martedì 13 novembre 2018

Pulpito Inascoltato

La cifra dello spessore amministrativo di un'Istituzione come il Comune, la si comprende dal binomio sindaco-vicesindaco. Di solito questi importanti ruoli di vertice sono una spartizione tra le principali rappresentanze politiche-partitiche che hanno concorso a comporre la maggioranza elettorale. In passato, per restare in un arco di tempo ragionevolmente limitato alle ultime legislature, a Rimini, le coppie di vertice si sono distinte non certo per la capacità politica e amministrativa, ma per lo meno grazie allo spessore culturale e professionale dei personaggi che le interpretavano. Oggi constatiamo una caduta di livello che rappresenta un baratro rispetto al passato. Non è solo la personale e particolare visione della realtà dell'attuale primo cittadino che deprime il giudizio del valore della coppia di vertice, quanto l'insignificanza della cifra politica della vice che rende superfluo ogni tentativo di paragone col passato. L'attuale incarico di vicesindaco appare ascrivibile più a una intenzione di cooptazione degli ambiti curiali o associazionistici cattolico-clericali, che a una reale rappresentanza elettorale di carattere politico. In definitiva il bacino elettorale delle parrocchie dipendenti dalle indicazioni curiali, è stato di fatto paragonato a quello di un vero partito! Non si può spiegare altrimenti l'indicazione di una vicesindaco priva di ogni tipo di esperienza politica o partitica, che appare da sempre succube e in balia dell'indiscussa volontà del primo cittadino, personaggio alquanto supponente. Quando mai si è sentita la flebile intenzione di contrapposizione della vicesindaco nei confronti di iniziative sindacali chiaramente in contrasto con i temi valoriali e identitari dei cattolici? MAI. Ne deriva un incontrastato appiattimento sulle posizioni sindacali, a volte addirittura estemporanee e condizionate dalla necessità di comunicazione pubblica, che in futuro saranno probabilmente una delle cause della disfatta elettorale dell'attuale maggioranza politica del Comune di Rimini. La supposta invincibilità del centro sinistra supportata da uno strisciante pragmatismo clericale saldamente legato a legittimi interessi di bottega (associazioni, cooperative, Onlus e simili) ha favorito il patto scellerato che ha portato alla nomina dell'attuale vicesindaco. Con un sindaco come l'attuale, l'atto politico di maggior rilevanza da parte dell'area che almeno concettualmente si richiama ai valori del cattolicesimo, si sarebbe dovuto orientare verso l'indicazione di una rappresentanza di reale peso politico e capace di un vero confronto con il sindaco. Con l'aria che tira in giro per l'Italia e anche in territori tradizionalmente in mano (in pugno) alla sinistra, si consiglia ai vertici curiali e parrocchiali una maggiore prudenza di schieramento. Essi rischiano di trovarsi isolati, senza truppe (fedeli), con pulpiti ancora rispettati (nonostante i tanti problemi che affliggono l'attuale Chiesa di Papa Francesco) ma inascoltati, e soprattutto con un popolo di credenti che guarda da un'altra parte. Dove si celebra laicamente una funzione non asservita a discutibilissimi interessi di pochi, ma realmente dettata dalla volontà del popolo.
 Don Camillo