema più grosso dei dem. La paura di una divisione è sempre in agguato, poi occcore trovare nome e genere trainante.
massimo lugaresi 

sabato 8 novembre 2025

Ex Compagni

Dividiamoci. Arriva il referendum che (quasi) tutti i giudici aborrono ed il Pd cosa fa? Si divide, riesce meglio. Non è tutta colpa di un si o no sulla scheda, anzi dopo le guerre, l'indicazione costituzionale chiarisce la situazione della sinistra. Mentre i cespugli votano diligentemente, per loro cambiare è un atto normalissimo, il Movimento 5 Stelle si è separato dalle volontà di Grillo ed oggi segue, diligentemente, cosa dice Travaglio, riportato da Conte. Dalla padella alla brace, sì, no, forse. In ogni caso il centrosinistra ha paura di sbagliare sul referendum, così scrive Mario Lavia. Nel voto sulla separazione delle carriere, i riformisti ed anche il resto del Pd, si muovono in un campo minato: approvare la riforma significa allinearsi al governo Meloni, opporsi vuol dire tornare ad appiattirsi al giustizialismo grillino. Il risultato è la solita insicurezza strategica. Scatta già il meccanismo delle adesioni al comitato per il Sì, a quello per il No e politici, giuristi, intellettuali, scrittori, attori e quant’altro vanno riempiendo le curve del referendum sulla separazione delle carriere. Tra i dottori della legge, i duelli s’infervorano, anche tra giuristi progressisti: Luciano Violante ha perorato il No sul Corriere della Sera e Augusto Barbera la causa del Sì sul Foglio. Il cittadino digiuno tentenna e rimane a casa. Stefano Bonaccini, vecchio funzionario, vota quello che dice l'incerta maggioranza. 
massimo lugaresi

venerdì 7 novembre 2025

Rimandata

La democratica morte. Una vittoria iperscontata a New Jork ed in Virginia ha ringalluzzito i dem americani. Accade anche in Italia, mentre sono rifugiati in qualche regione o città, ovviamente metropolitana, sperando, un giorno, di battere i nemici, naturalmente fascisti. La strategia della disperazione. Grossi problemi e tanti dubbi albergano all'interno di queste coalizioni che chiamano Campo Largo. Il 50% dei votanti a New York viene salutato come un mezzo miracolo. La morte dei democratici è rimandata a data da destinarsi, così Linkiesta saluta la new generation dello storico miscuglio americano. Le vittorie a New York con Mamdani ed anche in New Jersey e in Virginia, dicono che i democratici americani hanno smesso di contare solo i guai. Trump, come sempre, non ha perso. Quando vinceranno nel Texas, avranno completato il risorgimento. Definire la scontata vittoria, quella della democrazia, sembra un insulto alla storia americana. Mentre noi dormivamo, la democrazia a New Jork e vicinanze vinceva. Rincuorati, aspettiamo Decaro in Puglia. 
massimo lugaresi

giovedì 6 novembre 2025

Zohran City

Zohran Mandani 34 anni, musulmano e socialista, è il nuovo sindaco di New Jork, ma essendo naturalizzato, in quanto nato in Uganda, non potrà mai diventare presidente degli states. Ha promesso congelamento degli affitti per due milioni di cittadini, supermarket meno costosi, autobus gratis e salario minimo a 30 dollari all'ora. Tutto rivolto alla middle class, come suggerisce il nuovo vangelo elettorale. L'articolo è tratto dal Corrierone, ubbidiente agli ordini d'oltreoceano, sia dell'attuale maggioranza che (meglio) di quella democratica di una volta. Una boccata d'aria anche per i dem a stelle e strisce, con le inevitabili bordate a Trump che aveva promesso di abbassare i costi della vita. Al momento sembra volere rendere più "precaria" quella venezuelana. La nostra propaganda, abituata ad obbedir tacendo, ai rudi messaggi padronali, si accoda. I dem in attesa della solita inevitabile diaspora, si accodano. Il «fenomeno Mamdani» è legato alla promessa di abbassare il costo della vita a New York, che non solo i poveri ma anche la classe media non riesce a più a sostenere. Le promesse elettorali ormai celebri del nuovo sindaco di New York sono quelle prima elencate. Avrebbe agevolmente vinto a Roma e soprattutto a Milano, con la metà dei votanti. 
massimo lugaresi

mercoledì 5 novembre 2025

Littizzetto No??'

Le ripetute, negli anni, notizie di ripescaggi giudiziari, condotti male ed il comportamento di certi magistrati, hanno collocato la fortissima associazione nelle vesti di un partito che cura gli interessi della casa. L'Anm è il sindacato più potente in Italia, aspetti che qualsiasi altro paese, avrebbe rinnegato. Non ho bisogno di dire quale sarà il mio voto, ho sperimentato sulla mia pelle e quella familiare, cosa significhi passare tre giorni e tre notti alla Dozza di Bologna, senza avere commesso niente. Siamo nel 1992 ed il carcere era già pieno di "risorse". Penso che il referendum sia arrivato perfino troppo tardi, spinto da un partito di governo assediato. La separazione delle carriere è un atto dovuto per rispettare concetti costituzionali e la necessaria terzietà dei giudici. Pensare che i pubblici ministeri possano diventare degli sceriffi al comando dei sindaci, è offensivo. Il problema, spesso dramma, della sicurezza deve trovare una soluzione rapida con un atteggiamento univoco e comprensibile anche nelle più rapide sentenze. La drammatizzazione della riforma vede anche dei curiosi voltafaccia. Ricordo che il Pci era largamente favorevole alla separazione. Oggi si è rivoltata la collocazione delle parti. Sembra che la corrente giudiziaria, per dettare la  strategia, voglia assumere noti personaggi come testimonial. Ho letto diversi nomi, sempre quelli, manca la Littizzetto.
massimo lugaresi  

martedì 4 novembre 2025

Ancora Tu?

Non dovevamo vederci più? La divisione all'interno del Pd prosegue e la corrente di Davos oltre a sostenere i rearmatori vede ancora negli States una luce salvifica, nonostante guerre ed invasioni. Le minacce a Maduro non sono come quelle di Putin?  C'è però un grosso problema e si chiama Trump. Hanno riproposto, per disperazione,  Obama, non dovevamo vederti più. Avevano provato con la moglie, ma per alcuni particolari, l'hanno scartata. Sono messi come in Italia. La corrente bellica, con propensione naturale alla vendita miliardaria di armi, ha individuato nella Schlein un facile bersaglio, dovuto alla frequentazione ed obbedienza a Conte e Landini. Per Linkiesta siamo sempre più lontani dal "miscuglio" chiamato Pd, che ha arruolato quasi tutti i democristiani in fuga. I democratici americani hanno preparato un manuale di istruzioni politiche per battere Trump, impostato sui problemi reali delle famiglie e sulla fine del radicalismo woke. Un "fermi compagni" rivoluzionario. Non si affideranno più ai cambiamenti climatici o mutamenti di genere, seguendo i desideri delle famiglie e dei lavoratori. Un cambio epocale per contrastare il folle attivismo di Donaldone che non sempre è in sintonia con i repubblicani. Tira dritto, arrivati al potere non lo abbandonano per una guerra in più.
massimo lugaresi 

lunedì 3 novembre 2025

Buona Notizia

Se fosse vera. Copiata da Dagoreport, l'intelligenza (fotografica) di Dagospia. La notizia  che porterebbe John Elkann fuori dai campi sportivi bianconeri, è incoraggiante. Il personaggio che non ne ha indovinata una, si disfa dell'immenso capitale ereditato, già collocato accuratamente e fiscalmente fuori dall'Italia, per volare da Donaldone. Sarà un lavoro arduo liberarsi delle gemelle giornalistiche arruolate dal Nazareno, con i pochi fedeli lettori rimasti. La Fiat è già sistemata da tempo, rimane la (anche) mia Juve, piena di allenatori e direttori sportivi (?). Nel campo calcistico ha regalato la peggiore esibizione, direi fallimentare. Sulla Ferrari meglio sorvolare. Dagoreport scrive che Yaki non ne può più (reciproco sentimento) di questo disgraziato paese e si vorrebbe rifugiare dall'amico Donaldone. Il servizio giornalistico che offre Dagospia è un peana all'erede di un patrimonio gigantesco e di una furibonda lite familiare, con condanna berlusconina ai lavori sociali. Ne ha già fatti tanti al nostro paese.
massimo lugaresi 

domenica 2 novembre 2025

Le Mani Pulite

Il vezzo ricorrente, ma necessario, di riaprire dopo (almeno) vent'anni, processi condotti frettolosamente e fomentati da giornali che usano veline uscite, casualmente, dagli apparati giudiziari, colpisce ancora. Anche a Rimini abbiamo una lunghissima storia, dopo l'individuazione del colpevole, secondo prove impugnabili. Sembra che la Cassazione abbia posto fine al balletto. Invece a Garlasco, secondo Dagospia, sta scoppiando il sequel delle Mani Pulite. Ci sono quasi tutti gli ingredienti, compreso l'inevitabile magistrato. La propaganda dem sta scatenando l'inferno contro la separazione delle carriere. In attesa del referendum che crea sempre terremoti nella politica. La Meloni, furbescamente, non vuole trasformarlo in una chiamata alle armi. La sinistra, naturalmente, si divide tra contrari, per dovere correntizio e quelli animati da antica condivisione. E' profondamente cambiato il panorama politico anche nella magistratura, Matteo Renzi, dopo averla sperimentata, rimane nemico della giustizia a tempo. Sembra che la deflagrazione colpisca in un momento delicato. Non credo che lo scandalo si allarghi molto anche se compare un tariffario per prestazioni illecite. I 20-30 mila euro fanno pensare ad una tariffazione accessibile per tanti accusati. Sembra strano però che in quel complesso meccanismo, sia uscita dopo tanto tempo. Garlasco non è importante per i suoi intrecci narrativi, ma per il fatto che è la presunta corruzione stessa ad aver riscritto più volte la storia, con copioni diversi. Se desideriamo informarci, anche questa volta dobbiamo usare la social compagnia. Vale anche per le due guerre, con sterminio allegato.
massimo lugaresi

sabato 1 novembre 2025

Il Caligola di Mar-a-Lago

Donaldone è il vero nemico della sinistra mondiale, per quanto in velocissima riduzione che ha colpito anche l'Olanda. Il viaggiator scortese impone dazi e ritira le truppe, piazzate in mezzo mondo, per difenderci dalla Russia che non ci ha mai attaccato. La fisionomia delle nazioni dal dopoguerra è fortemente cambiata. L'ingresso prepotente ma silenzioso della Cina ed il reciproco patto difensivo hanno sparigliato il tavolo post bellico, costringendo il gendarme stellato ad abbandonare (lentamente) non solo l'Europa. Continua a vigilare, minacciando l'America del Sud, con poco successo. Finiti i tempi delle invasioni pesanti e ritirate cinematografiche, regalate dalla democrazia a senso unico. Lungo giro per arrivare all'ex padrone del mondo. Viene chiamato (spesso) da Dagospia il Caligola di Mar-a Lago, luogo della splendida villa in Florida di Donaldone. La Casa Bianca non ha nemmeno il campo da golf. Il vizio di etichettare i (troppi) nemici dei dem, con nick-name che reputano ridicoli, mostra la difficoltà che la propaganda ansiosa, sta mostrando. In casa loro, a parte le divisioni e l'intolleranza dilagante, ci sono alcune creature che si prestano meravigliosamente alla comicità. Schlein ed il compare dei week-end sindacali sono inseparabili. Sembra che il sindacalista venga dirottato al partito democratico al posto della segretaria abbandonata anche da Prodi. Progressisti ed rearmatori, stessa corrente, fonderanno l'ennesimo partitino della sinistra.
massimo lugaresi

venerdì 31 ottobre 2025

La Minoranza

Mostra l'ambiguità morale che alberga a sinistra. Così sentenzia Linkiesta, blog di Davos e rearmatori. La precaria segretaria, si sarebbe limitata a telefonare a Fiano, presidente della "Sinistra per Israele" a cui è stato violentemente impedito di parlare alla Ca'Foscari. Una delle tante risposte, non armate, alla tragica e menefreghista volontà di Netan. Non condivido l'atto, sono stato educato al rispetto reciproco, anche se le guerre e lo sterminio palestinese, rendono impossibile il silenzio. La Schlein si sarebbe schierata, ancora una volta, con l'ala più estremista del suo partito che non nasconde l'antisemitismo. Il Likud, partito di Netan è invece alleato con i colonialisti, quelli che vogliono la Pulizia di Gaza, dopo avere insediato 200 colonie in Cisgiordania. L'attentato del 7 ottobre sembra congegnato appositamente. Linkiesta segue la politica del non sento, non vedo, qualche volta parlo, cerchiobottismo che alberga da troppo tempo nel miscuglio, insostenibile, del Partito Democratico. E' il partito più diviso, eppure viene sostenuto da una  caterva di giornali, pieni di osservanti o appartenenti al sionismo italiano. La scelta della Schlein aveva anche questo imprint, fallito clamorosamente.
massimo lugaresi

giovedì 30 ottobre 2025

In Casa D'Altri

Per Dagospia è diventato un vizio giornaliero guardare solo in casa d'altri. Senza pensare o nominare il suo Nazareno piangente. Quando "inventa" cose ardite che le gemelle Elkann non possono pubblicare, usa Dagoreport, una casalinga intelligenza, mescolata con piacevoli foto dal collo in giù. L'invenzione odierna riguarda (per caso) ancora e sempre la Meloni, miscelata con l'onnipresente Salvini, considerato il punto debole della destra. Senza contare che è nel libro nero degli amici di Putin. La strategia della sinistra si è indebolita, non solo per i voti racimolati nel tosco emiliano, ma per l'attismo di Donaldone, il picadero dei demo nel mondo. Intanto anche l'Europa si sta sciogliendo e liquefacendo. In tre più la Ursula bramano una guerra come fosse un biscottino per bambini noiosi. Anche Zelensky è usurato al punto di essere usato solo dal trio bellico. La propaganda finora è stata più pericolosa delle migliaia di droni regalati da noi. Le scarse notizie che arrivano dall'altra parte, segnalano una progressiva occupazione di terreno da parte russa. Ed allora aumentano i bambini uccisi e bugie a go go. Brutta storia che non vede la fine, sarebbe la sconfitta dell'occidente. Uomini, donne, bambini e miliardi sacrificati per la storica avversione di qualche nazione per l'Unione Sovietica prima e Putin adesso. Essere occidentali ci costringe a diventare seguaci di Macron, non bastasse il maschione, anche di Merz? Nel suo andamento impetuoso, Trump ha incontrato due ostacoli non sormontabili per la Great America. Con Russia e Cina meglio trattare. Sostituire Salvini con Calenda è come comprare David e farlo giocare.
massimo lugaresi 

mercoledì 29 ottobre 2025

Imbelli


Spunto tratto da La Stampa, gemella giornalistica di Elkann. Personaggio alla rovescio del famoso Re Mida, quello che trasformava in oro tutto quello che toccava. Fra i "tocchi" nefasti del rampollo agnelliano c'è (purtroppo) la mia Juve. Anche nel calcio non ne ha indovinata una, nemmeno casualmente. Si è attorniato di fedeli seguaci ed un presidente che con lo sport del pallone, sembra non avere alcuna intimità. Un disastro mai avvenuto prima. Campagna acquisti per il terzo anno fallimentare, le vendite invece sono state un affare per i compratori. Lo dico da tempo, dopo avere messo sul mercato i due giornali che hanno fatto fare al Pd la stessa fine in bianconero, accetti la richiesta di Tether, il nuovo socio pieno di stablecoin. Si faccia da parte, sarebbe la prima azione gradita dai tifosi. Torno alla Stampa ed all'articolo della Ghisleri. Inutile dire a quale corrente bellicista appartengono. L'imbarazzo che trasuda nella redazione è leggibile, hanno subito due sconfitte epocali: Meloni e Trump. I baci&abbracci tra la premier, in costante ascesa e Donaldone, guest star della pace, rendono gli articoli difficili da confezionare. Ai dem è rimasto Landini. Dimenticavo: anche le previsioni dettate in intimità, dicono che gli italiani vogliono, in maggioranza, la cessazione delle guerre. Solo la Meloni lo ha intuito. Vorrei solo che finissero di scrivere che quando bombarda Putin distrugge asili e muiono solo bambini. Zelensky invece ha mira fantastica. Non sbaglia un oleodotto. 
massimo lugaresi

martedì 28 ottobre 2025

Riformisti Vs Populisti

I riformisti del Pd rompono il silenzio, e indicano la via per un centrosinistra più forte.  Lo scrive Mario Lavia su Linkiesta. Picierno, Gori, Guerini e gli altri, riaprono a Milano il dibattito interno, non direttamente contro Schlein ma per dare all’Italia una voce progressista, europeista, in linea con i socialisti e democratici continentali, e soprattutto capace di governare. Abbiamo voluto rompere un silenzio colpevole, dice Graziano Delrio, chiudendo il convegno dei riformisti democratici che si è svolto a Milano. Stiamo dando una mano al Partito democratico, ha aggiunto. Il tono di questo primo appuntamento è stato volutamente mantenuto al di sopra delle beghe (?) interne. Però ora il silenzio è rotto. La componente è uscita dalla tana. I riformisti si sono ritrovati con bel po’ di gente. Il sindaco Beppe Sala ha avuto parole di apprezzamento. Il senso politico dell’iniziativa sta in quattro parole pronunciate da Giorgio Gori, un po’ il padrone di casa. Sono usciti dal guscio silenzioso ed hanno aperto almeno un timido dibattito. Piano, piano per non fare eccessivo rumore su Repubblica. Ci sono ancora troppe notizie che permettono di sviare un dibattito che l'accesso al potere aveva sviato. Non vogliono spaccare e forse non sanno nemmeno cosa volere. L'opposizione senza speranze credibili non apre una via d'uscita e rende la maggiooranza ancora più forte. Dedicarsi ad un antagonismo piazzaiolo, fomentando scontri con le forze dell'ordine, è un allenamento pericoloso. 
massimo lugaresi

lunedì 27 ottobre 2025

All'Ingrosso

Si puo dire, all'ingrosso, che nel Pd esistono due correnti (totalmente) diverse da formare due partiti. Niente è più divisivo di una guerra che costringe ad assumere posizioni chiare e comprensibili. Ne sono arrivate due. La corrente che si definisce riformista, contiene (quasi) tutti i democristiani entrati inizialmente con Prodi e moltiplicati con i miracoli elettorali di Renzi. Esiste (mescolata) anche una pregevole presenza liberal-socialista, in sintonia europea. Picierno, Gori, Guerini sono le figure più rappresentative della corrente riformista che si è riunita a Milano, ospitata dal sindaco in sintonia. Sempre all'ingrosso, l'altra parte del partito, quelli che sono stati dolci comunisti, con l'arrivo della Schlein, si sono trovati in piazza con Landini diventato segretario di una Cigielle sempre più vecchia ed isolata. Occorre ricordare che il nascente grillismo era considerato, da tutto il Pd, come il più pericoloso avversario. Cambio radicale che non poteva lasciare indenne la sinistra. Invce, considerare nemica la Russia che ci ha rovesciato turisti ed aiuti per il Covid, è difficile da sostenere solo perchè lo vuole la Ursula e tre bolliti premier d'accompagno. Questo permette alla Meloni, in movimento, di giocare sui diversi tavoli, con furbizia e capacità che mancano alla presunta avversaria. Scendere in piazza come unica e ripetitiva azione del fine settimana è un format insostenibile, se viene anche usato per azioni di violenza. Il vangelo del mio partito, allora, li considerava peccati mortali. 
lugaresi massimo

domenica 26 ottobre 2025

Un (altro) Calcione



E' il turno di Luigi Zanda, esponente dalle origini e successivi miscugli, del Partito Democratico. L'appartenenza alla corrente (fiumana) contraria agli abbracci senza baci con Landini, lo induce a mollare un "calcione" alla Schlein. Per molto, molto meno, una volta a sinistra si facevano almeno due congressi. L'ammucchiata voluta e realizzata con un partito pennellato per Renzi Matteo, non per antagonisti di professione, lo sta dissolvendo. Rimane numericamente in piedi, contando su alcune sporadiche isole favorevoli ed un sindacato che spacca i rapporti cuciti in questi anni, ma chiede alla Meloni di riferire alle camere. Hanno reso ferrea l'altra coalizione dove gli interessi personali e quelli ereditati sono vangelo osservante. Il divieto della tassazione bancaria e gli affitti brevi lo attestano. Hanno la fortuna di avere un ministro come Giorgetti che parla poco e lavora molto, tanto da riportarci a galla, nonostante il peso del debito. Elly..Schlein cambia mestiere lo dice Luigi Zanda. La frase sulla democrazia italiana a rischio è stata infelice. Non si deve abbassare il livello dell'attenzione politica sugli avversari ma scioperi e modalità hanno creato più avversione che voti. Non viene chiamata più sinistra ma "progressista", termine generico come certi farmaci. Lo vuole Conte, gli altri due segretari sono comparse di una politica sempre più familiare. Qualcuno nel Pd ricorda che solo 3 anni fa erano al governo da quasi 20 anni? 
massimo lugaresi

sabato 25 ottobre 2025

Tutti Uguali

Il tentativo di scaricare sul governo i dissidi sulle stesure dei tardivi bandi per la concessione delle attività balneari, è francamente patetico. La dichiarazione del Gruppo Pd nella nostra Regione, mostra, platealmente, la situazione del partito. Chiamami Città è però il blog che ha sostenuto la correttezza della Direttiva ed il richiamo al disatteso libero mercato. Da decenni di libero nella nostra spiaggia c'è molto poco. Questa maggioranza di governo ha sempre osteggiato la soluzione Bolkestein ed agito di conseguenza. Il vizio è diventato (democratica) consuetudine, tenendo il piede su due staffe. Si è manifestato con le parole del governatore che sostengono l'esatto contrario della (forte) corrente piddina che vuole l'applicazione della Direttiva, già illegittimamente prorogata. Tralascio la discussione sulle richieste dei bagnini di venire risarciti degli investimenti, non ancora ristorati. Entriamo nell'ambito delle future vicende elettorali. La categoria a Rimini valeva almeno due consiglieri ed una forte entratura nei governi locali. Il collocamento all'opposizione del Pd, produce confusione e comicità. Mi piacerebbe sapere qual'è la posizione (ufficiale) del partito sulla compilazione dei bandi. E' vero che le nostre spiagge hanno esigenze e priorità diverse, chiedere una impostazione unica sarebbe sbagliato. Rimane il problema dell'abbattimento di tutte le strutture edificate. Il cemento negli anni è aumentato, una forte riduzione è salutare. Invece di polemizzare per celare divisioni e paure, sarebbe utile una diffusa consultazione. L'abbattimento popolare dei quartieri, lo paghi (anche) con la maggioranza dei non votanti.
massimo lugaresi

venerdì 24 ottobre 2025

Quattro a Uno

La politica estera della Meloni è sempre ambigua, ma l’opposizione non sta meglio. L'esordio di Mario Lavia su Linkiesta, è lapidario. Al Senato, la maggioranza presenta una risoluzione, definita (benevolmente) generica sulla guerra in Ucraina, mentre il campo largo ha (solo) quattro posizioni diverse. Aspettiamo, senza trepidazioni, l'esposizione e la recita del copione al Senato dove la Ducetta esporrà la posizione italiana sull'Ucraina in vista del Consiglio Europeo. Il blog pensa (giustamente) che verrà presentata ed approvata una risoluzione talmente generica che può andare bene anche in campionato. Il copione di sempre è stato recitato al Senato, dove Giorgia Meloni ha esposto la posizione italiana sull’Ucraina in vista del Consiglio europeo. Al solito, la maggioranza presenterà e farà approvare una risoluzione generica per coprire le storiche differenze tra Fratelli d’Italia e Forza Italia da una parte e la Lega filorussa dall’altra, che otterrà (?) non si parli di sanzioni al regime di Mosca. Anche in un altro caso andrà in scena una replica di una pièce già vista mille volte, con le opposizioni che presenteranno documenti diversi. Il problema è sempre quello del no di Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni al sostegno armato a Kyjiv. Proprio in una fase crucialissima del conflitto. Non c’è dunque nessun passo avanti nel campo largo per cercare di arrivare a posizioni comuni sulla politica estera: lo si è visto da ultimo nel dibattito parlamentare sul piano di Donald Trump sulla Palestina, lo si rivedrà oggi sull’aggressione all’Ucraina. Mentre si discetta amabilmente su terze e quarte gambe, si lancia l’allarme democratico, dopo la bomba sotto casa di Sigfrido Ranucci, si apre il processo a Chiara Appendino e altre amenità di questo tipo, il mondo intorno a noi (?) dà preoccupanti segni di crisi e di cedimento morale. E se il centrodestra è fin troppo abile a fare il gioco delle tre carte occultando le contraddizioni, le opposizioni le squadernano nelle aule del Parlamento. Conte farebbe cadere un governo di Elly Schlein sulla Palestina o sull’Ucraina o farebbe come fa Matteo Salvini, che vota qualunque cosa, pur pensandola diversamente dalla Meloni? Che fine ha fatto l'Unione Ursula? 
massimo lugaresi

giovedì 23 ottobre 2025

Annuali Liti

Secondo l'esagerato Dagospia nel governo e non solo, ogni tanto c'è qualcuno che minaccia una crisi. Anche quest'anno il devoto a Netan e ministro degli esteri, avrebbe minacciato ritorsioni se avessero "tassato" la banca della larga famiglia  Berlusconi. Il suo (?) apporto di voti è necessario per coltivare la sicura maggioranza ed allora fa quello che gli ordinano da Fininvest. A Salvini hanno permesso di giocare con un meraviglioso ponte dei desideri. La forza della Meloni sta trasformando in monocolorata la maggioranza. E' scandaloso convertire in armi il 5% del bilancio, come permettere l'ennesima abbuffata bancaria. Non ci sarà mai una ragione per fare cadere questo governo. E' invece probabile che qualche Azione finisca dove brama. Dagospia, dotato di una domestica intelligence, fornitrice (quasi) sempre di disgrazie per gli avversari, inserisce tra le possibili spaccature anche l'aumento della tassa sugli "affitti brevi". Taiani minaccia. Intanto Mediaset vola nell'audience e utili. Tanto il baraccone radiotelevisivo lo paghiamo noi. 
massimo lugaresi

mercoledì 22 ottobre 2025

Divide non Impera

La lettura di Dagospia, con sguardi fugaci, mostra sempre lo stesso stufoso copione. Viene pubblicato un procace seno e meravigliosi culetti per allietare il lettore guardone. Ci sono, immancabilmente, le stesse ridicole, spesso offensive definizioni della Meloni, a cui viene aggiunto Donaldone, reo di volere la pace anche con Putin. La perfetta fotografia del Pd. Diviso in due correnti, tra rearmatori europei e pacifisti da piazza. Stanno sperimentando la collocazione (democratica) nel ghetto del potere. Linkiesta ribolle, è rimasto il maschione francese che però non se la passa bene. Secondo Mario Lavia, la sinistra 
fa sempre gli stessi errori e regala alla destra un’altra vittoria, con lo stesso copione: mobilitazioni prevedibili, sindaci a fare da salvagente e slogan fuori tempo massimo. Mentre Schlein e il campo largo rispolverano vecchi miti, Meloni consolida il suo vantaggio parlando a un Paese reale che la sinistra non vede più. Difficile dargli torto. Continua: La sinistra pare immersa in un continuo déjà vu, come se tutto fosse già stato visto. L’allarme democratico, un refrain già sentito mille volte. Bomba o non bomba, la democrazia italiana ha sempre retto e la previsione più sensata è che reggerà ancora a lungo. Per chi ha vissuto i giorni di piazza Fontana, il grido olandese di Elly Schlein è come una cover cantata male, un’esecuzione sbiadita. Applausi per una volta. 
massimo lugaresi

martedì 21 ottobre 2025

Mi pento e mi dolgo

Interessante (capita spesso), l'articolo di Luciano Natalini, su Chiamami Città. Blog di indubbia sinistra, che si trova spesso in contrapposizione con la maggioranza del governo locale. Inevitabile se usi mouse e pensiero di ex comunisti, non pentiti. Non è solo la dicotomia balneare ed il destino della nostra invidiabile spiaggia che hanno aperto un solco nella compagine, definita democratica. La crisi ormai endemica del nostro invidiato turismo, scatena proposte minimali che tendono a sfruttare ancora quello che rimane aperto e funzionante. Nell'articolo di Natalini vengono evidenziate le proposte di alcuni economisti, anche muniti di Premio Nobel. Per decenni, Rimini ha incarnato un modello di sviluppo fondato sul binomio turismo balneare-rendita immobiliare. Un’economia che ha prosperato, grazie al consumo indiscriminato del suolo, all’edilizia, alla costruzione di alberghi, stabilimenti e infrastrutture turistiche. Ma da tempo questo modello mostra crepe profonde, come dimostra anche il confronto economico con le province manifatturiere dell’Emilia-Romagna, egregiamente sviluppato nel volume ” Rimini: uno sviluppo diverso è possibile” di Primo Silvestri e Alberto Rossini. Niente da obiettare, solo un semplice dov'eravate? Il nostro turismo ha cominciato ad ansimare, senza creare allarmi ma statistiche pagate e pilotate ad arte. Sono centinaia le strutture alberghiere fuori mercato ed invendibili. Qualche timido allarme c'è stato, subito cancellato e nascosto dai + generosi e falsi. Il dramma è che non si capisce dove iniziare. In questo caso gli eletti gestori della pubblica amministrazione hanno il dovere di indicare la strada da percorrere, proponendo il canovaccio urbanistico. Togliere i vincoli assurdi ed improponibili e saldare il rapporto tra strutture ricettive e l'arenile rinnovato. Sono le componenti che hanno il compito più arduo. Sarà un processo lungo riprendere il podio abbandonato per le ragioni che l'articolo pone in evidenza. La rendita immobiliare
 ha garantito per anni, e tuttora lo garantisce per molti, una fonte di reddito stabile, ma ha anche disincentivato l’innovazione. Però lasciate perdere Draghi ed il Parco Eolico.. off-shore. 
massimo lugaresi