giovedì 12 dicembre 2019

CS Stefano Pivato

Domenica 15 dicembre nella Sala della Cineteca (ore 17) lo storico contemporaneista Stefano Pivato, presenterà il suo ultimo libro dedicato alla bicicletta, strumento di svago e di lavoro, simbolo di libertà e modernità, che compie 150 anni. Solito a frequentare fonti inconsuete, lo storico ha fatto sua l’idea del grande giornalista Gianni Brera, convinto che «traverso le viti di una bicicletta si può anche scrivere la storia d’Italia». Ne è nata una storia avvincente, che inizia con il primo velocipede apparso ad Alessandria nel 1867, per attraversare tutta la prima modernità industriale e tutte le vicende del Novecento. Dalle guerre alla Resistenza, alla ricostruzione che s’incarnò nei trionfi di Coppi e Bartali, fino ai giorni nostri, che vedono nella bicicletta il mezzo della nuova sensibilità ambientalista. Gli ostacoli per la sua affermazione furono molti. Dalla necessità di essere dotati di vere abilità acrobatiche per “cavalcare” i primi velocipedi, dotati di una ruota anteriore di 3 metri, alla proibizione del suo uso, estesa a preti, ufficiali e donne, per la posizione sconveniente e scandalosa che richiedeva. Ma la bicicletta non arrestò la sua veloce corsa. La scoprirono i disubbidienti e gli avventurosi di tutti i tempi. La usarono le femministe, che scoprirono i pantaloni, i patrioti, i socialisti, gli anarchici, e anche i preti… La bicicletta accompagnò l’emigrazione, la Grande Guerra, le lotte operaie. La usarono le staffette per portare i documenti ai partigiani, gli ebrei in fuga. La “scuoti ossa”, così si chiamò il primo velocipede in legno di fabbricazione inglese, conquistò inesorabilmente l’Italia. E Stefano Pivato, fra aneddoti, curiosità, e approfondimenti storici, ricostruendone l’avventura, ci racconta la storia d’Italia del Novecento.